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Valle Ossola Spa: il Pd di Domodossola chiede spiegazioni

image Sono settimane che circola la notizia che la società pubblica Valle Ossola spa, deputata alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti nei comuni della parte nord dell’Ossola, si trovi in una preoccupante situazione economica e finanziaria.
Preoccupazioni che sono state manifestate pubblicamente anche dal Presidente del Coub Monti il quale, in una dichiarazione fatta alla stampa locale lo scorso 6 agosto, afferma che i comuni soci “devono intervenire drasticamente”.
E’ evidente che un intervento drastico lo si chiede quando la situazione è davvero difficile.
Tempestivamente arriva l’interpellanza del capogruppo del Pd in comune di Domodossola, Giorgio Vanni, il quale chiede, oltre alle necessarie spiegazioni sullo stato reale della situazione, come il Comune di Domodossola, socio di maggioranza relativa della società, intenda muoversi per salvaguardare i posti di lavoro e il servizio offerto dai cittadini. Se siamo arrivati ad una situazione che sembrerebbe compromessa, ci sono sicuramente dei responsabili e questi sono gli amministratori di Lega e Pdl che si sono succeduti in questi ultimi anni alla guida del comune del capoluogo ossolano.
Ci auguriamo che la situazione non sia così nera come alcune voci insinuano, in ogni caso temiamo che come al solito pagheranno i cittadini che potrebbero vedersi aumentare improvvisamente di molto la Tarsu, cosa che invece avrebbe potuto avvenire in modo calmierato negli anni passati.

PD VCO
Ufficio stampa

Al Presidente del
Consiglio Comunale
Domodossola

INTERPELLANZA URGENTE

PRESO ATTO
della lettera inviata dal Comune di Villadossola al Consiglio di Amministrazione, ai Revisori dei conti e ai Soci della Valle Ossola spa

CONSIDERATE
le affermazioni del Presidente del COUB Monti apparse su “La Stampa” del 6 Agosto 2010

FORTEMENTE PREOCCUPATI
per il futuro della Società in evidente e ingravescente difficoltà finanziaria con possibili disastrose conseguenze sia nell’ambito occupazionale che di quello del servizio pubblico di raccolta rifiuti per 32 Comuni

CHIEDIAMO
all’ Assessore competente di illustrare al Consiglio Comunale la situazione in cui versa la Valle Ossola spa e quali siano le linee di azione che intende proporre per salvaguardare il lavoro di oltre 60 dipendenti e la qualità ed efficienza del servizio pubblico svolto dalla suddetta Società.
l’urgenza è giustificata dalla sempre più diffusa preoccupazione per una situazione di crisi il cui esito potrebbe essere devastante in tempi brevi.

Ringraziando per la cortese attenzione, si porgono

DISTINTI SALUTI
Il Capogruppo PD.
(G. VANNI)

Per un pd-pd: partito democratico per davvero

image Sono passati alcuni giorni dalla nostra decisione di dimetterci dall’esecutivo provinciale del Pd del Verbano Cusio Ossola, e riteniamo di dover fissare alcuni punti politici che da un lato caratterizzino la nostra decisione e dall’altro la configurino come un contributo alla crescita e al radicamento del partito.
1- Crisi della destra, afasia del Pd
Stiamo vivendo il momento di maggior crisi del centro destra italiano degli ultimi quindici anni. La rottura, ormai sempre più evidente e destinata a sfociare a breve, tra Silvio Berlusconi e Gianfranco
Fini non è una impuntatura personale o un capriccio tra persone. E’ la traiettoria finale di uno scontro tra due visioni alternative di come costruire il partito della destra conservatrice italiana, tra un modello populista e oligarchico e un’ idea che conserva un proprio ancoraggio al concetto della democrazia rappresentativa. (segue)l tutto mentre sullo sfondo di un governo incapace di progettare il futuro e di far imboccare al paese un modello di crescita e di sviluppo prendono corpo le peggiori espressioni di una fase politica nella sua fase finale e decadente: corruzioni, consorterie, intrighi di palazzo e giochi di potere, che arrivano a lambire le stesse autorità di garanzia della Repubblica e minano profondamente la credibilità delle istituzioni agli occhi dei cittadini.
Se ci spostiamo sul piano regionale, la vicenda clamorosa dei ricorsi elettorali e delle pronunce delle magistrature amministrative ci consegnano una destra che, dopo aver declamato nelle piazze la sua immagine di novità e di cambiamento, si è poggiato sul piedistallo delle firme false e delle liste farlocche, come il gigante con i piedi d’argilla del sogno biblico di Nabucodonosor interpretato da Daniele.
Il “partito del predellino” muore nello scontro finale tra i due co-fondatori, mentre il governo di destra porta il Paese su livelli di declino economico ed etico mai toccati nell’intera storia repubblicana.
E se scivoliamo ancora di più nel locale, e andiamo a constatare l’effetto di governo della destra ad un anno dalle elezioni amministrative del giugno del 2009, ci accorgiamo che nella migliore delle ipotesi si segna il passo (vedi l’amministrazione provinciale) e nella situazione più declamata e sbandierata (il Comune di Verbania) si imbocca una clamorosa retro marcia con la diminuzione dei servizi, lo stallo degli investimenti e la telenovela del teatro che si preannuncia gravida di puntate sterili per l’intera legislatura. Il tutto mentre incombe l’ombra sempre più concreta di un radicale taglio sui servizi sociali, di una rinnovata tensione nel mondo della sanità che farà riesplodere sopite tensioni territoriali, di un futuro stesso dell’autonomia provinciale affidata ad un riassetto dei poteri locali nei quali Novara (dall’acqua, ai rifiuti, alla sanità) sta acquistando un ruolo preponderante che presto si trasformerà in tentativo di eliminazione della sovranità del Verbano Cusio Ossola. Tutto questo mentre la crisi economico-produttiva più stressante degli ultimi trent’anni mette sotto scacco il tradizionale modello di sviluppo del VCO, e i suoi ceti più poveri, senza che arrivi dalla destra un autentico modello alternativo che non sia il ricorso alla spesa pubblica, in piena contraddizione con le prediche tremontiane e il modello reaganiano che Berlusconi di quando in quando ci propina.
Stiamo registrando il sostanziale fallimento dell’esperienza di governo della destra che cristallizza un’Italia sempre più povera e sempre meno competitiva in cui si chiudono gli spazi delle opportunità e delle speranze e in cui il ceto medio scivola sempre più verso la povertà, in cui l’antica divisione fatta da Glotz della società dei due terzi di abbienti e di un terzo di esclusi si va trasformando nella società dove un terzo possiede ed ha il benessere e due terzi sono esclusi, diventano outsiders da abbandonare a sé stessi e al conservatorismo compassionevole.
Eppure…. Eppure dentro questo scenario non emerge –a Roma, a Torino e nel VCO- un’alternativa politica nettamente percepibile dai cittadini, sui quali far confluire i consensi dei delusi e costruire un processo di modernizzazione del Paese nel quale sviluppo economico e allargamento della sfera delle opportunità marcino insieme.
l’afasia è diventato il tratto caratterizzante del Partito Democratico, e dietro questa condizione si affastellano i populismi destrorsi di Di Pietro e quelli sinistrorsi di Vendola, uniti da un unico comune denominatore: fare a brandelli la scommessa dei Democratici, per spartirsi le spoglie elettorali e politiche del riformismo italiano e condurre l’alternativa al berlusconismo verso lidi fatti di un impasto tra un leaderismo alla Chavez e uno alla Masaniello.
Oggi il vero rischio, la vera partita politica dei tempi che viviamo e di quelli che vivremo, è il tentativo che è in atto di trasformazione del modello di democrazia da rappresentativa ad oligarchica, in cui il reale controllo dei governi non è del cittadino ma degli ottimati inseriti nel sistema.
Per noi il meglio della stessa democrazia consiste nella possibilità dei cittadini di esprimere la rappresentanza politica, attraverso periodiche elezioni, in un sistema istituzionale fatto di pesi e contrappesi, di poteri e di limiti. Come ci insegnava Tocqueville nella “Democrazia in America”. Un sistema liberale, insomma.
Mentre oggi sul campo –a destra come a sinistra- ci sono opzioni nelle quali si vuole affidare al leaderismo e al populismo il compito messianico di traghettarci oltre il mar Rosso, verso la terra promessa dove scorre il latte e il miele ma dove in realtà la democrazia rappresentativa involve verso la democrazia della subordinazione.
Oligarchie economiche, dominio della finanza e dell’industria sui mass media e sulla comunicazione e aumento delle disuguaglianze sono tutte facce di un unico prisma, nel quale i big players economico-finanziari stanno svuotando la democrazia dall’interno, e nel quale lo “spettro” che si aggira per il mondo non è quello evocato da Marx nel 1848 ma è il controllo totale della grande finanza sulle dinamiche politiche.
Su questo, e sui suoi effetti fino all’ultimo anello periferico d’Italia, noi facciamo silenzio.
Questo silenzio viene percepito dai cittadini, che guardano altrove, mentre al nostro interno, avendo interrotto l’elaborazione culturale che traghettò le culture storiche del riformismo italiano dalla Prima Repubblica fino al PD, discutiamo di cose surreali e totalmente autorefenziali. Cose da ceto politico e da burocrazie di partito: primarie, tesseramento, regole (possibilmente da applicare sempre agli altri e mai iniziando da se stessi). E la politica?

2 – La torre eburnea del VCO
Gli effetti di questa afasia si scontano in particolare nel Verbano Cusio Ossola, dove il partito è ormai chiuso in una torre eburnea. Un luogo nel quale al faticoso lavoro di analisi della società, delle sue dinamiche e delle sue esigenze, si preferisce il tranquillo e consolatorio rito del partito tradizionale.
Poco importa se fuori dalle porte della sezione il mondo va per conto suo. E’ scattata la dinamica che trova in una corteccia rettile a metà strada tra la concezione leninista (“l’unico programma politico: prendere il potere”) e quella togliattiana (flessibilità tattica, integrità ideologica) la sua giustificazione.
Una concezione nella quale il Partito, e il suo ufficio politico (quello che in russo si dice “politbjuro”), dà la “linea”, alla quale si uniformano le organizzazioni periferiche del partito secondo una logica piramidale e gerarchica.
Sarebbero troppi gli esempi da citare che in tal senso si sono susseguiti nel Pd del VCO in questi ultimi mesi, e vogliamo mantenere la nostra riflessione sul piano dell’analisi politica e non farla degradare sulle polemiche da cortile o sui pettegolezzi da ballatoio come troppe volte è finito il nostro dibattito interno.
Ma un esempio valga per tutti: l’atteggiamento tenuto sul tema dell’acqua. Il Partito “convoca” gli amministratori per ratificare un verbale già scritto e redatto da parte del solerte responsabile (che nel merito ripropone tesi ormai superate dalla realtà, come se Berlinguer negli anni ’70 avesse riproposto il frontismo in luogo della solidarietà nazionale), e poi –senza una discussione che parte dal basso, che coinvolge e si prende i luoghi e i tempi di una discussione impegnativa e condivisa- dirama “la linea” (letteralmente definita cosi’!!!) ai circoli e ai componenti dell’assemblea provinciale! Era una modalità che a fatica funzionava negli anni ’50, e che oggi è completamente al di fuori della realtà e della storia. Ma evidentemente è la comoda placenta nella quale si albergano le tetragone certezze di chi preferisce barricarsi nella cittadella piuttosto che affrontare l’ignoto fuori dalle mura della fortezza, nella illusoria speranza che così presto il mondo fuori dalla porta tornerà ad essere quello che era un tempo.
I sintomi di questa azione sono tutti visibili a chi ha gli occhi per vederli: il tesseramento langue, l’iniziativa politica del partito non è percepita dall’opinione pubblica, i circoli sono abbandonati a se stessi e chi pone questi argomenti viene circoscritto al rango di disturbatore di turno. A quando anche l’istituzione della Commissione Centrale di Controllo per la decisione sulla correttezza ideologica delle posizioni dei singoli?
La discussione interna, non più finalizzata alla costruzione di una piattaforma politica (neanche un documento discusso e votato in questi mesi) scivola sempre più verso forme di personalismo, di rivendicazione sterile, di volontà di potere dei singoli. In cui la politica muore.

3 – Rilancio, non fuga
Noi –insieme a tanti altri- abbiamo fondato il Partito Democratico. Nel VCO, e anche in Piemonte e in Italia. Gli vogliamo bene e guardiamo a lui come la speranza per il domani dei nostri figli. Un domani più giusto e più bello. Crediamo che il partito sia lo strumento con il quale anche gli esclusi dal sistema delle opportunità e delle garanzie possano incidere sul proprio futuro e sul proprio destino.
Non possiamo accettare silenti che questo Partito evapori tra il nostalgismo e i furori novisti che nel predicare un rinnovamento senza alcuna base culturale rievocano in realtà il modello di Robespierre.
Proprio perché vogliamo bene al Partito Democratico abbiamo rassegnato le nostre dimissioni dagli organi politici provinciali. Per aprire una discussione, un dibattito e una larga riflessione sul futuro del Pd, in questa Italia che ha bisogno di un’alternativa vera, popolare e democratica alla situazione stagnante che vive.
In politica le cose non si ottengono con la declamazione, ma con la riflessione a cui segue l’azione. Il resto sono cose per filosofi, se sono alte, o per demagoghi, se sono basse.
Non ci interessano entrambe le categorie.
Vogliamo un Partito Democratico Per Davvero. Non ci siamo lasciati alle spalle le vecchie navi, bruciandole definitivamente sulla spiaggia per non avere neppure più la tentazione del ritorno ad una patria che non c’è più, per assistere alla regressione in atto.
Vogliamo un Partito Democratico Per Davvero, che parta dal basso, dal coinvolgimento e dall’ascolto per mettere in campo azioni modernizzatici e innovative. Un progetto chiaro e percepibile, perché l’opposizione non si fa dicendo solo dei “no” o facendo il controcanto ideologico e forzato, ma praticando sul campo una idea alternativa che venga percepita come credibile dalla gente, dai cittadini, dagli elettori.
Così torneremo a vincere. Altrimenti la strada delle prossime amministrative (a cominciare da Domodossola) e delle prossime tornate elettorali è già segnata.
Vogliamo un Partito Democratico Per Davvero, nel quale tutte le culture politiche vengano rispettate e facciano un passo in avanti, e nel quale quando si pongono problemi politici (è o non è oggi un problema politico quanto sta avvenendo nel moderatismo italiano con la crisi del berlusconismo e di come il Pd si rapporta ad esso?) non si venga derubricati da qualche consueto maitre a penser locale come “patetici”. E nel quale chi ha incarichi –anche elevati- di responsabilità politica non si ammali di ponziopilatismo, ma abbia il gusto della guida e dell’assunzione delle responsabilità che competono alle leadership.
Vogliamo un Partito Democratico Per Davvero, nel quale ci si possa confrontare su tutti gli argomenti, e che sia un luogo in cui chi ha delle idee possa essere messo alla prova e giudicato per quello che fa, per quello che ha fatto e per quello che è in grado di fare.
Vogliamo un Partito Democratico Per Davvero, che al piccolo cabotaggio sostituisca il coraggio. E –perché no- anche il sogno che un’altra Italia, un altro Piemonte, un altro VCO è possibile.
Il motivo delle nostre dimissioni è tutto qui: il rilancio di un progetto e di un’idea, e non la fuga. Lo facciamo con la speranza che siano in tanti a condividere questa prospettiva, e che il dibattito congressuale che è alle porte sia l’occasione per una crescita comune condivisa.
Altro non ci interessa.

30 luglio 2010

Enrico Borghi – Rosa Rita Varallo – Stefano Costa

GIRO: BOCCIATO A GIUGNO, La consegna del Tapiro verde

image Pubblichiamo due comunicati del circolo PD di Gravellona Toce sulla consegna del tapiro verde e del giudizio su un anno di governo di Giro.. Cliccando qui potete vedere il servizio televisivo in merito.
Il tapiro verde: Un grazie alla lega nord di Gravellona
Il Consiglio Comunale di ieri sera si è aperto con un colpo di scena: la lega di Gravellona esiste! A guardar proprio bene un segnale di vita l’aveva già dato il consigliere padano Calefato con le sue dichiarazioni riportate sull’Eco di mercoledì scorso, ma quella di ieri sera è stata una vera e propria sortita a sorpresa, da parte di quello che si pone ormai chiaramente come il leader carismatico dei rappresentanti padani, l’assessore ai piccoli problemi del cittadino Mario Geraci.
Bisogna dare atto che era anche stato uno dei protagonisti della cattura del temibile “tasso imbalsamato” ma questa volta ha voluto esagerare e prendersi tutta la scena: prima ancora che il sindaco prendesse la parola (temendo che a lui non l’avrebbe mai data) si è lanciato in una dichiarazione che ha coronato il suo primo anno di lavoro facendo dono di un tapiro a noi del gruppo Insieme per Gravellona. E pensare che c’era gente che diceva che la lega nord a Gravellona non combina niente; altro che niente, qui c’è la prova che sono state fatte ore e ore di lavoro a pitturare di verde il tapiro, ad incollargli la scritta lega nord su entrambi i lati, a pianificare i tempi e i modi per la consegna e per finire qualcuno ha addirittura sacrificato il proprio prezioso fazzoletto verde per “vestire” l’ignaro tapiro.
Fra l’altro non si tratta mica di un tapiro qualsiasi, mica si tratta di un tapiro che viene dal prato di Pontida o dalle falde del Po sul Monviso, considerando che l’ha portato Mario Geraci suppongo che arrivi da un piccolo comune di 1.956 abitanti in provincia di Palermo nel parco delle Madonie, che si chiama Geraci Siculo e avrà dovuto quindi affrontare un lungo viaggio per giungere nel nostra piccola città che si trova chiaramente nel nord della Padania, speriamo che si adatti al clima rigido del nord, lui che proviene dal profondo sud, e speriamo che i tapiri locali, notoriamente ospitali ma un pochino, come dire, non razzisti, ma un pochino diciamo diffidenti verso i tapiri meridionali non lo trattino troppo male, in fondo è un regalo, un presente e come tale deve essere accettato; cercheremo noi di proteggerlo da quei tapiracci montanari che parlano solo in dialetto e non vogliono saperne di tapiri immigrati.
A tranquillizzare tutti sulla possibilità che il tapiro siciliano possa essere accettato come fosse uno di noi è arrivato prontamente l’inno di Mameli, a siglare l’inizio ufficiale del Consiglio come promesso dal sindaco recentemente, anche se a dir la verità la stessa serenità che abbiamo visto negli occhi del tapiro non l’abbiamo vista negli occhi dei consiglieri leghisti ma probabilmente era la solita commozione patriottica che ogni italiano doc vive quando sente l’inno nazionale.
Abbiamo accettato allegramente questo simpatico omaggio, più allegramente di quanto siano sembrati loro nel regalarcelo, tuttavia dobbiamo specificare che quello che il buon Mario Geraci ha interpretato come nostro “attapiramento” in realtà è semplicemente una profonda e reale preoccupazione per il modo in cui stanno giocando a fare gli amministratori. Naturalmente non abbiamo intenzione di perdere il senso dell’umorismo ma qualsiasi analisi razionale delle scelte fatte da questa allegra brigata è davvero avvilente.
Ha ragione quando dice che torniamo sempre sugli stessi argomenti, infatti siamo obbligati proprio dai loro stessi atti che inevitabilmente tornano a riaccendere l’attenzione sulle stesse questioni che sono importantissime per la vita di chi vive a Gravellona. Basti pensare alla variazione di bilancio proposta e approvata ieri dalla maggioranza in cui si impegnano 62.000 euro per la sala conferenze della biblioteca, per vedere il sindaco in 3 D mentre arringa il popolo, e si impegnano 180.000 euro per una specie di palestra gonfiabile nel cortile delle scuole elementari dopo averne spesi 40.000 per pagare un progetto (e cestinarlo) che prevedeva anche una palestra vera.
Basti pensare ad un sindaco che afferma allegramente che non riesce a convocare la commissione lavori pubblici perché i tecnici sono professionisti che hanno tanti impegni e quindi per i consiglieri comunali di un comune che impegna sette milioni di euro per farli lavorare non hanno tempo da dedicare per spiegare cosa stanno facendo; un sindaco che afferma tranquillamente che nelle commissioni consiliari si deve applicare un regolamento secondo il quale i consiglieri non potrebbero nemmeno parlare e con una maggioranza che accetta tranquillamente queste versioni senza porsi il minimo dubbio.
Regolamento o non regolamento io credo che nemmeno in Bielorussia e in Birmania si affrontino opere pubbliche di questa entità senza che i consiglieri possano chiedere i dovuti chiarimenti ai tecnici che lavorano alle dipendenze, dirette o indirette, dell’amministrazione stessa nella sede più naturale che è rappresentata proprio dalle apposite commissioni istituite per approfondire le tematiche sulle quali il Consiglio esprime gli indirizzi. Naturalmente si può anche decidere di riunire tutti in un Consiglio Comunale aperto, in cui chiunque può intervenire e chiunque può parlare, anche i consiglieri di maggioranza.
Anche la risposta relativa al Festivalone non ha fugato tutti i dubbi, siamo preoccupati per quello che potrebbe essere il costo reale di tutta l’operazione e dell’incomprensibile trattamento di particolare favore a questa iniziativa rispetto ad altre e ovviamente, forse per deformazione professionale, temo che il ripristino dell’area verde sarà lasciato alle incredibili capacità che ha sempre la natura di cavarsela da sola alla faccia dell’uomo anche se i risultati non sempre coincidono con le aspettative. Si è discusso anche di Granerolo ma è tutto sotto controllo, rimane solo da capire questa faccenda dei rifiuti che quando passa Ernesto Meazza si materializzano davanti a lui per farsi fotografare e quando passano gli assessori in carica spariscono magicamente.
E intanto il tapiro inizia a brucare l’erba di Pedemonte, speriamo non sia indigesta.
Un anno di lavoro: Giro bocciato.
Il sindaco Giro è stato di manica larga quando ai giornali locali si è dato un bell’8 dopo un anno di governo della Città.
Senza perdere tempo a dare voti ci limitiamo a leggere la realtà e vediamo che per ora la sua amministrazione si riduce ad un deludente mix di normale amministrazione vestita da una finta efficienzam aziendalistica, propaganda forte e vuota, provvedimenti discriminatori, assenza totale di investimenti pubblici, tagli al sociale e all’ambiente e frottole che si sgonfiano ogni giorno che passa (protocollo d’intesa per l’ente fiera, spostamento centro islamico, Piano Regolatore in sei mesi, ecc.).
Al vicesindaco Nocilla consigliamo di cambiare il nome dell’Assessorato ai Lavori Pubblici di cui ha la delega perché in città di interventi importanti non se ne vedranno molti nei prossimi anni.
Opere fondamentali come le scuole, la piazza del Consiglio Comunale dei Ragazzi e le piscine sono stati cancellati ma non sostituiti da nulla.
Converrà ribattezzarlo assessorato ai “Lavori Privati”, visto che senza questi la città sembra che non potrà programmare il suo sviluppo.
Agli esponenti della Lega che lamentano una scarsa considerazione da parte del sindaco Giro chiediamo di essere più solerti nel convocare le Commissioni di cui hanno la Presidenza, come quella dei Lavori Pubblici che dovrebbe dirci che fine faranno le piscine. Da un anno si sente solo la voce del Sindaco e i leghisti non si possono lamentare dato che non si esprimono chiaramente sui temi più importanti. Non sappiamo se sono d’accordo sui soldi spesi per il Festivalone, né per quelli destinati a ristrutturare il vecchio edificio prefabbricato delle scuole elementari, né se sono a favore del fantomatico Ente Fiera e del referendum pro-piscine.
Giro parla per tutti, perciò tutti i consiglieri di maggioranza per i prossimi anni se ne facciano una ragione.
Il PD conferma il giudizio espresso qualche mese fa: la città è ferma e per la qualità della vita dei cittadini non si vedono miglioramenti. Almeno se in questo momento di crisi avessero abolito i parcheggi a pagamento in superficie come da programma elettorale !

Il Coordinatore cittadino PD
Roberto Birocco

Contrari ai compensi per il cda del COUB VCO

imageIeri pomeriggio si è riunita l’assemblea dei sindaci del Coub dei rifiuti della provincia del Verbano Cusio Ossola con all’ordine del giorno, tra le altre cose, il compenso degli amministratori del consiglio di amministrazione. Punto che era stato rinviato nella prima seduta dell’aprile scorso, a seguito di una proposta a dir poco esagerata.
Ieri ci saremo aspettati, una posizione che fosse dettata dal senso di responsabilità dovuto al difficile momento che tutto il paese sta vivendo.
Rammarica, invece, constatare che le cose non sono andate così.
Le proposte messe ai voti sono state due. Quella avvanzata dal sindaco di Ghiffa che prevedeva un compenso mensile di 1000 euro al Presidente, 500 al vice e 300 ai componenti e quella del sindaco di Oggebbio che prevedeva 1900 euro al Presidente, 950 al vice e 450 ai componenti.
In una sala ormai deserta, vista anche l’ora, il risultato è stato di 14 voti a favore della proposta “Ghiffa”, tra cui i comuni di Villadossola,  Pieve Vergonte, Piedimulera, Viganella, Vogogna, Cossogno, Belgirate, Casale Corte Cerro, Baveno, e 16 voti per la proposta “Oggebbio” tra cui i comuni di Domodossola, Verbania, Gravellona, Vignone ecc.
Non si tratta di fare demagogia come qualche sindaco ha esternato quasi infastidito che ci fosse qualcuno che metteva i bastoni fra le ruote ai grandi manovratori, ma è una questione di etica nei confronti di tutti i cittadini che quotidianamente faticano per andare avanti.
Ci domandiamo come si possa essere credibili nei confronti degli operai senza lavoro, degli artigiani che faticano quotidianamnte per far fronte ai pagamenti, ai precari ormai trasformati in disoccupati, ai commericanti sempre più alle corde, insomma a tutti i lavoratori, quando si fanno pesare sulle loro tasche compensi di quasi 2000 euro al mese.
Se è vero che le idennità attuali sono leggermente inferiori alla somma di quelle  percepite dagli amministratori dei due cob precedenti, è altrettanto vero che ci saremmo aspettati un gesto più significativo che non uno solo un semplice gesto di pura parvenza.
E’ una vera vergogna!

Andiamo oltre

imageMartedì 11 maggio si è svolta a Verbania presso la sede Pd di Via Rigola, un incontro promosso da alcuni democratici della nostra provincia per dare vita anche nel nostro territorio al progetto chiamato “andiamo oltre”, lanciato il mese scorso a Milano dal consigliere regionale Pippo Civati.
Alla serata erano presenti circa una quarantina di persone.
Il primo obbiettivo dell’incontro era quello di andare oltre alle mozioni che ci avevano visti contrapposti durante il congresso dell’autunno scorso. Questa prima finalità si può dire che è stata ottenuta in quanto gli interventi che ci sono stati, indipendentemente dalla mozione sostenuta al congresso, hanno avuto come comune denominatore la volontà di superare le divisioni. l’unica provenienza che conta è quella del Partito Democratico.
Nell’introduzione alla serata, si è sottolineato come il Pd sia ancora un soggetto incompiuto che necessità dell’impegno di tutti per costruirlo. Si è evidenziato come sia necessario tornare ad essere un partito propositivo, presente sugli argomenti e capace di elaborare proposte a partire dal livello locale.
Una proposta politica nuova potrà aver maggior successo se accompagnata da una vera spinta rinnovatrice che fino ad oggi è rimasta solo sulla carta. Ecco, quindi, l’obbiettivo: costruire un progetto politico serio, alternativo e concreto capace di partire dai temi locali su cui basare una nuova classe dirigente.
Il successivo dibattito ha visto partecipare molte persone che hanno toccato svariati temi. (segue)I temi più sentiti e sui quali si chiede subito di partire sono quelli ambientali: acqua e rifiuti. Nel primo caso, la proposta del Pd nazionale (promuovere raccolte di firme per una proposta di legge che parta dal principio che l’acqua è un bene pubblico) deve essere promossa e divulgata, magari con un’iniziativa di forte impatto mediatico. Per il tema dei rifiuti, si deve partire dalle eccellenze che nella nostra realtà ci sono per arrivare a fare una proposta che abbia come obbiettivo il riciclo integrale dei rifiuti, la chiusura del forno di Gravellona e l’unificazione degli enti gestori attualmente presenti in provincia (Conser Vco e Valle Ossola). Questi i primi due temi su cui lavorare, iniziando a utilizzare gli strumenti che il partito mette a disposizione, a partire dalle commissioni, in questo caso quella ambientale che si ritroverà giovedì prossimo a Domodossola.
Altri temi sono ritenuti importanti e degni di approfondimento, a partire dal lavoro e dalla crisi economica che la scorsa settimana ha rischiato di mettere in ginocchio il tessuto economico e sociale europeo a partire da quello italiano. Questa crisi sta mettendo in evidenza nuove povertà e per questo lo stato sociale deve essere messo in grado di rispondere alle nuove sfide, riducendo le sacche dei privilegi, razionalizzando le risorse, togliendo il controllo politico dalle aziende sanitarie. Tutto questo potrà concretizzarsi se si mette in campo un nuovo sistema fiscale, oggi castigatore dei bassi redditi e alleato dei grandi evasori. Equità fiscale che deve coniugarsi con equità sociale, solo così si potrà uscire da questa crisi più forti, solo mettendo in campo queste proposte si potrà sconfiggere le paure che ci stanno portando verso la xenofobia, la guerra tra poveri, la paura dell’immigrato. l’immigrazione è una risorsa, va sì governata, ma non demonizzata.
Alcuni di questi temi sono certamente di rilevanza nazionale, ma su questi binari dobbiamo declinare le scelte locali.
E poi il partito.
In tutti gli interventi è emerso, ancora una volta, il malumore rispetto al metodo utilizzato per le nomine appena compiute. Si sente la necessità di un cambio di passo e il desiderio di avere un partito che sia conseguente ai propri principi. Un partito che rispetti le regole e nel quale le decisioni siano prese veramente negli organi deputati a farlo. Un partito che metta concretamente in campo un serio ricambio. Un partito che sia trasparente nelle scelte, che sia in grado di individuare le candidature in modo limpido, basandosi sulle capacità, sul merito e sulle volontà di rapportarsi con il gruppo dirigente che lo ha scelto. In una parola: un partito diverso
Ecco in sintesi i bisogni e le richieste uscite dalla riunione di ieri sera.
A conclusione dell’incontro si sono quindi prese le seguenti decisioni che saranno alla base del lavoro futuro.
Ø Primo: niente sotterfugi, ma trasparenza. Ecco perché a termine di ogni incontro si farà un riassunto come questo da fare avere agli iscritti;
Ø secondo: creare un luogo virtuale di discussione, l’idea è quella di utilizzare l’area forum del sito provinciale del Pd, dove scambiarsi le informazioni, dove poter leggere questi resoconti, dove poter manifestare dissensi o condivisioni, fare proposte e lanciare idee.
Ø terzo: costruire un breve documento sull’acqua e sui rifiuti da sottoporre alla commissione ambiente;
Ø quarto: costruire una proposta operativa provinciale;
Ø quinto: individuare un gruppo di lavoro che organizzi la giornata del 19 giugno con Pippo Civati che si svolgerà presso l’area feste de “La Lucciola” di Villadossola.

Domodossola: ennesimo inganno

image Pubblichiamo il testo del comunicato stampa del circolo PD di Domodossola in merito alle ultime vicende amministrative.
Innanzitutto, prendiamo atto con una certa soddisfazione che il Sindaco Marinello si sia accorto della presenza del Partito Democratico a Domodossola e che sia rimasto colpito dalla posizione espressa dal nostro Circolo nel manifesto intitolato “Ennesimo Inganno”.
Fa specie però sentirlo rivolgere al PD accuse di opportunismo politico e di attenzione solo alle campagne elettorali: sarebbe fin troppo semplice ribattere che sono altri ad aver potuto sfruttare la propria visibilità istituzionale come trampolino per la propria carriera politica, dimostrando con che ordine di priorità vengano tenuti in conto gli impegni assunti con i cittadini/elettori rispetto alle proprie ambizioni personali; ma non ci interessa affrontare questo argomento, seppure molto popolare in città. Quel che è grave e che ci interessa sottolineare è invece, ancora una volta, il tentativo di sfuggire al merito delle questioni che vengono sollevate e cioè “a chi verrà affidata la guida della città” dal momento che il Sindaco è, di fatto, decaduto per incompatibilità col ruolo di Consigliere Regionale?
Dopo aver ascoltato il Sindaco affermare, in apertura del Consiglio Comunale del 27 Aprile scorso, che il suo sostituto sarebbe stato indicato entro una decina di giorni, ad oggi (10 Maggio) questo nome non è ancora stato rivelato mentre nel frattempo abbiamo assistito al triste spettacolo delle indiscrezioni, delle voci e delle smentite che rivelano come la maggioranza alla guida di Domodossola sia tenacemente impegnata a contendersi la poltrona di vicesindaco “reggente” e poco preoccupata di tutto il resto.
Di più, la mancata individuazione di un vicesindaco evidenzia in maniera lampante i forti contrasti interni alla Lega Nord tra le due personalità più in vista in questa vicenda (il Sindaco Marinello e il Sen. Montani) , che utilizzano Domodossola come palcoscenico e teatro di uno scontro da cui dovrà emergere la guida futura della Lega nel VCO. Con buona pace delle restanti componenti della maggioranza domese e scarso riguardo nei confronti dei cittadini che preferirebbero i loro amministratori impegnati su ben altri fronti.
E’ questo, signor Sindaco, l’ennesimo inganno che abbiamo denunciato alla città. Ed è su questo che avremmo gradito una risposta.
Ma si è preferito parlare d’altro, tentare di spostare l’attenzione su altri argomenti sui quali, a questo punto, è doverosa una replica.
Per quanto riguarda la mancanza di progetti, ci permettiamo di sottolineare come le opere che vengono aperte ed inaugurate dal Sindaco Marinello con grande enfasi siano in realtà cantieri voluti e pensati da altri. l’esempio più recente è il parcheggio di via Facchinetti, opera voluta dall’amministrazione Cattrini più di 8 anni fa, così come gran parte dei famosi e decantati 17 cantieri che sarebbero il fiore all’occhiello di questa amministrazione e di cui il sindaco si attribuisce il merito con un po’ troppa disinvoltura. In questo ambito, ci sorprende la condizione in cui versa  ancora piazza Matteotti, “addobbata” con nastri e recinzioni che sembrano uno scherzo di carnevale: vista la sensibilità  dimostrata per l’immagine della nostra città, ci saremmo aspettati un maggior impegno nella sistemazione anche di questa piazza, la prima a cui accedono i visitatori che giungono a Domodossola in treno.
Per concludere, alla mancanza di progettualità di cui il Sindaco Marinello accusa il Partito Democratico domese, vorremmo contrapporre ancora una volta le gravi inefficienze di questa amministrazione, che ha, tra le tante, fatto perdere alla  città centinaia di migliaia di euro negli ultimi tre anni per non aver saputo gestire il rinnovo della concessione del gas a Domodossola e che, per contro, accollerà ai cittadini ossolani la modica cifra di 900.000 euro (!) per coprire il disavanzo di gestione della raccolta differenziata dei rifiuti.
Meditate, cittadini, meditate…