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Piano sociosanitario della Regione: le critiche unitarie dalle Parrocchie e dai Sindacati del VCO

Pubblichiamo il documento di analisi e di (forte) critica alla bozza di Piano socio-sanitario 2011-2015 della regione Piemonte,  elaborato congiuntamente dalle Confederazioni di CGIL-CISL-UIL e dai Vicariati e Parrocchie e dalle Associazioni Conferenza di partecipazione del Verbano – Cusio – Ossola.
Le scriventi organizzazioni del Verbano-Cusio-Ossola desiderano con questo documento esporre alla IV Commissione del Consiglio regionale del Piemonte la propria opinione sulla bozza di Piano socio-sanitario 2011-2015.
Innanzitutto, rileviamo come – al di là di alcune affermazioni di principio (in parte anche condivisibili) – la bozza presentata non abbia la caratteristica di un Piano organico, ma piuttosto quella di una legge-delega, che affida di fatto alla sola Giunta regionale il mandato di decidere nel merito come realizzare un Piano, cioè quali azioni effettive predisporre di volta in volta.
In questo modo si rischia di NON avere nel Consiglio regionale un voto largamente condiviso attorno a uno strumento di questa portata e di limitare o di annullare la partecipazione dei territori a scelte essenziali per la vita delle persone.
Dopo la legge annuale finanziaria, la gestione del Piano socio-sanitario è l’impegno più importante della Regione, un impegno che assorbe oltre l’80% del bilancio; è questo un motivo in più per stimolare la pratica della partecipazione a tutti i livelli, al fine di garantire la massima condivisione delle scelte e la massima efficienza del sistema.
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Nel contenuto del documento NON condividiamo:
1) LA SEPARAZIONE DEGLI OSPEDALI DALLE ASL, che comporta la concentrazione delle decisioni a livelli lontani dal territorio e non in grado di percepirne le reali esigenze; ricordiamo che un recente riordino aveva già ridotto significativamente il numero delle ASL piemontesi;
2) ne viene di conseguenza LA SEPARAZIONE DELLA SANITA’ (affidata alle ASO) DALLA ASSISTENZA (affidata alle ASL), scelta che non tutela compiutamente i pazienti
3) LA CONCENTRAZIONE IN UN OSPEDALE DI “RIFERIMENTO”, quale l’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, con un’area geograficamente molto estesa, comprendente ben una dozzina di ospedali e oltre 10.000 addetti sparsi in 4 provincie e un territorio come il VCO completamente montano (75 Comuni su 77), con gravi problemi di comunicazione (vallate, strade, autostrade, trasporto pubblico); ad esempio, quali trasporti e quali tempi di percorrenza tra il S. Biagio di Domodossola e l’Ospedale di Biella?
4) LA SOPPRESSIONE DELLA CONFERENZA DEI SINDACI E DEL COMITATO DI PARTECIPAZIONE DELLE ASL, quali strumenti di programmazione sanitaria e socio-assistenziale, che ben rappresentano le esigenze del territorio
5) IL FUTURO INDEFINITO DEI CISS e, quindi delle modalita’ dell’assistenza, che rischiano passi indietro significativi; la Regione, a un anno dalla legge di abrogazione, non ne ha ancora definito le nuove forme di regolamentazione e, a oggi, non vi e’ chiarezza sugli obiettivi che si vogliono perseguire
6) L’ACCORPAMENTO DI 4 ASL (Novara, Vercelli, VCO e Biella) IN UN’UNICA ASL DI QUADRANTE, con la creazione nel VCO di un solo distretto (popolazione minima per distretto 150.000 abitanti); vi saranno così una sola ASO e una sola ASL (a Novara), che gestiranno tutto, ospedali e territorio.
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LA NOSTRA PROPOSTA PER LA SANITA’
OSPEDALE:
LE ASL GARANTISCANO LA CONTINUITA’ “PREVENZIONE – OSPEDALE – TERRITORIO”. GLI OSPEDALI GENERALI DEL VCO (Castelli e S. Biagio) SIANO CONSIDERATI “OSPEDALE UNICO PLURISEDE”, a prevalenza chirurgica a Domodossola e medica a Verbania, CON DUE D.E.A..
Si propone che le scelte di collocazione delle diverse specialità avvengano sulla base di dati scientifici ed epidemiologici.
L’ASL VCO SIA DIRETTA DA UN DIRETTORE GENERALE, che gestisca congiuntamente gli ospedali e il territorio provinciale.
SIA RICONOSCIUTA nel concreto al VCO quella caratteristica di SPECIFICITÀ MONTANA, prevista dallo Statuto della Regione Piemonte.
COQ DI OMEGNA: VENGA STABILIZZATO, dopo 10 anni di sperimentazione, che consideriamo positiva.
SANITA’ PRIVATA: SIA CONSIDERATA UNA RISORSA COMPLEMENTARE alla sanità pubblica e valutata per la qualità dei servizi che offre e per l’apporto evidente all’economia del territorio.
In questa logica, si rende necessario prevedere un sostegno pubblico all’investimento privato, tramite la garanzia di convenzioni per quei servizi qualificati che la sanità pubblica non è in grado di offrire.
SPECIALISTICA AMBULATORIALE
Viene svolta sia in Ospedale sia nei Distretti. Dovrebbe essere gestita dai Distretti, ma il Piano Regionale non definisce tale collocazione; anzi, si intravede che sia gestita a livello ospedaliero, scelta che non possiamo condividere perché penalizzerebbe ulteriormente la mobilità dei cittadini.
DISTRETTI
La caratteristica montana della nostra Provincia (75 Comuni su 77, 3 Comunità montane, difficoltà di trasporto, lunghe distanze) impone che venga corretto in 50.000 abitanti il limite minimo per distretto, mantenendo l’attuale organizzazione su 3 distretti nel VCO.
FINANZIAMENTO DEI SERVIZI TERRITORIALI
Si chiede che il finanziamento sia riconosciuto rivedendo i parametri attuali e considerando una maggiorazione, in quanto il nostro territorio ampiamente montano sopporta costi superiori per garantire i servizi rispetto a Torino, dove 160.000 persone costituiscono un quartiere, con limitate distanze territoriali. Nei servizi territoriali consideriamo i Centri di cure primarie, la cui costituzione va incentivata,
sollecitando il positivo apporto dei medici di famiglia.
CENTRALE DI EMERGENZA 118
Mantenere la centrale operativa a VERBANIA, per tutto il quadrante, in quanto ristrutturata solo 2 anni fa. Risulta quella più tecnologicamente avanzata e con la migliore rete radio/GPS dell’intero Piemonte; perchè, quindi, spendere circa 1 milione di euro per costruire una nuova sede a Novara? La Giunta regionale ci dice che si devono contenere i costi; è questo un obiettivo strategico o no,
vale sempre o no?
RIDUZIONE DEI TEMPI DI ATTESA
Non è piu’ rinviabile procedere a un’ulteriore centralizzazione delle prenotazioni, collegata a una maggiore diffusione dei punti di accesso sul territorio di ogni Asl per le prenotazioni; nel piano non si individuano nè quanti di essi saranno ubicati nelle varie Asl nè i tempi di realizzazione
BISOGNO DI SALUTE PRIMA DELL’INSORGERE DELLA MALATTIA
Si condivide la frase concernente la valutazione di tale bisogno, ma il Piano è tutto impostato sulla centralità della medicina e dell’Ospedale (si privilegia la tecnica rispetto al sociale); cioè si risponde alla domanda di cura e non a quella di salute.

LA NOSTRA PROPOSTA PER IL SOCIO ASSISTENZIALE
NUOVI ENTI PER LA GESTIONE DEI SERVIZI
Prevedere la costituzione di un unico Ente Socio Assistenziale per il VCO, nella logica della razionalizzazione delle risorse e di una qualità omogenea dei servizi; è indispensabile che ne facciano parte tutti i Comuni, con identica quota pro capite quale contributo e con identica
modalità dei servizi offerti.
COOPERATIVE SOCIALI
Non va poi dimenticato l’apporto considerevole da loro offerto; da molti anni vengono loro affidati degli appalti, più spesso per contenere i costi piuttosto che per ottenere una diversa qualità dei servizi. Non è accettabile che ora si taglino i fondi per la loro sopravvivenza, che le si costringa a ridurre le ore di lavoro e/o il personale, che non si saldino i crediti che vantano per il lavoro già prestato. Guardiamo con favore alla recente iniziativa del costituito Consorzio cooperative sociali, che sappia sempre meglio progettare e coordinare gli interventi.
FONDO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA
E’ indispensabile (cosi’ come richiesto con forza con le 200.000 cartoline sottoscritte da cittadini piemontesi e consegnate dai sindacati al Presidente Cota il 5 ottobre 2011) per consentire al settore sociale la certezza di mantenere almeno i servizi erogati nell’anno 2010, prima dei tagli già effettuati. Va istituito con un’apposita legge regionale e le risorse devono essere commisurate alle “necessità delle persone”; quindi, la Regione deve impegnarsi a reperirle.
Il fondo deve poter garantire risposte adeguate in termini di posti letto per non autosufficienti, di ricovero di sollievo, di quote di compartecipazione delle famiglie, di efficienza dei servizi per le categorie protette.
Solo così si potranno ridurre le attuali liste di attesa; oggi nel VCO sono 450 le persone, che nella migliore delle condizioni aspettano in media 2 anni per essere inserite nelle strutture. E’ una situazione non piu’ tollerabile, che lede il “diritto alla salute” dei cittadini più deboli.
Peraltro, è stata proprio la Regione Piemonte a prevedere con la delibera di Giunta n. 46–528 del 4 agosto 2010 l’obiettivo del 3% dei posti letto per anziani. La nostra ASL, per contro, ha la percentuale più bassa in Piemonte (1,72%) e, quindi, si rende indilazionabile autorizzare subito i 100 posti letto già finanziati nel 2010.
Il fondo deve garantire l’applicazione dei LEA per TUTTE le persone riconosciute non autosufficienti (come prevedono le norme regionali); viste le gravi difficoltà finanziarie delle famiglie, si chiede di voler considerare una riduzione della loro compartecipazione alla spesa.
E’ prioritario prestare la massima attenzione alle esigenze degli ammalati psichici, dei disabili, delle persone afflitte da dipendenze gravi e delle loro famiglie. Difendere i piu’ deboli e bisognosi, cioè coloro che non hanno voce, è un obbligo non solo morale della nostra societa’
Per il reperimento delle risorse proponiamo di attingere alla fiscalità generale, anche sollecitando i Comuni ad attivare gli accordi, previsti dalla legge, con l’Ufficio delle entrate per la lotta all’evasione.
CULTURA dell’INTEGRAZIONE TRA SOCIALE E SANITARIO
Risulta molto ridotta nel Piano la parte riservata al sociale (solo 6 pagine): necessita, invece, rimarcare con forza il passaggio dal concetto del “medico figura centrale” a quello del “pazienteutente” al centro in tutte le fasi del bisogno. Solo così si può seriamente realizzare un percorso di presa in carico del paziente”.
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I SETTORI NON ESPLICITATI NEL PIANO, MA OBBLIGATORI
1) RIORDINO DELLA RETE OSPEDALIERA: con quali specialita’, con quali posti letto in ogni ospedale, con quale confronto con gli enti locali e con le associazioni territoriali?
2) EDILIZIA SANITARIA: non esiste alcuna programmazione di interventi da attuare nel periodo 2011-2015
3) STRUTTURE PER ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI: non si indica alcun programma, nè per nuove strutture pubbliche nè per nuove convenzioni e autorizzazioni, al fine di aumentare le attuali esigue disponibilità e di raggiungere l’obiettivo dichiarato con la delibera 4 agosto 2010 n. 46-528
4) POSTI LETTO “DI SOLLIEVO”: pur essendo insufficienti, non viene previsto alcun programma per realizzarne di nuovi nel quinquennio; anzi, se ne sta riducendo il numero, proprio mentre si vanno riducendo i periodi di degenza media ospedaliera
5) MALATTIA MENTALE: non si conoscono i percorsi che il paziente deve seguire nè quali azioni saranno svolte sia a livello ospedaliero sia sul territorio. Va assolutamente chiarito di chi sia la competenza (ospedale o territorio?), in un settore che ha vissuto in questo ultimo anno notevoli difficoltà degli utenti e delle loro famiglie, a causa dei gravi tagli decisi
6) SALUTE DELLE DONNE: non vi e’ alcun cenno a riconfermare il ruolo fondamentale dei “consultori”, in un tempo nel quale sia le famiglie in difficoltà sociali ed economiche sia le popolazioni di immigrati hanno notevole necessita’ di utilizzare tali strutture
7) RISPARMI CONSEGUITI NEL SETTORE SANITARIO: siano destinati a garantire il turn over del personale (sinonimo di continuità e qualità dei servizi) e a un ulteriore finanziamento del settore socio-assistenziale.
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LE NOSTRE CONCLUSIONI
Si tratta di un piano sanitario (e non socio-sanitario) assolutamente generico, che contiene molte ovvieta’; se ne desume una visione verticistica della programmazione sanitaria, tutta affidata agli organismi regionali (assessore – direttore assessorato – direttore Aress – direttori generali delle 6 Aso previste in Piemonte).
Viene eliminata la Conferenza dei sindaci, privando cosi’ i territori di qualcuno che li rappresenti.
Non viene riconosciuta alcuna partecipazione alle forze sociali e alle organizzazioni di volontariato dei territori, su un tema molto delicato quale quello del “diritto alla salute”.
Il Piano indica solo delle enunciazioni di principio e non dice come si svilupperanno negli anni 2011/2015 gli atti concreti di attuazione, ivi compreso il reperimento delle risorse finanziarie per gli investimenti e per la crescita.
Siamo assolutamente contrari a che – per la votazione sul Piano – la Giunta regionale ponga la “fiducia”, perche’ ciò testimonierebbe solo che con la forza dei numeri si vuole approvare un cosi’ importante documento, senza confronto, quindi senza il necessario approfondimento.

Verbania 23 novembre 2011

Confederazioni CGIL-CISL-UIL Pensionati SPI-FNP-UILP
Vicariati e Parrocchie Associazioni Conferenza di partecipazione

Consultazioni nel VCO sul piano sociosanitario: tra critiche e perplessità

Aldo Reschigna

Le consultazioni – tranne un paio di eccezioni alle quali ha “casualmente” assistito anche il presidente Cota che si è “perso” tutte le
criticità emerse – hanno confermato le forti critiche e perplessità che in tutte le province vengono espresse sulle proposte della Giunta regionale sul piano sociosanitario.
Le critiche vertono in particolare sulla separazione ospedale-territorio, sullʼinconsistenza dei contenuti delle politiche sociali allʼinterno del piano sociosanitario, sulla mancanza di azioni concrete capaci di trasformare in un piano vero e proprio uno strumento che ad oggi appare fortemente generico.
Se le consultazioni hanno – come noi riteniamo – un significato di reale partecipazione da parte delle comunità locali alla vita della Regione, è
evidente che la Giunta regionale non potrà non trarne le necessarie conseguenze.
Aldo Reschigna capogruppo PD in regione Piemonte

Via libera a Emodinamica a Domodossola, ma molti perplessità sul punto nascite. L’assessore regionale alla Sanità Paolo Monferino ieri nel Vco ha incontrato amministratori, sindacati e associazioni per presentare le linee guida del Piano Sanitario. Coniando anche un neologismo: «Trattandosi di un ospedale unico su due sedi l’ho chiamato VerbOssola – ha detto l’assessore -. Non ci saranno reparti doppione, ma solo due Dea che sono indispensabili. L’ospedale di Domodossola ha sale operatori belle e dovrà puntare sull’area chirurgica e quello di Verbania sulla medicina».
La riforma tocca profondamente la provincia. «Tecnicamente il punto nascite avrebbe dovuto essere già chiuso perché non ha senso tenere in piedi questa struttura, con 29 persone, con una media di nascite bassa – ha detto l’assessore -. Quelle sono risorse che possono essere utilizzate meglio per dare adeguate risposte alla popolazione. Il futuro di questa struttura sarà però condiviso con il territorio».
Monferino, accompagnato dalla presidente della Commissione regionale alla Sanità Carla Spagnuolo e dal direttore dell’Aress Claudio Zanon, ha delineato le linee guida del piano che dovrà essere visto in Commissione e poi approvato dal Consiglio regionale. «Siamo venuti per ascoltare – hanno detto Spagnuolo e Monferino – abbiamo cercato di capire le esigenze di questo territorio e le criticità. Sono emerse considerazioni, come la situazione socio assistenziale, che dovremo considerare».
Monferino ha messo il dito nella piaga della spesa sanitaria: 5,8 miliardi di euro l’anno con una crescita esponenziale del 5% in più all’anno negli ultimi cinque anni, l’82% del bilancio della Regione, che impone una radicale riforma. In Piemonte ci saranno sei reti ospedaliere: per il Vco la struttura di riferimento sarà Novara. «Il sistema sanitario sarà su tre livelli: ospedali di alta specializzazione, di media intensità e di prossimità – ha detto l’assessore -: questa struttura ci permetterà di avere ciò che serve sul piano della qualità. I risparmi, che saranno nell’ordine di centinaia di milioni, ci consentiranno di puntare sulla sanità territoriale che sarà slegata dagli ospedali. L’ospedale del “VerbOssola” si colloca certamente bene in questa struttura».
Su questa separazione però non concorda il Pd con il capogruppo Aldo Reschigna che dichiara: «Non è funzionale al territorio piemontese. Inoltre mancano dei contenuti sociali all’interno del piano che è troppo generico». E’ intervenuto anche il comitato San Biagio di Domodossola che ha chiesto di dotare il San Biagio di un punto nascite adeguato oltre che dell’Emodinamica.
“DOPPIO DEA «Sarà l’unico reparto che ci sarà sia al Castelli sia al San Biagio»”
Da La Stampa del 23.11.2011

«Il Vco per le sue caratteristiche montane gode di un’attenzione particolare: la riorganizzazione non priverà il territorio di alcun servizio, semmai ne aggiungerà visto l’arrivo di Emodinamica». Roberto Cota ha risposto così alle sollecitazioni di comitati, sindacati, sindaci e amministratori intervenuti ieri mattina al Tecnoparco all’audizione della commissione sanità della Regione mirata a raccogliere proposte e posizioni del territorio in vista del nuovo assetto di ospedali e servizi. L’incontro ha preceduto la conferenza pubblica ad Omegna dell’assessore alla Sanità Paolo Monferino. Cota ha partecipato alla prima fase del dibattito che nell’accogliere gli interventi ha invece chiuso le porte ai giornalisti, costretti a restare fuori dalla sala Ravasio e a intercettare indirettamente gli interventi. La richieste di fatto ricalcano quanto già si discute da mesi: dalla necessità di mantenere sugli stessi livelli il servizio del Dea a Verbania e Domodossola, a una ridistribuzione dei servizi che non penalizzi una parte del territorio a scapito di altre.
«Basta con le guerre di campanile, se si è stabilito che la parte medica va a Verbania e quella chirurgica a Domodossola si faccia – dice il sindaco di Verbania Marco Zacchera -. Oltre agli ospedali dobbiamo sapere per tempo cosa succederà sul capitolo dei consorzi dei servizi sociali». Da Bernardino Gallo del comitato «Sos Ossola» l’invito a una «sperimentazione seria e senza giochetti o tatticismi sui numeri per Emodinamica a Domodossola». Di «divisione pretestuosa tra polo medico e chirurgico» ha parlato il tribunale del malato di Domodossola, mentre da quello di Verbania arriva la sollecitazione a «investire in un fondo regionale per i non autosufficienti», mentre i sindacati hanno consegnato il documento comune elaborato con i vicariati.
Da La Stampa del 23.11.2011

Ciss ossola: voto politico contro gli interessi dei cittadini

Abbiamo appreso con amarezza l’esito della votazione dell’assemblea dei sindaci del Ciss Ossola avvenuta ieri sera a Pallanzeno dopo un acceso dibattito.
La questione è semplice: la Regione Piemonte, a fine ottobre,  ha annunciato che quest’anno il Consorzio dei Servi Sociali avrà uno stanziamento inferiore di circa 180.000 euro rispetto ai finanziamenti messi a bilancio, calcolati sulla base della normativa regionale vigente (art.34 L.R. 1/2004).
All’ordine del giorno  di ieri sera c’era la votazione per procedere con un ricorso al TAR, già effettuato da altri consorzi e comuni piemontesi di diversi colori politici, per richiedere una sospensiva immediata della delibera.
Purtroppo abbiamo assistito ad un’occupazione politica di Pdl e Lega Nord che ha di fatto “militarizzato” l’assemblea del Ciss, trasformando una votazione tutta incentrata sulle necessità amministrative e di erogazione dei servizi in un voto pro o contro la Regione Piemonte e alla giunta Cota.
Se aggiungiamo che il campo di battaglia scelto è quello dei servizi sociali, il quadro assume un aspetto molto triste e cupo. Il voto contrario al ricorso (19 no, 16 sì) ha di fatto avvallato la scelta della giunta regionale di tagliare i servizi nei confronti delle persone più deboli, più bisognose, più in difficoltà, mettendo davanti agli interessi dei cittadini, gli interessi di una parte,
A questo punto, a chi ha votato contro, la responsabilità di trovare soluzioni concrete per recuperare questi soldi.
E’ emerso ieri che possa essere la Comunità Montana a stanziare ulteriori 100 mila euro per tappare la falla. Confidiamo che ciò sia possibile: è tuttavia insostenibile pensare che i tagli scellerati di questa amministrazione regionale devono essere colmati, ogni volta, dagli enti locali inferiori, già pesantemente vessati dai tagli.

PD VCO
Ufficio Stampa

Ma quale documento sbagliato.Il documento sul declassamento e’ reale e l’ha presentato ieri l’assessore regionale Monferrino.

Leggiamo con incredibile stupore le affermazioni di stampa che tendono a sminuire il documento sul declassamento dell’ospedale di Domodossola, presentandolo come documento “sbagliato” o chissà cos’altro.
Siamo stupefatti perchè il documento (che alleghiamo e che invitiamo i giornali alla pubblicazione) non è un documento del PD ma un documento presentato ieri dallo stesso assessore regionale Monferrino.
Come fa ad essere superato un documento presentato ieri dall’assessore competente in sanità? L’assessore l’ha presentato per sport, per sbaglio, per distrazione? Ma stiamo scherzando?
Basta leggere le dichiarazioni di ieri sulla stampa regionale dove a Monferrino prevede «una rete gerarchizzata, dove le strutture complesse saranno pochissime e le altre si occuperanno di casi diversi». Ovvero affermazioni in linea con quel documento che parla di declassamento di Domodossola.
Altro che allarmismi. C’è scritto nero su bianco.
Il consigliere leghista Marinello afferma che il documento è invece sbagliato. Quindi, con un dilettantismo incredibile su un tema delicato come questo, dall’assessorato regionale uscirebbero documenti errati che vengono poi presentati ufficialmente in commissione del consiglio regionale?
Chi dice la verità?
E’ l’assessore regionale che deve spiegare perché viene presentato un documento ufficiale in una commissione del consiglio regionale che contiene queste informazioni.
PD VCO
Ufficio Stampa

Dopo le nostre reiterate richieste, oggi in Commissione sanità l’assessore Monferino ha portato le tabelle sulla riclassificazione degli ospedali piemontesi sulla base del nuovo piano sociosanitario, che si sta discutendo in Commissione. Un piano assolutamente generico, che solo gli elementi finora non resi noti – come queste tabelle – possono riempire di contenuti, in modo che le consultazioni sul territorio, da noi richieste, non siano solo una inutile passerella ma ci si confronti davvero nel merito.
Dalla tabella resa nota oggi, l’ospedale di Verbania mantiene il secondo livello, di ospedale cardine, mentre il San Biagio di Domodossola viene riclassificato al 3° livello, quello di ospedale di prossimità. Si chiariscono dunque i destini delle due strutture e si cominciano a smascherare le promesse non mantenute, da noi già da tempo denunciate come tali.
Con la riclassificazione, che fine fa il DEA di primo livello articolato su due sedi, come assicurato dal presidente Cota? All’ospedale di prossimità tocca solo il pronto soccorso. E che fine fanno le promesse più volte ripetute sull’integrazione tra i due ospedali, o la attivazione del punto nascita a Domodossola?
Tutto ciò che denunciavamo nei mesi scorsi si sta rivelando purtroppo esatto. Aspettiamo ora con curiosità l’intervento del presidente del Consiglio regionale Valerio Cattaneo, che ultimamente si è speso pubblicamente per il mantenimento della sala operativa del 118 a Verbania. Purtroppo lo ha fatto quando i buoi erano già scappati dalla stalla rimasta aperta. Perchè non lo ha fatto prima? E perché afferma di condividere al 100% la politica sanitaria di Cota, salvo poi prendere le distanze ogni volta che i singoli provvedimenti provocano tensioni nel VCO?
Mi hanno insegnato in politica bisogna accettare gli onori, ma anche gli oneri. Non si può essere nello stesso momento esponente della maggioranza e suo oppositore, quando la maggioranza stessa assume decisioni invise ai territori.
Aldo Reschigna
Capogruppo PD

Sanita’ del VCO: caos e litigi nel centro destra. I cittadini ne pagano le conseguenze.
Cosa succederà al governo Berlusconi non è dato saperlo. Cosa succederà in Regione dopo le dichiarazioni contro il commissario straordinario dell’Asl Corrado Cattrini (di area leghista), da parte del Presidente del consiglio regionale Valerio Cattaneo, coordinatore locale del Pdl, è un eguale mistero. – E’ quanto afferma il segretario provinciale del PD del VCO, Antonella Trapani, che prosegue –  Sappiamo però cosa sta accadendo alla sanità e all’assistenza sociale della regione e del VCO: si sta sgretolando sotto l’indecisione e la confusione generata dagli stessi esponenti della maggioranza Pdl – Lega Nord.
Bisogna ammettere che in quanto a tempismo gli esponenti del Pdl Vco sono maestri.  Dopo le dichiarazioni successive ad una “famosa” cena del sindaco-parlamentare Zacchera (quello che non si dimette) e le relative polemiche nel centro-destra ecco che la guerra viene nuovamente fomentata dal Presidente-coordinatore di partito Cattaneo.
Cattaneo che attacca il commissario dell’Asl Corrado Cattrini (che lo stesso Cattaneo ha contribuito a nominare), accusandolo di essere: ” gravemente inadempiente ai propri doveri. … occorre subito la stesura di un piano della sanità…. e scriverà ogni giorno al commissario della Asl, Cattrini, finché la situazione non si sbloccherà”.
Siamo all’assurdo di una lite perenne dentro il centro destra sul futuro della sanità locale. Ciò che appare chiaro – prosegue la Trapani – è che da oltre un anno a chiedere chiarezza e ufficialità sul futuro sanitario e sociale del nostro territorio è stato il Partito Democratico, con il pressante invito a mettere nero su bianco il piano sanitario locale: richiesta che è stata bollata dal centro-destra come demagogica.
Oggi alle richieste del Pd si “unisce” la voce del Coordinatore locale del PDL. Evidentemente le nostre erano richieste fondate.
Speriamo che, con il contributo “qualificato” del Presidente del Consiglio regionale, si possa finalmente ottenere risposte certe da dare ai cittadini sul futuro della sanità nel VCO, con la presentazione di questo “benedetto” piano per avere risposte su emodinamica nel VCO (quando e come sarà attivata), sul servizio del 118 (che probabilmente sarà spostato da Novara a Verbania), sul pericolo di perdere reparti importanti negli ospedali del VCO, sui tagli economici che impoveriscono i servizi”.
PD VCO – ufficio stampa-

Basta indugi sul laboratorio di emodinamica nel VCO.

Dopo le polemiche dell’estate tra Verbania e Domodossola, il silenzio è calato sull’attuazione del servizio di emodinamica della nostra Asl.
La situazione dei conti della Regione a causa della riduzione dei trasferimenti dallo Stato (nel 2012 un miliardo di euro in meno rispetto al 2010), le difficoltà dell’assessorato alla sanità nell’attuazione del piano di rientro, impongono senza indugi una scelta da parte della Conferenza dei sindaci sulla localizzazione del laboratorio di emodinamica nella nostra Asl.
Prendere tempo, aspettando che i problemi si risolvano da soli, sarebbe sbagliato. Significherebbe infatti entrare in una fase nella quale le politiche della Regione saranno quasi sicuramente più restrittive.
Ecco perché rivolgo un appello affinché nella Conferenza dei sindaci riparta il confronto su come caratterizzare le attività nei due ospedali di Verbania e Domodossola. Non farlo oggi e riproporre la visione di un VCO diviso non solo farebbe perdere credibilità alle istanze di un territorio ma, per le ragioni che ho detto, renderebbe terribilmente attuale il rischio della non attuazione di questo servizio.
E’ evidente che devono essere richieste garanzie precise alla Regione non solo sull’attuazione dello stesso, ma anche sulle modalità di funzionamento: non serve al VCO un servizio che apra qualche ora al giorno, serve invece un servizio che – come dicono le delibere della Giunta regionale – sia attivo 24 ore al giorno e sette giorni alla settimana.
Aldo Reschigna
Ufficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico

Sanità: perchè prenderci in giro?

Tanti anni ci hanno (purtroppo) assuefatto alla “politica della melassa”. Dove tutto deve andare per forza bene, e i problemi li creano solo i cattivi critici e i disfattisti. Anche a livello locale, siamo caduti in questo equivoco, soprattutto per quanto riguarda la sanità. Questa Amministrazione regionale è senza pudore.
Si può pensare di tagliare drasticamente i finanziamenti e raccontare in giro che si miglioreranno i servizi? Si può tagliare il personale medico e paramedico e poi raccontare in giro che il livello del servizio migliorerà? Si può pensare che un DEA diviso in due tronconi, distanti fra loro oltre 40 km, possa essere efficiente? Si può pensare che senza i Consorzi socio-sanitari l’assistenza possa essere migliorata? Si può pensare di bloccare il ricovero di anziani non autosufficienti nelle case “protette”e poi raccontare invece in giro che l’assistenza agli anziani è una priorità? E così via.
L’ultima trovata del Direttore dell’ASL 14, suona come una presa in giro.
Nonostante l’allarme lanciato qualche tempo fa dal Sindaco di Verbania e dal Consigliere regionale Reschigna, che paventavano il pericolo di una chiusura di Reparti negli ospedali del VCO, minimizzata, se non negata dalla Direzione dell’ASL 14, la cosa si sta puntualmente avverando. I Primari, secondo la recente delibera regionale diminuiranno, alcuni reparti saranno chiusi: il Sindaco e il Consigliere Reschigna avevano ragione.
Il Direttore Generale, rilascia una intervista per spiegare e rassicurare i cittadini.
Ma cosa dice il Direttore generale di tanto rassicurante?
–    Che al posto dei Primari cancellati, la gestione del settore sarà affidata ad un “Responsabile referente”. (i Primari allora non servono?)
–    Che i reparti senza Primario, non saranno chiusi. (??)
–    Che questa operazione non farà risparmiare soldi, ma migliorerà l’organizzazione. (allora per quale ragione si vuol tagliare?)
–    Che con meno primari diminuiranno le lotte di potere interne. (ma dobbiamo pagare noi se la Direzione Generale è incapace di gestire i conflitti?)
–    Che il paziente sarà al centro dell’attenzione e diventerà “primario di se stesso”. (una idiozia simile è da Guiness dei primati)
–    Che il paziente, se non trova il “Primario specialista” nel VCO, potrà sempre rivolgersi all’Ospedale di Novara. (evviva, abbiamo scoperto l’acqua calda!)
L’operazione non si tradurrà quindi, in un risparmio per l’ASL, ma in un maggior costo sociale: sono i pazienti che si debbono spostare per trovare lo specialista. Nella concezione dell’Ospedale unico plurisede, a conduzione dipartimentale, il paziente resta dov’è, è il medico che si muove.
Questa è una operazione di riorganizzazione interna che non tiene in alcun conto l’impatto che ha sul territorio. Ricordiamo che la Sanità è un servizio al cittadino, a tutela della sua salute, pagato con le sue tasse, ed è anche un diritto costituzionale, se qualcuno se lo fosse dimenticato!
Sappiamo che la coperta è corta e che bisogna tenerne conto, ma questa Amministrazione regionale, anziché coinvolgere il territorio continua nella sua strada di demolizione sistematica del Servizio sanitario, infischiandosene delle conseguenze. Il Direttore generale dell’ASL 14 oggi in carica non ha fatto altro che appiattirsi sui “diktat” regionali, senza mostrare un minimo di critica costruttiva o di intraprendenza propositiva. Svuotare dall’interno i reparti, togliendo risorse anche importanti, significa condannarli automaticamente alla chiusura, silenziosa, ma sicura.
Ecco perché ci sentiamo presi in giro.
COMITATO SALUTE VCO
comitatosalutevco@libero.it