Archivi tag: Reschigna

Cota paralizzato nell’attivita’ legislativa. Slitta ancora il bilancio, sul trasporto pubblico locale nessuna garanzia.

Il movimentismo delle dichiarazioni di intenti del presidente della Regione Cota è inversamente proporzionale al dinamismo della sua attività amministrativa. 
Un giorno annuncia che ridurrà il numero degli assessori, un vero triplo salto mortale, visto che nel frattempo è aumentato il numero dei partiti che sostengono la Giunta regionale. Un altro propone la vicepresidenza della Giunta al coordinatore nazionale di un partito che ha perso le elezioni, forse per solidarietà con chi ha vissuto la sua stessa vicenda elettorale. Assicurata, naturalmente, la rabbia del principale partito della maggioranza, quel Pdl perennemente bistrattato da Cota.
Altrettanto naturalmente al momento delle scelte concrete, si gioca al rinvio. Un film già visto.
Nel frattempo l’attività amministrativa e quella legislativa della Regione sono alla paralisi. Questa settimana la maggioranza ha scelto di far slittare di nuovo l’esame del bilancio 2013, se ne parlerà la prossima settimana, ma con calma, non c’è mica fretta.
Nulla di nuovo neanche negli altri settori. Ad esempio il taglio di 100 milioni sul trasporto pubblico locale, che effetti avrà (crediamo dirompenti) sul tessuto di imprese del settore? Di tutto questo non si discute, ci mancherebbe altro, né si forniscono soluzioni o garanzie. Lo stesso succede su altri temi.
Il Piemonte è abbandonato a se stesso. Il presidente Cota parla sempre della macroregione, ma della sua regione si è ormai dimenticato.

una dichiarazione di Aldo Reschigna

Un altro assessore regionale sotto inchiesta.Cota si dimetta e si torni al più presto al voto.

Oltre che il governo degli incapaci, questo di Cota è il governo degli scandali. Alla faccia dell’assessorato alla trasparenza che il presidente voleva istituire! In due anni e mezzo due assessori sotto inchiesta. Un bel primato, non c’è che dire.
Eppure martedì, quando abbiamo avanzato le nostre critiche politiche in Consiglio regionale sulle intercettazioni che coinvolgevano nella vicenda GEC l’assessore Casoni, da Cota e dall’assessore non è venuta nemmeno una parola.
Ora che Casoni è indagato, Cota non penserà mica di cavarsela revocandogli le deleghe? Questa nuova vicenda giudiziaria è il segno di come la Giunta Cota sia totalmente inadeguata, anche sotto il profilo della correttezza dei comportamenti, a guidare il Piemonte.
Incapace di affrontare la crisi, lacerato sulle politiche da attuare, il centrodestra è ormai giunto al capolinea. E’ ora che Cota si dimetta e che si torni al più presto al voto. C’è solo spazio per una velocissima approvazione dei documenti finanziari necessari per non abbandonare il Piemonte a se stesso, e poi si dia la parola agli elettori. Cota si rassegni e prenda atto della situazione. Noi glielo ricorderemo in ogni occasione possibile.

Una dichiarazione di Aldo Reschigna

Primarie: una dichiarazione di Aldo Reschigna

Anche la giornata del ballottaggio nelle primarie del centrosinistra è stata una grande festa della democrazia. Il suo svolgimento in un clima di grande serenità ha confermato il grande senso di responsabilità con cui il PD sta affrontando il tema dei problemi del paese e dell’accorciamento della distanza tra i cittadini e la politica.
Le settimane scorse e la stessa grande partecipazione di telespettatori al confronto televisivo della settimana passata ci dicono che quando la politica affronta il futuro del paese non viene più percepita come un corpo estraneo, ma si immerge profondamente nella grande crisi economico-sociale che stiamo attraversando per definire i modi con cui ridare sicurezza alle nostre comunità.
Il successo di Bersani anche nel VCO non è il successo di un uomo solo, ma di una proposta che guarda al governo del paese, raccogliendo l’istanza di profondo rinnovamento che Matteo Renzi ha rappresentato in modo forte.
Con queste primarie il PD riapre una stagione che deve guardare meno ai proprio conflitti interni e più ai problemi del paese, recuperando la politica come una esperienza comunitaria e non di individualità.

 

3 dicembre 2012

E Grillo espelle il consigliere regionale piemontese

La decisione con cui Beppe Grillo ha espulso dal movimento 5stelle il consigliere regionale Fabrizio Biolè, reo di aver criticato un intervento di Grillo nei confronti di una altra eletta nello stesso movimento, è solo l’ultima di una serie di scelte che dimostrano cosa sia la democrazia per il fondatore del “grillismo”.
Al di là dell’utilizzo di parole come democrazia partecipata, potere ai cittadini, politica al servizio della gente, Grillo si comporta nei confronti dei militanti del suo movimento, anche di quelli eletti negli organismi rappresentativi, come un padre-padrone detentore del verbo, l’unico a decidere chi è dentro e chi è fuori 5 stelle sulla base della sue esclusive decisioni. Di strumenti democratici interni al movimento, neanche a parlarne.
E’ ora di scegliere se dalla difficile situazione in cui ci troviamo si può uscire con il rinnovamento dei partiti e delle loro proposte, unito a un di più di partecipazione democratica, o con una svolta populista neoautoritaria che mira solo a seppellire i partiti come strumenti di democrazia e le regole democratiche interne come inutili orpelli.
Tra queste due opzioni è evidente quella in cui si colloca Grillo: il centrosinistra chiede ai cittadini di scegliere con le primarie il suo candidato alla guida del futuro governo, Grillo allontana coloro che i cittadini hanno scelto per rappresentarli.
Al consigliere regionale Fabrizio Biolé, da cui siamo profondamente lontani nel merito delle scelte politiche, va la nostra solidarietà per il metodo utilizzato contro di lui.

DICHIARAZIONE DI ALDO RESCHIGNA E GIANFRANCO MORGANDO

Si’ alle province montane di Sondrio e Belluno, no a quella del VCO. per il governo le regole fissate valgono solo per qualcuno.

 

Con decreto legge di oggi, il governo ha varato la mappa delle nuove Province italiane. Tra queste, oltre a quelle previste dalle regole fissate dallo stesso governo, ci sono anche le Province di Sondrio e Belluno, Province montane per cui è stata fatta una deroga.
Per il VCO, invece, nessuna deroga. Eppure a favore del mantenimento della Provincia del VCO si era espresso con chiarezza il Consiglio regionale, in considerazione della specificità del suo territorio e della sua storia.
Il governo non ne ha voluto sapere, ma ha applicato la deroga per Sondrio e Belluno, province montane tanto quanto il VCO.
E’ davvero uno strano paese il nostro: prima si fissano i criteri entro cui definire le nuove Province, poi si fanno le deroghe per qualcuno e non per altri nella stessa situazione, infischiandosene anche delle delibere del Consiglio regionale del Piemonte. In sostanza, si fa quel che si vuole.

dichiarazione di Aldo Reschigna,

 

Riforma Province: no a guerre tra territori, il futuro si costruisce solo tramite il confronto

È evidente che ogni qual volta si riorganizzano le rappresentanze amministrative dei territori si creano tensioni e lacerazioni.
Anche il Pd non ne è immune. A maggior ragione per il fatto che la riforma delle circoscrizioni provinciali sta avvenendo senza riferimenti chiari e certi sulle modalità di elezione, le competenze, le funzioni e i ruoli. Inoltre, siamo consapevoli come questo riordino apra il problema della presenza sui territori degli uffici statali periferici.
Il gruppo regionale del Partito Democratico, lasciando libertà di voto alla Consigliera Angela Motta, ha votato contro l’emendamento che prevedeva il mantenimento della Provincia di Asti, poiché non rientra nei parametri relativi al numero di abitanti e alla grandezza territoriale previsti nella deliberazione del Consiglio dei ministri. Il nostro voto non può essere letto come indifferenza e non considerazione della specificità e delle dinamiche di sistema che contraddistinguono anche il territorio astigiano come altre Province destinate all’accorpamento.
Ma, al tempo stesso, siamo consapevoli del fatto che ogni atto assunto al di fuori dei parametri di legge non potrà produrre alcun effetto concreto. Bisognava quindi scegliere tra battaglie di principio e scelte responsabili e realistiche. Ora, purtroppo, la palla passa al Governo senza che la Regione Piemonte sia stata capace di presentare una proposta di riordino coerente con i requisiti normativi nazionali.
Per questa ragione diventa, quindi, assai difficile che Governo e Parlamento possano prendere in considerazione quanto votato dal Consiglio regionale.
Detto ciò, non è utile a nessuno che su tali questioni si accendano guerre tra campanili, perché in tal modo non si fa che creare condizioni di incomunicabilità tra territori che dovranno stare insieme e il cui futuro comune dovrà essere costruito attraverso il confronto e non certo in base a rapporti di forza.
Siamo altresì convinti che gli uffici statali periferici non potranno essere tutti collocati nel capoluogo del nuovo ente provinciale in quanto ciò comporterebbe uno scompenso sul piano economico ed occupazionale a svantaggio delle Province incorporate e dei loro cittadini.
Occorrerà costruire accordi anche su questo aspetto, il che rende urgente e indispensabile affrontare questa nuova fase tramite un confronto serrato e costruttivo, perché questo e solo questo è lo strumento attraverso cui i nostri territori possono costruire il loro futuro.

Gianfranco MORGANDO
Segretario regionale PD Piemonte

Aldo RESCHIGNA
Presidente Gruppo Consiliare Regionale PD