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Firma per la difesa della sanità pubblica nel VCO

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Il Verbano Cusio Ossola rischia di vedere distrutto il sistema della Sanità Pubblica con la scelta di privatizzazione dell’Ospedale Castelli e dell’individuazione dell’Ospedale San Biagio come Ospedale Unico del territorio. Difendiamo la scelta del nuovo Ospedale in posizione baricentrica assunta dal protocollo d’intesa tra la Regione e i Comuni del VCO nel 2015! 
Tuteliamo il diritto alla salute dei quasi 160 mila abitanti del VCO e degli oltre 3 milioni di visitatori che scelgono il nostro bellissimo territorio come meta turistica.
La Regione Piemonte non faccia marcia indietro sul progetto dell’Ospedale Unico Baricentrico: questa scelta potrebbe penalizzare la quasi totalità della popolazione, i turisti e di conseguenza il tessuto sociale ed economico del territorio. Senza Ospedale nuovo in posizione baricentrica avremo strutture sanitarie sempre meno competitive, sempre meno professionisti disposti a dedicare il loro impegno nella nostra provincia, strutture pubbliche ridimensionate, maggiori costi. Facciamo una scelta di buonsenso che guardi al futuro: sosteniamo definitivamente il VCO come territorio unico e unito che con orgoglio rivendica le proprie specificità, senza farsi dividere su scelte fondamentali come la salute e il benessere delle persone. Ne va del nostro futuro: la battaglia è per tutte le generazioni, la salute non ha colori politici!

Sanità: nessun buco allarmante come preannunciato dal neo assessore regionale Icardi

PD: “Finalmente si è tornati alla realtà. Nessun buco allarmante. Ora si lavori al Piano sociosanitario”

 “Finalmente siamo passati dalle discussioni sui giornali al confronto in commissione. Questa mattina l’assessore Icardi nella sua informativa ha precisato che il disavanzo finale, anche grazie all’uso di fondi extra, sarebbe di circa14 milioni di euro, una situazione ben più governabile rispetto ai paventati 450 milioni che emergono dai bilanci preventivi e che potremo analizzare solo quando saranno messi a disposizione i dati dei consuntivi trimestrali. La preoccupazione dell’assessore è relativa al 2020 e al 2021, ed è una preoccupazione condivisibile perché la spesa per i farmaci innovativi ed il costo del rinnovo del contratto di lavoro richiedono che si apra con il Governo una discussione sulla quantificazione del fondo sanitario, altrimenti la maggiore spesa verrà scaricata sulle Regioni. Questo è il vero allarme ed è necessario che Cirio ed Icardi chiedano al Governo di aprire urgentemente una trattativa che porti ad un aumento della quota del fondo sanitario” dichiara il Vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi

“Governare significa trovare il punto di equilibrio tra la capacità di erogare servizi  e la compatibilità economica – afferma il portavoce del Pd in Commissione Sanità Raffaele Gallo – Nei cinque anni passati la Giunta Chiamparino ha fatto scelte precise per contenere la spesa, come ha riconosciuto lo stesso assessore Icardi, senza recare  ulteriori disagi ai cittadini. E’ importante sottolineare, in particolare, il contenimento della spesa farmaceutica attraverso le gare centralizzate. In merito, poi, all’apertura alla sanità privata annunciata da Cirio, è importante chiarire che i maggiori fondi per gli erogatori privati non vadano a discapito della sanità pubblica. Quindi, come ha intenzione di fare Icardi?”

“Come Pd, poi, crediamo sia urgente che la Regione si doti di un piano socio-sanitario per affrontare questioni non più differibili come le cronicità, la non-autosufficienza e le post-acuzie. Se si ritiene che queste siano priorità, allora bisogna fare scelte precise in termini di politica sanitaria” precisa il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti

“Per quanto riguarda l’edilizia sanitaria – conclude il vice Presidente del Consiglio regionale Mauro Salizzoni – nonostante una cerca vaghezza da parte dell’assessore Icardi sui nuovi ospedali, valutiamo positivamente il fatto che non si voglia rimettere in discussione il percorso finora compiuto sul Parco della Salute, evitando perdite di tempo che rischierebbero di pregiudicare un’infrastruttura imprescindibile. Bisognerà avviare una discussione sul futuro degli attuali ospedali della Città della Salute, ed auspichiamo che il Consiglio regionale possa svolgere un effettivo ruolo di approfondimento, di controllo e di proposta”.

Ufficio Stampa – Gruppo PD Regione Piemonte

Le stucchevoli dichiarazioni rese dall’assessore regionale alla sanità Icardi

Trovo stucchevole  che l’assessore regionale alla sanità arrivi a dichiarare, nel comunicato stampa ufficiale della Giunta che il VCO, secondo i parametri di legge nazionale, avrebbe diritto solo a “mezzo ospedale“. 
Non si affrontano temi così delicati con le battute che, peraltro, non trovano riscontro alcuno nelle norme di legge. 
Non è  vero come dice che “abbiamo individuato anche una nuova strada di finanziamento che sarebbe completamente a carico dell’INAIL“. Abbiamo chi?
Quando si sa benissimo che il finanziamento  INAIL è stato frutto del lavoro della precedente giunta regionale di Chiamparino. 
Quanto alla richiesta di tempo per approfondire questo problema, peraltro capibile, rende vera propaganda le certezze che la Lega aveva espresso durante tutta la campagna  elettorale.

Aldo Reschigna

Partito Democratico VCO

Continuare nella direzione del nuovo Ospedale baricentrico a Ornavasso.

A seguito della partecipata assemblea pubblica, convocata dal Sindaco di Verbania Silvia Marchionini, lunedì 8 giugno a Palazzo Flaim, nella quale è stato ribadito da numerosi tecnici, rappresentanze sindacali e cittadini che la scelta strategica migliore per la nostra Provincia, per dare una sanità di qualità ai cittadini, è rappresentata dalla realizzazione di un Ospedale unico e nuovo in posizione baricentrica, il Partito Democratico provinciale del VCO, plaudendo all’iniziativa, ribadisce con coerenza la posizione espressa sin dall’ottobre 2015.
La nostra Provincia, infatti, necessita di un un Ospedale nuovo, la cui collocazione è stata individuata dalla stragrande maggioranza dei Sindaci del VCO ad Ornavasso, per garantire a tutti i cittadini ed anche al personale ospedaliero una struttura che offra servizi e prestazioni di qualità. Ad essa saranno abbinate, per un supporto sanitario completo, le Case della Salute, in parte già avviate, che completeranno attraverso un servizio di prossimità l’offerta sanitaria per tutti i cittadini.
Riteniamo che chi ha il compito di amministrare, ad ogni livello, debba assumersi la responsabilità di scelte lungimiranti, in grado di tenere insieme il territorio senza favorire scontri e divisioni, specialmente su un tema così importante come la salute dei cittadini.

Segreteria Partito Democratico VCO

Ecco i documenti presentati alla partecipata assemblea pubblica, convocata dal Sindaco di Verbania Silvia Marchionini, lunedì 8 giugno a Palazzo Flaim

Sanità. No alle proposte del neo assessore regionale Roberto Rosso.

No alla privatizzazione dell’ospedale Castelli, no al Verbano e al Cusio succursali di Borgomanero(!), no al nuovo #ospedale a Domodossola. No alle proposte del neo assessore regionale Roberto Rosso.
Per il Verbano e il Cusio ospedale di riferimento Borgomanero, ospedale Castelli privatizzato e nuovo ospedale a Domodossola. Sono queste le incredibili parole dell’assessore della giunta piemontese, Roberto Rosso, pronunciate ieri nel VCO.
Come riportato da alcuni organi di stampa testualmente afferma, auspicando l’allargamento della Provincia del VCO all’alto novarese: “l’ospedale di Borgomanero polo di riferimento per Verbano e Cusio, Domodossola per l’Ossola. Verbania potrebbe essere parzialmente privatizzato come il centro ortopedico di quadrante di Omegna».
Una dichiarazione inopportuna questa dell’esponente di Fratelli d’Italia, che segue quelle analoghe fatte da alcuni esponenti della Lega in campagna elettorale.
Lo ribadisco con forza: no alla privatizzazione del Castelli, no al Verbano e al Cusio succursali di Borgomanero(!), no al nuovo ospedale a Domodossola.
L’unica scelta per rilanciare una sanità di qualità per TUTTI i cittadini del VCO è quella della costruzione del nuovo ospedale in zona baricentrica nella nostra provincia.
Mi batterò sino in fondo perché queste proposte assurde, di alcuni esponenti del governo piemontese guidato dal neo Presidente Alberto Cirio, non si realizzino.
In attesa di vedere lo stesso Presidente del Piemonte sul territorio e affrontare questo tema, invito gli esponenti di tutte le forze politiche e gli Amministratori,, a mobilitarsi e a far sentire la propria voce. 
Spero che anche gli alleati dell’assessore Rosso prendano al più presto le distanze da queste affermazioni.

Silvia Marchionini – Sindaco di Verbania

Dal 1° marzo in Piemonte abolito il costo del ticket sui farmaci

Stamane la Giunta regionale guidata da Chiamparino ha deciso di cancellare la quota fissa di compartecipazione farmaceutica a carico dei cittadini, che era in vigore dal 2002.
Dal 1 marzo i piemontesi non dovranno più pagare il ticket sui farmaci. Questa mattina, infatti, la giunta regionale ha deciso di cancellare la quota fissa di compartecipazione farmaceutica a carico dei cittadini, che era in vigore dal 2002.

«Il Piemonte diventa una delle prime regioni italiane ad aver completamente abolito il ticket sui farmaci – sottolineano il presidente della Regione Sergio Chiamparino e l’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta -. Cancelliamo una tassa sulla salute: un vantaggio per i cittadini che non devono più sostenere un costo, ma anche una riduzione della burocrazia per gli stessi cittadini e per la pubblica amministrazione».

«D’altronde – precisa l’assessore Saitta -, il ticket sui farmaci era stato pensato con l’obiettivo di controllare e calmierare la spesa farmaceutica. I dati degli ultimi anni ci dicono invece che non esiste alcuna correlazione fra le due cose: la spesa nelle singole regioni è variata in modo indipendente dall’applicazione dei ticket. Nei fatti era diventata soltanto una tassa».

Nel corso degli anni la Regione aveva già introdotto una serie di esenzioni in base al reddito e alle patologie (oltre ad aver eliminato la quota di compartecipazione sui farmaci non coperti da brevetto). Ad oggi il ticket doveva comunque essere corrisposto da 1,1 milioni di piemontesi, per un costo di 1 o 2 euro per ogni confezione di medicinale.

«Siamo nelle condizioni di effettuare questa operazione grazie ai risparmi consistenti ottenuti in questi 5 anni sulla farmaceutica, anche attraverso l’apertura al mercato delle gare di acquisto e l’introduzione della concorrenza, che ci hanno permesso di reinvestire risorse nel sistema sanitario regionale e nella cura dei pazienti» aggiunge Saitta

Da La Stampa