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Ospedale nuovo: il perchè di questa proposta.

sanitaLa proposta avanzata dalla giunta regionale in occasione dell’incontro tenutosi venerdì 16 ottobre di realizzare un ospedale pubblico, nuovo ed unico, di riferimento per il territorio dell’ASL VCO permette di fare un ulteriore passo avanti nella costruzione di un sistema sanitario più efficace ed efficiente nel VCO.

Si è giunti a questa proposta perchè con la giunta Chiamparino la gestione delle politiche sanitarie a livello regionale sta cercando di mettere a posto i conti della sanità regionale.

Il Partito Democratico del VCO ha sostenuto questo percorso con le proprie discussioni e con le delibere assunte in assemblea provinciale, facendo uscire il dibattito politico locale da una impasse che perdurava da molti anni e che non forniva soluzioni concrete e realistiche.

La nuova situazione della politica sanitaria regionale permette ora di avviare nuove iniziative, come richiesto dal PD-VCO nei mesi scorsi. Sta prendendo corpo la sperimentazione sulla medicina territoriale e sulla emergenza/urgenza, che ha ricevuto un’ulteriore spinta dalla decisione di costituire un unico distretto sanitario. Si stanno riaprendo le assunzioni di personale medico-infermieristico.

La proposta di un nuovo  ed unico  ospedale , a gestione pubblica, per il territorio del VCO è un ulteriore importante  tassello verso la realizzazione di un sistema sanitario al passo con i tempi, che possa fornire servizi di qualità a tutta la popolazione.

Non è un escamotage elettorale – ha ricordato il presidente della regione Sergio Chiamparinonon stiamo andando in tutte le Province a promettere un nuovo ospedale. Nel Vco salvare i due Dea vorrebbe dire solo allungare l’agonia di un sistema che non si regge più“.

Un progetto da circa 120 milioni di euro per una nuova struttura ospedaliera a gestione interamente pubblica costruita da privati con 300 posti letto in 36 mila metri quadrati. Ora l’Asl Vco spende 4,5 milioni l’anno di manutenzioni, 2,7 milioni di utenze e 6 di servizi appaltati: con un ospedale unico i risparmi sarebbero di circa 8-9 milioni di euro l’anno, somma che si userebbe per pagare il canone alla società che costruirà l’ospedale unico.

Il PD a livello locale continuerà a dare il proprio contributo ad un processo di cui è stato parte attiva, promuovendo nei consigli comunali l’approvazione di delibere a sostegno di questa proposta.

A questo scopo, alleghiamo una bozza di ordine del giorno, che può essere utile come base comune.BozzaDelibera-ConsCom-sanità-ottnov2015

Incontro sulla sanità

sanitaL’incontro sulla sanità svoltosi al Tecnoparco venerdì scorso certifica un passaggio nuovo rispetto al tormentato periodo apertosi un anno fa e che a questo punto possiamo lasciarci alle spalle.

I dati evidenti di questa svolta sono importanti e, alla luce dei commenti emersi, vorremmo sottolinearli.

In Piemonte ci saranno 5 nuovi ospedali: Novara e Torino con le città della salute; Alba (che finalmente vede in chiusura la sua tragica via crucis che ha intasato per un decennio una splendida vallata con una struttura mai compiuta); Asl TO5 che trova una quadra ora sull’ospedale unico e il VCO che è invitato ad uguale sforzo.

L’ospedale sarà costruito in funzione di un cronoprogramma stretto (circa 4 anni) e con una modalità di project financing: cioè chi costruirà avrà in gestione servizi accessori dell’ospedale.

I  Sindaci che sono intervenuti venerdì, a cominciare da Verbania, Omegna e Domodossola si sono riconosciuti con forza in questo percorso, mettendo da parte le difficoltà dell’ultimo anno e guardando al futuro con lo spirito giusto.

Ora è necessario che, rapidamente e con altrettanta determinazione, tutti i Consigli Comunali e i Comuni concordino sul progetto che nel breve il Direttore Caruso promuoverà presso l’assemblea dei Sindaci.

Noi confermiamo l’impegno a che il percorso sia il più rapido e fluido.

Riccardo Brezza
Segretario PD Circolo di Verbania
Davide Lo Duca
Capogruppo PD – Consiglio Comunale di Verbania

Medicina territoriale, un impegno per la salute dei cittadini

medicinaPubblichiamo al segunte link l’ordine del giorno presentato ieri 7 aprile all’Assemblea Provinciale del PD e che sottoponiamo al territorio. Cliccare qui – Proposta per i servizi sanitari nel VCO 7 aprile 2015.

Se pensiamo a come la società sia cambiata nel corso del tempo non dovremmo stupirci di sentir parlare di cambiamenti anche nell’organizzazione della cura e dell’assistenza al malato.

Negli ultimi anni si sta realizzando il tanto auspicato spostamento del baricentro dall’ospedale al territorio. Questo avviene per il continuo invecchiamento della popolazione, l’aumento delle patologie correlate all’età avanzata, in particolare le malattie croniche.
Avendo verificato quanto sul nostro territorio sia necessaria una modifica di metodo di cura riteniamo ormai non prorogabile una scelta politica forte che sviluppi e integri la medicina sul territorio e quella ospedaliera.
La cronicità va affrontata con la medicina territoriale o “medicina di iniziativa” ovvero intervenendo prima dell’insorgere della malattia, con una medicina quindi che si occupa di promozione della salute con l’intervento di team multidisciplinari coordinati dai medici di medicina generale quali responsabili clinici ed assistenziali delle cure primarie sul territorio.
Si rende necessario il passaggio dall’atteggiamento del medico di famiglia denominato “di attesa” o “on demand”, che risponde cioè ai problemi emergenti a richiesta del paziente, alla medicina sul territorio e vicina ai cittadini, intesa come il passaggio da un’offerta passiva e non coordinata di servizi ad un sistema assistenziale integrato in cui ogni soggetto coinvolto possa svolgere il proprio ruolo senza sovrapposizioni, garantendo al paziente interventi adeguati e differenziati in rapporto al livello di rischio.
Non c’è un modo più semplice per dire che per noi, per il Pd, inizia un percorso di confronto in cui tutti dovrebbero fare la loro parte.
Noi vogliamo che i medici si sentano gratificati nello svolgimento della loro professione, e come già avvenuto per altre discipline è il momento di unire esperienze, competenze e iniziativa perché il paziente si senta rassicurato ed ottenga risposte soddisfacenti in tempi stretti.
Riteniamo, e ribadiamo perché già detto altre volte, che non è possibile che esami basilari richiedano spostamenti in ospedale, code di attesa ed esiti da recuperare in un giro vorticoso di andate ritorno su strade di montagna. Lo possiamo fare in presidi intermedi, un tempo li chiamavano distretti, ne trovavi in molte valli, oggi si chiamano Aft.
Il sistema basato sull’attesa, incentrato solo sull’ospedale, presenta dei punti deboli mal conciliabili con un sistema sanitario moderno incentrato più sulla persona che sulla patologia. Inoltre il vecchio sistema ha dei limiti di sostenibilità economica evidente a tutti; non risponde in modo adeguato della domanda di salute, tanti esami di routine cui seguono spesso non risposte, ed inoltre si verificano disuguaglianze di prestazioni in cui i soggetti più deboli soccombono nelle liste di attesa mentre chi può cerca altrove le sue risposte. Quindi perché non costruire un sistema più efficiente?
Ci vorrà tempo?
Sicuramente, e anche determinazione e impegno da parte dei professionisti, degli amministratori e della politica.
Il Partito Democratico vuole prendersi questo impegno, mettendo a tacere le polemiche e le demagogie di chi fatica a fare proposte e invoca alla conservazione di quel poco che c’è, per realizzare una sanità più accessibile e efficiente per il cittadini.
Non aspettiamo che tutto avvenga per caso, perché il bisogno crescente obbligherà a mettere una pezza e si daranno risposte confuse, organizziamo un nuovo sistema a misura di Vco iniziando da subito.

Antonella Trapani
Segretario Provinciale PD

Mauro Giudici
Responsabile Welfare, Salute e Benessere segretaria provinciale PD

Discutere con la Regione sulla sanità: una scelta necessaria

sanitaAbbiamo la possibilità di ridisegnare l’offerta sanitaria del nostro territorio ma alcuni amministratori non la vogliono cogliere. Questo dovrebbe stupirmi? No, questo no. 
Mi stupiscono invece le dichiarazioni del Sindaco Cattrini, primo porta voce di questo arroccamento difensivo, che basandosi sulla sua personale convinzione che qualcuno ha già preso la sua decisione sugli ospedali del Vco e indicando nel Pd il padrone cattivo che lo ha imbavagliato si esclude dalla discussione e più che un disobbediente oggi, posso dire che lo è stato fino a ieri. 
Lo è stato quando il partito gli ha chiesto di non chiudersi alla discussione e di sedersi al tavolo, quando gli ha chiesto di adoperarsi per mantenere i contatti con i resto del Vco e in ultimo quando rifiuta di contribuire ad un progetto per il futuro della nostra medicina territoriale definendolo “solo chiacchere”. 
Non mi sorprende che a seguirlo siano gli amministratori di centro destra dell’Ossola e che cerchino l’appoggio dell’opinione pubblica mettendo anche loro sul piatto delle inconsistenti dimissioni, mentre propongono di affidarsi alla Sanità privata lombarda e che tutto bisogna fare fuorché migliorare i servizi ai cittadini perché, se arrivassero dei risultati positivi poi come me la mettiamo con il consenso elettorale? 
No. Quest’ultima parte non mi stupisce, anche perché siamo abituati alla contrapposizione politica misera e triste che si pratica in questo paese, la destra conservatrice si contrappone ad una forte volontà di riforma portata avanti in prima linea dal Partito Democratico. Parlando personalmente con il Presidente Chiamparino ho avuto rassicurazioni ulteriori, anche se non ne sentivo il bisogno, sul fatto che non c’è stata alcuna decisione sul Dea del Vco e che gli sforzi e le dolorose scelte fatte in questi mesi per rimettere i conti della sanità regionale in ordine stanno dando i primi frutti. 
Mentre in questi mesi tutti si cimentavano nella pratica dell’attacco mezzo stampa il PD ha investito le sue energie nella stesura di un progetto sperimentale per il VCO riguardante l’assistenza integrata, per coprire e rispondere finalmente ad una grande richiesta di nuovi bisogni assistenziali, per dare risposte concrete alle piccole e grandi necessità sanitarie e non per forza ospedaliere che arrivano dai nostri cittadini. 
Qualcuno dice che non si può affrontare questo argomento se non è definito prima dove sarà collocato il DEA. E qui commette il nostro stesso errore comunicativo iniziale. Noi già oggi parliamo impropriamente di DEA, perché non trovando risposte adeguate come cittadini andiamo in ospedale e magari ci lamentiamo per la lunga attesa, non immaginando che stiamo aspettando perché non siamo un’emergenza, perché avremmo bisogno di un pronto soccorso o di un punto sanitario intermedio. 
Questi si definiscono accessi impropri! 
Dai qui il ribaltamento, riduciamo gli accessi impropri, rispondiamo ai nuovi bisogni di salute ed emergerà con più chiarezza anche la soluzione per l’emergenza e la sua gestione in ospedale senza dare al cittadino, all’amministratore pubblico, quella infelice sensazione di esser abbandonato, di esser oggetto di ingiustizie e differenziazioni tra territori. 
Abbiamo il tempo necessario per costruire un progetto su basi economiche stabili. A tal proposito è arrivata in questi giorni una lettera dell’Assessore Siatta indirizzata ai sindaci in cui si avvia la prima interlocuzione su questo argomento, un segnale importante, una attenzione che il Pd ha cercato con insistenza, senza minacce, ma con la forza e la determinazione di chi ha delle idee da proporre per costruire finalmente quel futuro di cui si è tanto sentito parlare, ma che non ha trovato una classe dirigente all’altezza della sua realizzazione. 
Oggi bisogna scegliere: andiamo avanti con i vecchi metodi, con la debolezza delle rivendicazioni e dei ricatti istituzionali (se poi per dimissioni si intende che si andrà nel proprio consiglio rimettendo il mandato da sindaco… non si è neppure capaci di andare fino in fondo nella protesta!), delle divisioni territoriali o portiamo avanti in maniera compatta come Vco un progetto per i cittadini, per gli anziani affetti da malattie croniche, per traumatizzati che necessitano un percorso di cura post operatorio efficace, per i disabili mentali e le loro famiglie, per le madri che hanno bisogno di risposte a tutte le ore del giorno? Come si fa a dire che chi vuole discutere di questo è un succube del partito? Chi vuole discutere di questo è un amministratore che ha a cuore il futuro dei suoi cittadini senza distinzione di appartenenza politica. Certo per ottenere risultati positivi bisogna rimboccarsi le maniche, bisogna lasciare le sensazioni da parte e allargare la discussione, informare correttamente i cittadini perché nessuno di loro sarà lasciato solo. 
Cambieremo la sanità del Vco grazie al lavoro di squadra, alla collaborazione di amministratori e operatori, e all’impegno di chi sa quanto sia importante lavorare per ottenere un risultato importante come quello che ci siamo dati. 
Antonella Trapani 
Segretario Provinciale

DIMISSIONI DEI SINDACI: UN ERRORE!

Antonella Trapani, segretario provinciale PD VCO
Antonella Trapani, segretario provinciale PD VCO

Non credo che le dimissioni in massa dei sindaci ossolani – proposto dal sindaco di Domodossola Mariano Cattrini –  siano il modo corretto di affrontare il tema della riorganizzazione ospedaliera, tanto meno un utile strumento di pressione nei confronti della giunta regionale.
Sostengo come segretario provinciale PD del Verbano Cusio Ossola che, invece, sia necessario, oggi più che mai, sedersi intorno ad un tavolo con la Regione e discutere, con tutti i rappresentanti amministrativi e politici del Vco, di sanità, rilanciando una proposta, un progetto che abbia come obiettivo quello di migliorare il servizio sanitario del nostro territorio nel suo complesso e non solo partendo dagli ospedali.
Possiamo chiedere, in virtù della nostra specificità, attenzioni maggiori, possiamo domandare di diventare un territorio pilota per la sperimentazione della medicina territoriale, insomma possiamo, se siamo capaci e se ne siamo all’altezza, trasformare le nostre debolezze in punti di forza.
Per farlo, non servono colpi di mano, ma ragionevolezza, volontà di confronto senza vivere la sfida del Dea, da qualsiasi parte la si guardi, come un match, una gara dalla quale uscirà un vincitore e uno sconfitto.
Aggiungo che a me non risulta che la Regione avrebbe già scelto di collocare il Dea all’ospedale Castelli, forse le fonti del Sindaco di Domo sono più sicure delle mie, non discuto, ma l’amministrazione regionale al momento non ha ancora preso nessuna decisione a tal riguardo.
Invito quindi, il Sindaco Cattrini a tornare sui suoi passi anche perché è giusto che un sindaco risponda delle scelte di cui lui è responsabile e non di quelle che sono di competenza di altre istituzioni. Il lavoro dei quattro anni della sua amministrazione non possono essere vanificati in questo modo.

Antonella Trapani
Segretario provinciale PD VCO

Sanità e Autonomia: intervista al segretario provinciale –

Antonella Trapani, segretario provinciale PD VCO
Antonella Trapani, segretario provinciale PD VCO

Intervista del segretario provinciale del PD Antonella Trapani dopo l’assemblea degli iscritti dello scorso sabato 6 dicembre.
Assemblea degli iscritti nella quale, oltre a ribadire la posizione del PD in tema di sanità  ( cliccare qui per il documento già votato ad ottobre), ha deciso il percorso del PD a sostegno del progetto di autonomia montana.
Proposta da definire in un confronto con la Regione Piemonte partendo dal testo presentato dall’on. Enrico Borghi.
Una decisione da riportare con un apposito ordine del giorno al consiglio provinciale di martedì 9 dicembre.

“E’ stata una riunione combattiva- spiega- discussa per temi generali, l’autonomia, la sanità, ma anche per un chiarimento al nostro interno sui rapporti e la capacità di stare insieme e di trovare i luoghi dove affrontare le discussioni. Il Pd interverrà nel merito della legge sull’autonomia, cercando interlocutori a Torino, siamo convinti che “Vco” deve essere una convinzione anche sociale e non solo politica, le ragioni del nostro stare insieme non possono essere soltanto in base a dove vanno alcuni uffici. L’autonomia poi non potrebbe risolvere i problemi sanitari del Vco, perchè siamo parte di un complesso più grande, regionale. Penso che dobbiamo tornare a sederci ad un tavolo per provare a discutere e trovare un equilibrio per questo territorio