Vi aspettiamo all’inaugurazione della nuova sede del PD di Gravellona Toce che si terrà Sabato 31 maggio, ore 17.00
in corso sempione 69 . Sarà offerto un piccolo rinfresco.
Saranno presenti il coordinatore provinciale del PD Aldo Reschigna, il vice presidente della Provincia Giuseppe Grieco, il coordinatore del PD di Gravellona Toce Roberto Birocco, il consigliere regionale Marco Travaglini, il consigliere provinciale Alberto Nobili.
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A Gravellona si discute di acqua
Per discutere dei temi legati alla gestione dell’Acqua si svolgerà un incontro pubblico promosso dall’Amministrazione Comunale di Gravellona Toce per martedì 27 maggio, alle ore 21.oo presso la biblioteca comunale in c.so roma.
Interverranno il Sindaco Anna Di Titta e la giunta, l’assessore provinciale Gianni Desanti, il consigliere regionale
Aldo Reschigna e tecnici del settore.
Di seguito pubblichiamo alcune considerazioni in merito al problema acqua del PD di Gravellona Toce.Ricordiamo che NON è VERO che l’attuale Amministrazione di Gravellona è entrata nell’ATO1 dell’acqua: lo aveva già deciso nel 2001 la Giunta Porini e tutta la maggioranza consiliare all’unanimità. l’attuale Amministrazione ha provveduto ad affidare la gestione come la Legge imponeva.
NON è VERO che l’acqua a Gravellona costa il 40 % in più. Ora costa 0,90 € /m cubo contro i precedenti 0,81 €/m cubo.
NON è VERO che con quest’aumento si pagano le “poltrone”. Si paga la gestione del servizio e gli investimenti che nei prossimi tre anni nel nostro Comune saranno pari a 800 mila euro e permetteranno di affrontare i problemi della fornitura di acqua ai cittadini.
Inoltre sarebbe sbagliato fare un ATo unico provinciale. Dati alla mano (inconfutabili), dimostrano che un Ato unico del VCO (come vorrebbe il centro destra) porterebbe ad un aumento del 20% delle tariffe dell’acqua e contemporaneamente ad una diminuzione di almeno del 50% dei possibili investimenti sulle reti idriche della nostra realtà.
Acqua:le proposte del Partito Democratico.
Si è costituito solo nel 2005 il sistema idrico integrato, deciso da una legge nazionale di ben 14 anni fa (la famosa legge Galli): scontiamo un grave ritardo, in termini di investimenti e di modernizzazione del servizio, dovuto all’immobilismo e al non far niente del centro destra sia nel governo provinciale 1999-2004 che in quello regionale 1995-2005.
Di fronte alla frammentazione dei gestori (oltre 100), gli amministratori locali, guidati dalla Provincia e dal capoluogo Verbania, sono riusciti nell’indubbio merito di dare vita ad una sola società gestore interamente pubblica, (articolata in sole cinque società territoriali), a cui partecipano oltre il 93% dei comuni delle due province.
Oggi le bollette, a differenza del passato, comprendono sia il costo di gestione del servizio che quello dovuto per l’ammodernamento delle infrastrutture idriche (non più quindi a carico dei bilanci comunali). Questo percorso positivo, oggetto oggi della strumentalizzazione politica di chi si è dimostrato incapace di realizzarlo, può essere migliorato . Per questo proponiamo:
a) Dilazione dei pagamenti in rate in quei comuni dove l’aumento è stato più significativo (seppur la nostra tariffa sia tra le più basse fra gli Ato del Piemonte).
b) Iniziative di partecipazione dei cittadini: l’avvio di una campagna di informazione
c) Forme di agevolazione per gli utenti non allacciati alla rete fognaria rispetto alla quota depurazione (riduzione dei costi in bolletta, scorporo costi pulizia fosse).
d) Rinuncia del 5% di introiti alle Comunità Montane, in cambio della riduzione delle tariffe nelle utenze: non è logico che le Comunità montane “cavalchino la protesta” e introitino dei soldi!
Lettera aperta ai presidenti delle Comunità Montane
Cari Presidenti,
si è avviato, in questi giorni, l’iter del disegno di legge regionale sulla riforma delle Comunità montane le cui consultazioni sono fissate per il 19 maggio 2008.
E’ in questo contesto che ci rivolgiamo a Voi per proporre un’ulteriore riflessione. La necessità di una riforma è evidente a tutti: pur rifiutando – giustamente – l’errata equazione “Comunità montane uguale spreco di denaro pubblico”, non ci si può esimere dall’avanzare proposte innovative e coraggiose.
In quest’ottica ci siamo mossi, come Regione, conducendo una forte critica nei confronti della proposta nazionale contenuta in Finanziaria, rivendicando la potestà legislativa regionale in materia di riordino delle Comunità Montane.
E’ in questo contesto che s’inquadra il disegno di legge in discussione, che – vogliamo ricordarlo – si propone di:
– adeguare la consistenza territoriale e demografica delle Comunità montane a criteri d’omogeneità socio-economica, efficienza e congruità rispetto al ruolo rivestito ed alle funzioni assegnate;
– rafforzarne la natura di enti volti a garantire l’effettività delle misure a sostegno delle zone montane e la promozione, lo sviluppo e la tutela del territorio;
– razionalizzarne gli apparati istituzionali, allo scopo di rendere più efficace l’azione politica ed amministrativa;
– concorrere agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica, in ottemperanza a quanto stabilito dall’articolo 2, comma 17 della Legge Finanziaria 2008.
Non è difficile comprendere che, sotto questo profilo, il disegno di legge rovescia la prospettiva che ha costituito la “traccia” della Legge Finanziaria 2008.
Le Comunità montane vengono “rilanciate” come Enti indispensabili alla tutela e allo sviluppo delle zone montane, la cui razionalizzazione, territoriale, istituzionale e di ruolo, è funzionale alla loro valorizzazione, nell’ambito di un sistema degli Enti locali articolato e complesso che necessita, perciò, di pochi e solidi interlocutori.
Un percorso, questo, finalizzato ad aumentare il valore aggiunto degli Enti montani.
Essenziale sarà il profilo “duale” delle nostre Comunità montane: Enti che programmano, promuovono e governano il territorio – come agenzie dello sviluppo, con nuovi e maggiori compiti e funzioni, a partire da quelle proprie ed esclusive – ed al tempo stesso come soggetti che gestiscono i servizi e le funzioni associate per conto dei Comuni. Dunque, più responsabilità, più compiti ed una maggior definizione degli stessi.
Insistiamo su quest’aspetto che, come ben sapete, è il “cuore vero” della riforma. Sotto il profilo del rafforzamento del ruolo e delle funzioni degli Enti montani, il disegno di legge consolida la Comunità Montana come “gestore associato” delle funzioni e dei servizi comunali, già proprio della Comunità montana, ruolo fondamentale in funzione di una più vasta ed efficace erogazione dei servizi a favore delle popolazioni montane. Il consolidamento di questo ruolo si aggiunge alla “nuova” finalità di promozione del mantenimento dei servizi essenziali assegnata agli Enti montani nel disegno di legge.
Per ciò che riguarda l’incremento e il potenziamento delle funzioni delle Comunità montane, si è scelto di indicare un percorso il più possibile concertato e rispettoso delle autonomie e delle competenze degli altri livelli di governo, percorso destinato a concludersi dopo l’entrata in vigore della legge, proprio per dare il massimo spazio alla concertazione e verificare le funzioni effettivamente attribuibili alla luce dei principi di sussidiarietà e adeguatezza.
Ovviamente si è ritenuto necessario ribadire, con nettezza, il ruolo fondamentale della Comunità montana nella difesa del suolo, anche a livello programmatico.
Nell’ottica della razionalizzazione degli apparati istituzionali delle Comunità montane, altro punto “centrale” del disegno di legge, viene proposta l’introduzione di un nuovo sistema elettorale ad elezione “diretta” del Presidente da parte dei Consigli dei Comuni facenti parte della Comunità, sistema modulato su quello dei Comuni con oltre 15.000 abitanti (che dovrà essere dettagliato in un successivo regolamento).
Il nuovo sistema consentirà una riduzione molto consistente del numero degli amministratori, che, abbinata alla diminuzione delle relative indennità, contribuirà anch’essa al perseguimento dell’obiettivo di risparmio, applicando il principio di rappresentatività.
E’, a nostro parere, una risposta adeguata all’esigenza di garantire una rappresentanza più larga, inclusiva e democratica per gli organismi della Comunità, ottenendo Consigli meno pletorici (da un minimo di 12 ad un massimo di 30 componenti, in ragione della popolazione) e giunte “snelle”. Una scelta che consentirebbe maggior sobrietà, più autorevolezza, più incisività.
In ultimo, vogliamo affrontare il problema delle nuove aggregazioni, con l’ipotesi di passare dalle attuali 48 a 31 Comunità montane in Piemonte.
Sotto il profilo del riordino territoriale, il disegno di legge opera una scelta che si colloca in linea con la posizione già assunta dalla Regione in rapporto al testo originario della Legge Finanziaria.
Come Regione Piemonte avevamo chiesto di sostituire gli automatismi basati sui parametri altimetrici ad un “obiettivo di risparmio” più rispettoso delle autonomie regionali e più adattabile alle singole realtà territoriali.
Qualora fossero applicate “tout court” le norme della Finanziaria non solo verrebbero cancellate un certo numero di Comunità Montane, ma sarebbero esclusi dal criterio di “montanità” (che pure andrà riformato) una buona parte dei Comuni piemontesi, non più – per così dire – “includibili” in Comunità montana.
Per questi motivi il disegno di legge opta per la scelta di procedere ad un numero consistente di aggregazioni delle Comunità montane così come sono, evitando di intervenire sullo spostamento di singoli comuni in questo o in quell’altro ambito.
Il numero di aggregazioni disposte (31) è tale da equilibrare, da un lato, l’esigenza di perseguire l’obiettivo di risparmio imposto dalla Legge Finanziaria, rispetto al quale, come si è detto, la riduzione del numero degli Enti montani rappresenta lo strumento più significativo, dall’altro, la necessità di assegnare dimensioni congrue a tali Enti, in modo da consentire loro una più efficace azione politica ed amministrativa per la montagna.
Il nuovo sistema territoriale, comunque, entrerà a regime con la scadenza degli attuali mandati amministrativi.
Nel VCO e nel Novarese, le Comunità Montane passerebbero dalle attuali 11 a 6. Una risposta all’esigenza di Enti più grandi, solidi e rappresentativi, in grado di programmare, in modo efficace, lo sviluppo montano. Questo è il “succo” della riforma.
I tempi sono strettissimi e la scadenza ultima è fissata per fine giugno: dal 1° luglio 2008, in assenza di una legge regionale, scatteranno le regole ed i tagli previsti nella “Finanziaria”.
Va da sé che è preferibile un esercizio di responsabilità al “lasciar fare”.
Comprendiamo la legittimità di posizioni diverse che potranno essere rappresentate durante le audizioni ed esaminate, successivamente, nel corso dei lavori in Commissione.
Vi invitiamo, nello stesso tempo, a comprendere la vera posta in gioco rispetto alla quale la riorganizzazione territoriale è un elemento, ma non l’unico.
Già nelle prime fasi di esame del disegno di legge sono emerse posizioni tese a sminuire il ruolo delle Comunità montane ed a “smorzare” la portata riformatrice della proposta.
Da parte vostra, come Presidenti delle Comunità montane, ci deve essere la consapevolezza che la vera posta in gioco è rappresentata dal concepire le Comunità montane quali Enti di sviluppo della montagna oltre a luogo della gestione delle funzioni associate tra i Comuni.
Per queste ragioni vi chiediamo di esprimere le vostre opinioni con la consapevolezza che non esiste solo la questione della riorganizzazione territoriale.
Con stima.
Aldo Reschigna
Marco Travaglini
Circonvallazione di Verbania: 1 milione di euro dalla Regione per la progettazione definitiva
Esprimiamo soddisfazione per la delibera della Giunta Regionale che approva l’accordo tra Regione, Anas, Provincia e Comune di Verbania per procedere alla progettazione definitiva del 1° lotto della circonvallazione di Verbania che riguarda lo scavalcamento dell’abitato di Fondotoce.
Con quest’accordo da parte dell’amministrazione regionale viene stanziato 1.000.000 di euro e viene mantenuta una metodologia di affidamento della progettazione agli enti locali già sperimentata per interventi in Valle Anzasca.
La circonvallazione di Verbania è un’opera importante ed è un obiettivo che, anche come Consiglieri Regionali, abbiamo sostenuto e richiesto in questi mesi e con il finanziamento della progettazione definitiva del 1° lotto si compie un ulteriore passo in avanti
Aldo Reschigna, Marco Travaglini
Consiglieri Regionali
Continuano gli impegni della Regione Piemonte sulla viabilità in Valle Anzasca
È stato indetto dalla neonata Società di Committenza della Regione Piemonte, che ha rilevato le attività di Ares, l’appalto per la realizzazione di una galleria in località Ceppo Morelli, sulla strada Regionale della valle Anzasca.
L’importo dei lavori a base d’asta è di 24 milioni e 696 mila euro a cui si devono aggiungere l’iva, le spese tecniche e le altre somme a disposizione.
La scadenza per la presentazione delle offerte è fissata per il giorno 18 giugno 2008.
Con questo appalto, proseguono gli importanti lavori sulla strada Regionale della Valle Anzasca che in parte sono stati già avviati dall’Amministrazione Provinciale del VCO, su fondi già trasferiti dalla Regione Piemonte e che troveranno ulteriori stanziamenti nel Bilancio della Regione per l’ anno 2008.
È la dimostrazione di una concreta attenzione ad un punto critico della viabilità della nostra Provincia e che vede, dopo molti anni di parole e promesse, il realizzarsi di fatti concreti per la messa in sicurezza di questa arteria così importante, non solo per gli abitanti di quella valle.
Ufficio Stampa
Esecutivo PD VCO
Gruppo regionale PD Piemonte
Aldo Reschigna, Marco Travaglini (consiglieri regionali)
Bonus gasolio: ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Troppo facile accendere un cerino e passarlo al proprio vicino (istituzionale).
E’ quello che sta accadendo in queste ore con la proposta dell’Onorevole Marco Zacchera e di altri esponenti del centro destra che, in merito alla questione del rialzo dei prezzi del carburante, propongono che sia istituito come per il bonus benzina anche il bonus gasolio.
Ovviamente, a pagare dovrebbe essere il bilancio della Regione Piemonte guidata da Mercedes Bresso.
Pensiamo che questo modo strumentale di affrontare un problema delicato come questo sia sbagliato e scorretto.
La regione Piemonte e il centro sinistra con il bonus benzina hanno già dimostrato di saper fare la loro parte, permettendo ai cittadini della nostra provincia di avere significativi risparmi.
Ora che il centro destra guida il paese prima di dire cosa devono fare gli altri (e cioè la Regione Piemonte) deve proporre, come Governo, una propria strategia e soluzioni concrete.
Noi del PD in Regione Piemonte non ci sottrarremmo ad una discussione che veda attorno al tavolo il Governo nazionale, la Regione, gli Enti locali (indipendentemente dal colore politico), le associazioni e le categorie economiche.
Ma diciamo no alla facile demagogia.
Ora che il centro destra governa ha l’obbligo di formulare proposte concrete.
Il tempo degli annunci e degli slogan, per chi ha responsabilità istituzionali come Zacchera, è finito. Aspettiamo i fatti.
Esecutivo PD VCO e
Aldo Reschigna e Marco Travaglini
Consiglieri regionali PD