Forse è giunto il momento che il presidente Cota si chiarisca le idee sulla manovra economica del Governo e su quali sono gli interessi del Piemonte. È ciò che afferma Aldo Reschigna, capogruppo in consiglio regionale.
Ieri infatti a Roma, in sede di conferenza delle Regioni e delle Province autonome, è emersa tutta la sua confusione.
Prima ha aderito al documento votato all’unanimità dai presidenti di Regione, fortemente critico nei confronti della manovra. Poi in qualche modo se ne è dissociato, affermando che la manovra va sostenuta e che il federalismo
fiscale è salvo.
Tanto che lo stesso presidente della Conferenza, Errani, ha dovuto leggere il passo del documento firmato da Cota – firma mai ritirata – in cui si ricorda come la manovra metta in forse la realizzazione del federalismo fiscale.
Per Cota è tutto normale, come per il centrodestra piemontese che oggi con stile “tafazziano” ha votato un documento di sostegno alla manovra governativa, la stessa nella quale Formigoni intravvede elementi di incostituzionalità.
Se invece di occuparsi dei giochi romani Cota scegliesse di fare davvero il presidente della Regione Piemonte, i suoi dubbi sparirebbero e condividerebbe le critiche di Formigoni. Ma non a caso Cota non si è ancora dimesso da parlamentare. Quel ruolo gli piace proprio, forse più di quello di Presidente del Piemonte.
Ufficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico
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Incontro pubblico sul nuovo parco dell’alta Valle Antrona
Si svolgerà a Viganella presso Casa Vanni, in valle Antrona, giovedì 24 giugno 2010 dalle ore 21.00 un incontro pubblico organizzato dal a cura del gruppo consiliare regionale del Partito Democratico e del Circolo PD della Valle Antrona.
Si discuterà della nascita del nuovo parco dell’Alta valle Antrona, degli sbocchi occupazionali,dello sviluppo turistico, con un confronto tra varie esperienze.
Parteciperanno Ivano De Negri Direttore del Parco Veglia Devero Antrona, Aldo Reschigna Capogruppo PD consiglio regionale e Tiziano Maioli Accompagnatore naturalistico.
Assestamento di Bilancio in regione: la posizione del PD
La Giunta regionale ha depositato in prima Commissione il maxiemendamento al finto assestamento di bilancio depositato il 31 maggio.
Inspiegabilmente l’assessore al bilancio non ha voluto illustrare il maxiemendamento che evidentemente rappresenta il cuore della manovra della Giunta Cota. E’ la prima volta che succede, a nulla sono serviti gli inviti venuti da molti esponenti dell’opposizione. Eppure la Commissione è il luogo in cui maggioranza e opposizione discutono i provvedimenti, preparandosi così per la successiva discussione in aula.
La manovra – afferma Aldo Reschigna, capogruppo in consiglio regionale – non rappresenta affatto quella svolta politicoprogrammatica come hanno sostenuto il presidente Cota e gli esponenti del centrodestra. I 100 milioni in più promessi per lo sviluppo sono in realtà poco più di 50, trentasei dei quali per il funzionamento della formazione professionale, una ventina per il settore attività produttive. Anche sul fronte ricerca e innovazione il saldo tra risorse aggiunte e risorse tolte porta l’incremento a una cifra inferiore ai 2 milioni di euro. Non è
difficile immaginare che, con queste risorse, l’intervento della nuova Giunta non potrà essere gran che dissimile dalle politiche di sviluppo assunte dalla Giunta Bresso.
Nel settore sanitario spicca il taglio di 7 milioni e mezzo nella prevenzione. Pesante il taglio delle politiche sociali, di oltre 25 milioni di euro. Oltre 40 i milioni di euro tagliati a Cultura e turismo.
C’è poi una ulteriore richiesta di contrazione di mutui per 135 milioni di euro, che porta l’indebitamento per l’anno in corso a circa 650 milioni di euro.
Non una sola parola è stata spesa per illustrarci i presunti sprechi della precedente amministrazione, così a lungo sbandierati sugli organi di informazione.
In conclusione, emerge il quadro di un bilancio di natura tecnica, senza alcun respiro politico. IL quadro di una maggioranza che si prepara a gestire l’esistente senza alcun elemento di innovazione o di forte caratterizzazione politica, se non il taglio delle politiche sociali e culturali.
Ufficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico
CHE FINE HA FATTO IL VICEPRESIDENTE ROSSO?
Che fine ha fatto il vicepresidente della giunta regionale Roberto Rosso?
Da quando, durante la due giorni di Consiglio che ha varato bilancio e finanziaria, è brillato per la sua assenza in aula e la sua presenza a Montecitorio, ci aspettavamo un segnale del suo interesse per il Piemonte e per l’importante funzione istituzionale che ricopre. Invece niente.
Deve essere un lavoro molto sotterraneo quello che svolge, da assessore al lavoro, perché in questi giorni, nonostante la manovra economica nazionale e i continui segnali negativi sul fronte occupazione, non lo abbiamo visto molto presente. {mosimage} La speranza è che sia impegnato a scrivere la lettera di dimissioni, in modo da risolvere l’incompatibilità, come gli avevamo consigliato. E che lo stesso stiano facendo il presidente Cota, troppo occupato in trasmissioni televisive a difendere la manovra in quanto deputato, e il consigliere Buonanno.
Ma cosa succederebbe se le dimissioni di Rosso non fossero dalla Camera, cui appare molto affezionato, ma dall’incarico di vicepresidente assunto meno di due mesi fa? Credo che il presidente
Cota si renda conto che un rimpasto di Giunta, così in fretta e per un ruolo così importante, non sarebbe un buon segnale per il Piemonte e certificherebbe la sua debolezza nella formazione di un governo
regionale incapace di reggere per due mesi.
Aldo ReschignaUfficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico
Rinnovo delle concessioni idroelettriche: le proposte del PD
Rinnovo delle concessioni idroelettriche e utilizzo delle acque per uso energetico nei territori montani: le proposte del PD per un federalismo reale.
È questo il titolo del documento presentato oggi in una conferenza stampa dal Partito Democratico, alla presenza di Enrico Borghi, presidente UNCEM, Giuseppe Grieco capogruppo PD in provincia e Aldo Reschigna consigliere, capogruppo PD in Regione. Di seguito il documento presentato.
La imminente scadenza delle concessioni idroelettriche nella provincia del Verbano Cusio Ossola costituisce oggi le basi il primo terreno di sperimentazione nel nostro territorio di un modello produttivo e non più assistenziale, e di applicazione reale dei principi di federalismo e di autonomia. Il PD del VCO ritiene che in proposito si debba operare con una logica che tende alla riappropriazione, concertata e condivisa con gli attuali utilizzatori, delle risorse del territorio montano nel perseguimento di una logica autenticamente sussidiaria e federale.
l’articolo 12 del decreto legislativo n. 79/1999 ha introdotto la gara pubblica per la riassegnazione delle concessioni di grande derivazione idroelettrica (quelle relative agli impianti >3000 kW di potenza nominale di concessione), riallineando al 2010 le scadenze di tutte le altre concessioni scadenti o scadute entro il 2010.
Le Regioni avrebbero dovuto avviare le procedure finalizzate all’assegnazione delle concessioni scadenti al 2010 entro il 2005, ma ad oggi lo Stato non ha ancora emanato i criteri generali per la loro effettuazione (art. 12, comma 2, del d.lgs. n. 79/1999), criteri che, secondo la sentenza citata della Corte Costituzionale, devono essere adottati dallo Stato d’intesa con le Regioni.
Tutto ciò considerato, il PD del propone di superare l’empasse provocata dalla sentenza della Consulta attraverso due strade
1 – a livello nazionale
Il PD del VCO chiederà ai parlamentari del proprio partito di operare, a partire dalla discussione sulla manovra finanziaria annunciata per le prossime settimane, per giungere alla revisione dell’attuale meccanismo di proroga delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche introducendo in via sperimentale per i soli territori montani (in virtù della previsione normativa sancita dall’articolo 44 della Costituzione che recita “La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane”) un sistema premiale su base volontaria, derogatorio rispetto alla disciplina al momento vigente, secondo il quale ai concessionari che volontariamente cedono, prima della pubblicazione dei bandi previsti per il rinnovo delle concessioni, il 30/40% delle quote delle società agli enti locali interessati ubicati in territorio montano, viene concessa una proroga di 7 anni in luogo dei 3 anni di proroga tecnica (tempo minimo ora richiesto per indire le gare).
Una tale iniziativa mira per un verso a compensare gli squilibri economici determinati nel corso degli anni passati a svantaggio dei territori montani, prevedendo un equo ristoro per l’utilizzo della risorsa acqua di cui la montagna è particolarmente ricca, e assume per l’altro un’importanza politica decisiva, anche in chiave simbolica, nella realizzazione della svolta federalista del Paese con un approccio bottom-up.
– a livello provinciale
Il PD del VCO ribadisce in proposito un concetto di fondo : il controllo delle strategie del settore energetico sia fatto da parte del pubblico, la gestione venga effettuata in base alle regole di mercato.
Questo per il Verbano Cusio Ossola rappresenterebbe una autentica rivoluzione, visto che qui il pubblico non ha fatto una autentica strategia, e le regole del mercato non sono mai esistite visto che non è stata fatta UNA SOLA GARA delle attuali 161 concessioni idroelettriche PUBBLICHE rilasciate nel territorio provinciale per una straordinaria potenza media nominale installata di 391.872,18 kwh.
Il rinnovo delle concessioni idroelettriche può diventare – e deve diventare – l’occasione per rifondare su basi nuove il rapporto fra i produttori idroelettrici e la Provincia del VCO col decollo di un’Azienda di Valle, che potremmo chiamare “Azienda Energetica delle Valli Lepontine” o “VCO Energia” a partecipazione pubblico-privata, inserita in un più vasto progetto industriale in grande di darle immediatamente una prospettiva nazionale e internazionale.
Un’ Azienda energetica delle nostre Valli che dovrà vedere come soggetti protagonisti al proprio interno gli enti locali del territorio (Provincia. Comunità Montane, Comuni sedi di impianti), le realtà operative come Tecnoparco del Lago Maggiore e SAIA e anche gli industriali, le forze imprenditoriali e le banche del territorio, in primis la Banca Popolare di Intra che avrebbe in tal modo l’occasione concreta per fugare ogni dubbio che spesso aleggia circa la sua reale volontà di rimanere radicata sul territorio nel quale è nata.
Il modello cui guardare è quello già sperimentato con le Province di Trento e di Bolzano, dove con successo si è unita la capacità del pubblico di guidare le strategie e la logica di mercato per la gestione del comparto.
Solo così il Verbano Cusio Ossola potrà compiere quel salto di qualità che la sua economia oggi richiede e che solo in questo quadro si potrà discutere di energia a basso costo o a costo zero e di altri vantaggi territoriali altrimenti impossibili da conseguire.
PDVCO
Verbania, 21 maggio 2010
PD VCO: “NO ALLA DIVISIONE ASL-OSPEDALI”
La sanità regionale al centro di una conferenza stampa indetta dal Partito Democratico mercoledì pomeriggio, con la presenza derl Capogruppo del PD in Consiglio Regionale Aldo Reschigna e il segretario provinciale Lilliana Graziobelli, i quali attraverso un’interrogazione in Regione chiedono l’istituzione urgente di un laboratorio di emodinamica nel VCO. (Cliccando qui potete visionare il servizio televisivo)