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130 POSTI LETTO DI CONTINUITA’ ASSISTENZIALE NEL VCO: E’ UN RISULTATO IMPORTANTE E MOLTO POSITIVO.

Aldo Reschigna
Aldo Reschigna

Finalmente a quattro mesi dall’incontro con i sindaci dell’Ossola e di Cannobio, dopo un incessante pressing da parte mia, questa mattina la Giunta regionale ha approvato la delibera che trasforma posti letto di riabilitazione in posti letto di continuità assistenziale.
Sono 130 complessivamente nel VCO: 65 all’Eremo di Miazzina, 20 alla Sacra Famiglia e 45 nelle RSA della nostra Asl.
L’elemento positivo, che intendo sottolineare e su cui ho impegnato grande attenzione, è che i 45 posti letto nelle RSA potranno essere distribuiti nelle tre realtà territoriali, colmando un grave lacuna che aveva procurato proteste in Ossola, nel Cusio e a Cannobio e confermando un principio assolutamente essenziale, quello che i posti letto di continuità assistenziale devono essere distribuiti sul territorio.
E’ un risultato importante e molto positivo.

Aldo Reschigna, capogruppo PD in consiglio regionale

Chiusura posti letto di Continuità assistenziale. Borghi: “Ecco gli atti, De Magistris. Leggili”

borghiLe dichiarazioni rese dal consigliere regionale leghista De Magistris sulla continuità’ assistenziale, nelle quali mi accusa di essermi inventato tutto per scopi di speculazione politica,sono a metà’ strada tra il lunare e l’incredibile.
Sostiene, il De Magistris, che “la realtà’ dei fatti e’ che non è’ stata presa nessuna decisione” in materia.
Peccato che non abbia letto la delibera numero 85-6287 del 2 agosto 2013 con la quale la giunta regionale del Piemonte (pag.7, punto 13) ha disposto la chiusura del vecchio sistema di continuità’ assistenziale.
Continua, il De Magistris, precisando che “la decisione è’ ancora aperta, e nulla e’stato deciso”. Peccato che con lettera prot. 77934 del 20 dicembre 2013 l’Asl 14 (che ha il logo della Regione Piemonte sulla carta intestata, consigliere De Magistris) abbia scritto a tutte le strutture socio sanitarie pubbliche del VCO informandoli che “a far data dal 2 gennaio 2014 saranno attivati presso la Casa di Cura Eremo di Miazzina numero 90 posti letto di Continuità’ Assistenziale a valenza sanitaria, come da DGR 1-6045 del 9 luglio 2013 e ai sensi della DGR 13-1439 del 28 luglio 2011”, e che in forza di tale decisione “dal 1 gennaio 2014 i posti di ricovero presso le RSS che progressivamente si renderanno disponibili per dimissioni dell’ospite sono automaticamente trasformati in RSA”.
Prosegue, il De Magistris, che siamo solo in presenza di “voci messe in giro dalla sinistra”. Peccato che sulla base di queste “voci” siano già’ due i posti di lavoro venuti meno all’Opera Pia Uccelli di Cannobio, a cui si aggiungeranno tra qualche giorno altri 7 alla Lagostina di Omegna e
altri se ne preannunciano a Premosello Chiovenda e Domodossola.
Siamo quindi in presenza di due circostanze oggettive, entrambe gravi.
La prima e’ che le decisioni assunte dalla Regione Piemonte stanno già’ producendo gravi danni all’occupazione locale, e una netta diminuzione del servizio con ripercussioni sia sugli utenti e le loro famiglie sia sui bilanci degli enti assistenziali pubblici. Come, peraltro, confermano in questi giorni le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Regionale, on.Valerio Cattaneo, e dei sindaci dei
comuni interessati.
La seconda e’ che un legislatore regionale non è’ a conoscenza degli atti compiuti dall’amministrazione da lui guidata, e parla senza neanche informarsi.
Lascio ogni commento a chi legge.
Al consigliere in questione, in ogni caso, assicuro il mio impegno sul versante del Fondo Sanitario Nazionale che, grazie al governo Letta, quest’anno per la prima volta da anni non ha conosciuto nessuna diminuzione o taglio, a differenza degli anni d’oro del federalismo tremontian-bossiano in cui si piallavano ad ogni ripresa i fondi per sanità’ e sociale con il sostegno entusiasta della Lega Nord.
Questi sono i fatti, constatabili e oggettivi, e non parole al vento. Quelle le lascio a chi scambia il proprio ruolo di legislatore con quello del propagandista di fazione.
On. Enrico Borghi

Post scriptum: a grave scorno di qualche ex leghista che in queste ore mi attacca pubblicamente, partecipo per la mia attività’ anche a conferenze. Lo faccio perché’ in quelle sedi porto le mie idee e quelle di chi rappresento. Posso capire che chi non ha idee e non rappresenta più’ nessuno sia pieno di dubbi verso tali attività’. Anche per questo e’ gentilmente pregato di farsi da parte per non fare ulteriori danni.

 

POSTI LETTO NELLE RSA DEL VCO: ennesimo errore della giunta Cota

Aldo Reschigna
Aldo Reschigna

La cancellazione dei posti letto di sollievo nelle RSA di Domodossola, Premosello e Cannobio per concentrare 90 posti letto di continuità assistenziale all’Eremo di Miazzina era stata affrontata a ottobre in una riunione con i sindaci ossolani e di Cannobio, l’assessore Cavallera, il direttore generale dell’Asl del VCO e i direttori generali della sanità e dell’assistenza.
L’impegno allora assunto dall’assessore era di trovare una soluzione entro lo scorso 10 novembre. Cosa che naturalmente non è avvenuta, a dimostrazione ulteriore del modo emergenziale con cui viene gestita la sanità regionale. La lettera del direttore generale dell’Asl VCO di disdetta dei posti letto senza che sia stato costruito un nuovo progetto ha accresciuto il senso di disorientamento nell’Ossola e a Cannobio su questo tema.
Ora pare che la Giunta Regionale il 30 dicembre assumerà una delibera con cui assegnerà 20 posti letto di continuità assistenziale all’Ossola, senza che su questo ci sia stato un nuovo confronto con gli amministratori locali, come si era impegnato a fare l’assessore a ottobre.
Gli amministratori si vedranno dunque recapitare una delibera di Giunta che imporrà dalla mattina alla sera decisioni che creeranno squilibrio economico nelle RSA, dovendo anche decidere dove collocare questi 20 posti letto. Questo modo di gestire l’integrazione sociosanitaria è inaccettabile.
Peraltro sottolineo un aspetto non secondario: non voler decidere attraverso un confronto che lasci il tempo di costruire soluzioni per risolvere il problema, ma unicamente aumentando i posti letto di continuità assistenziale, porterà come conseguenza a un numero eccessivo di posti letto nel VCO (20 nell’Ossola, 90 a Miazzina e 30 alla Sacra Famiglia) che rischiano di essere posti letto solo sulla carta, perché sarà l’Asl a decidere effettivamente quanti utilizzarne.
Oltre alla beffa, dunque, il danno di strutture che immaginano di avere un budget a disposizione che alla fine dell’anno risulterà inferiore. Per queste ragioni concordo con la richiesta degli amministratori ossolani di un incontro urgente con la Regione Piemonte per affrontare il problema.

Aldo Reschigna , capogruppo PD in consiglio regionale

Borghi: “Emodinamica, faccio il mio dovere. Marinello pensi a fare il suo”

“Le dichiarazioni rese dai consiglieri regionali leghisti Marinello e De Magistris (clicca qui per leggerla ) in merito al mio intervento sulla Emodinamica del San Biagio di Domodossola tradiscono un evidente sentimento a meta’ strada tra la coda di paglia e la lesa maesta’.
Il sottoscritto ha semplicemente richiamato tutti all’attenzione sul caso, dopo che diversi organi di stampa avevano sollevato il tema, e lo ha fatto memore del comportamento renitente e zigzagante che la Regione Piemonte da anni tiene sul tema sanita’, con particolare riguardo al VCO.
I consiglieri leghisti avrebbero credibilita’ in materia se avessero messo la stessa vis polemica odierna in occasione della decisione, da loro avallata, di chiudere il Punto Nascite del San Biagio per dar seguito al ricatto di Monferrino (“emodinamica arrivera’ solo quando verra’ chiuso il punto nascite”).
In quella circostanza, come noto, non profferirono verbo e furono costretti al retromarcia dall’azione di Sindaci e comitati. Essendo
memori del loro recente passato, e’ sempre bene tenere gli occhi bene aperti sul loro operato.
Anche perche’, cosi’ facendo, ci potremmo accorgere che il il piano socio sanitario regionale stabilisce che le emodinamiche debbano essere aperte 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Mentre per Domodossola si parla di 5 giorni alla settimana, minando in partenza la funzionalita’ della struttura.
Ecco, anziche’ prendersela con chi in democrazia fa il proprio dovere, i consiglieri leghisti Marinello e De Magistris potrebbero far allineare da subito il San Biagio agli standard regionali. Cosi’ potrebbero, in limine mortis, tentare di recuperare quella credibilita’ che nessuna
polemica sterile e’ in grado di fargli riacquistare”.

On. Enrico Borghi
Ufficio Stampa PD VCO

A RISCHIO L’AUXOLOGICO DI PIANCAVALLO (e 400 posti di lavoro).

Esprimo viva preoccupazione per le possibili conseguenze che il nuovo piano di rientro sulla sanità della Regione Piemonte può determinare sugli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) piemontesi.
In Piemonte esistono oggi due IRCCS: l’Auxologico di Piancavallo e la Clinica Maugeri a Veruno, mentre è in corso di definizione il riconoscimento del terzo istituto, il Centro tumori di Candiolo.
Da tempo in Piemonte, come nel resto di Italia, gli IRCCS ricevono un sostegno economico per una attività che non è solo di cura. In Piemonte questo si concretizzava in una maggiorazione del 13% del valore delle attività di cura e riabilitazione svolte.
Nel piano di rientro ci sarebbe non solo la riduzione del 3% del budget rispetto al 2012 anche per queste realtà, come per tutte le attività private, ma anche l’eliminazione della maggiorazione del 13%. Quale azienda può sopravvivere se di colpo gli viene tolto il 16% del fatturato?
Il tema è di vitale importanza per il VCO perché il ruolo che Piancavallo svolge, come la Clinica Maugeri, non è diretto per la maggior parte al soddisfacimento di bisogni sanitari piemontesi, ma le aree di provenienza per queste strutture coinvolgono tutte le altre regioni.
Un tale provvedimento rischia di avere conseguenze pesanti nel VCO, perché questa sanità è un pezzo importante del suo sistema economico. Rischia di essere pregiudicata una grande opportunità occupazionale (a Piancavallo lavorano circa 400 persone tra medici, infermieri e personale ausiliario).
Il rischio vero infatti non è soltanto che l’investimento a Verbania non vada avanti, ma che venga pesantemente messa in discussione la stessa presenza nel VCO, con conseguenze sul sistema economico gravi, visto che storicamente un pezzo dell’economia del VCO guarda ai servizi alle persone in ambito sanitario, e non solo.
Di questo ho ripetutamente parlato da mesi con l’assessore regionale Cavallera, ma ad oggi non è stata fornita alcuna risposta in termini di certezze; l’assessore ha posto un quesito all’ufficio legislativo del ministero della sanità.
Su questo tema voglio richiamare l’attenzione delle istituzioni del VCO, sapendo che oggi è ancora possibile intervenire per scongiurare il peggio, mentre un domani si rischia solo di esprimere il solito muro del pianto per un territorio che ogni giorno perde forza economica e capacità di lavoro.

UNA DICHIARAZIONE DI ALDO RESCHIGNA, capogruppo PD in Consiglio regionale

ACCOLTE LE RICHIESTE DEL PD: SOSPESO L’AUMENTO DELLE RETTE PER I MALATI DI ALZHEIMER.

In Commissione regionale sanità, il gruppo PD ha ottenuto un importante risultato con la sospensione dell’aumento delle rette per i malati di Alzheimer.
Siamo stati i primi a denunciare ad agosto il blitz rappresentato dalla delibera della Giunta regionale che prevedeva dal 1 ottobre una diminuzione della quota sanitaria e un incremento della quota sociale (pagata dalle famiglie o dai Comuni) per i malati di Alzheimer. Un aumento medio di 450 euro per chi utilizza i centri diurni e di ben oltre 600 euro per chi è nelle strutture residenziali.
La prima risposta dell’assessore Cavallera era stata esclusivamente burocratica. Questa mattina in Commissione, dopo che avevamo depositato una richieste di convocazione straordinaria di un Consiglio regionale aperto sul tema, abbiamo chiesto la sospensione della delibera. Lo abbiamo fatto con la stessa convinzione con cui abbiamo affrontato il tema in queste settimane, come una battaglia di civiltà e per evitare condizioni di abbandono per queste persone.
La nostra richiesta è stata finalmente accolta dall’assessore Cavallera che si è impegnato ad assumere una delibera di Giunta che sospende l’efficacia del provvedimento fino al 31 dicembre 2013, al fine di ridefinire un nuovo piano tariffario per i malati di Alzheimer e l’incidenza della quota sanitaria e di quella sociale.
Per noi questo è un importante risultato, da intendersi non come semplice rinvio del problema, ma come la condizione per un nuovo piano tariffario che eviti una forte ingiustizia sociale.

UNA DICHIARAZIONE DI ALDO RESCHIGNA