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LA FARSA CONTINUA

Aldo Reschigna

Credo che dopo la video conferenza di stamane la farsa continua.
Adesso ci viene comunicato che dopo l’estate il punto nascita di Domodossola riaprirà: ma “non era pericoloso alla stregua della Thissen” come ha dichiarato il Presidente della Regione Cota non più tardi di Giovedì scorso?
Ed è possibile sapere con quali risorse umane e se le assunzioni disposte per poterlo riaprire sono in deroga rispetto alla delibera della Giunta regionale o se le stesse andranno a diminuire i concorsi previsti per psichiatria o cardiologia?
Sono interrogativi che pongo con una convinzione: ho la sensazione che l’incontro di oggi non abbia risolto nulla ma abbia spostato in là il momento della decisione.
E’ il momento che in questa nostra Provincia si abbandonino i tatticismi e si affronti la vera questione: dobbiamo essere noi nel VCO ad immaginare un progetto di riorganizzazione della sanità ospedaliera equilibrato dentro il quale ci può anche stare il trasferimento dell’area tutela materno infantile a Domodossola in modo definitivo all’interno di un progetto di qualificazione in ambito chirurgico dell’ospedale San Biagio e con la contestuale caratterizzazione in ambito medico dell’ospedale di Verbania.
Solo questo progetto potrà rassicurare definitivamente il nostro territorio.
In questo accordo locale va inserito anche come elemento centrale il tema dei servizi territoriali che stanno soffrendo in modo forte.
E’ bene che di fronte alla confusione in atto sulla sanità da parte della Giunta Regionale nasca un progetto complessivo per la sanità.

Aldo Reschigna
capogruppo PD in consiglio regionale
PD VCO
Ufficio Stampa

Sanità. Raccolta di firme nelle parrocchie: “Non vengano penalizzate le fasce deboli come anziani e portatori di handicap”

In queste settimane la cronaca ha di nuovo portato in primo piano le difficoltà che caratterizzano l’Asl del Vco. Sono difficoltà che da mesi stanno incidendo negativamente sulla vita di molte persone, soprattutto delle più deboli. A quelle dell’Asl vanno aggiunte le difficoltà che stanno incontrando i servizi socio-assistenziali del territorio, in particolare i CISS (Consorzi Intercomunali dei Servizi Sociali).
A dispetto di un dibattito ricco di interventi, ci sembra di dover ancora registrare una carenza di dati sicuri e ben documentati. Sentiamo, assieme a tutta la popolazione del Verbano Cusio Ossola, l’esigenza di maggiore chiarezza.
La chiarezza dei dati e delle scelte conseguenti ci sembra importante anche per evitare la ricerca di soluzioni parziali, che non tengono adeguatamente presente il quadro complessivo e che rischiano proprio per questo di innescare deplorevoli contrapposizioni territoriali o di settore.
Ci preme sottolineare che in tale quadro contano, oltre ai servizi ospedalieri, anche i servizi territoriali, meno appariscenti, ma spesso più vitali e incidenti sulla qualità della vita.
Avvertiamo dunque l’esigenza che la popolazione venga correttamente informata circa il quadro complessivo della situazione dal punto di vista socio-sanitario e circa il progetto globale degli interventi che si rendono necessari.
Infine vorremmo segnalare l’attesa, che crediamo condivisa da tutti, che il progetto globale sia costruito a partire da una ricerca sincera di soluzioni orientate al bene comune. Questo per noi significa che le prime esigenze da tenere presenti nel progetto devono essere quelle degli ultimi, dei più deboli, dei meno garantiti.
Ci preoccupa in particolare:
La condizione dei malati psichici e delle loro famiglie, spesso senza supporto efficace, perché l’organico del personale qualificato è particolarmente carente anche rispetto a quanto previsto dalla legge.
La difficoltà degli anziani non autosufficienti a trovare un posto-letto nelle strutture convenzionate, con attese che ormai si calcolano in parecchi mesi e addirittura in anni.
La diminuzione significativa dei servizi offerti ai disabili (trasporto, sostegno scolastico, assistenza domiciliare, ecc.)
La riduzione delle risorse dei SERT che impediscono di fare progetti adeguati per la cura, la riabilitazione e il reinserimento delle persone afflitte da dipendenze gravi (droga, alcol, gioco)

A partire da queste premesse
AI RESPONSABILI DELLA REGIONE CHIEDIAMO

Scelte ponderate e giuste, costruite attraverso il dialogo costante con il territorio e il coinvolgimento diretto delle persone che dovranno portare il peso dei tagli di bilancio.
Attenzione alle categorie più disagiate, la cui voce flebile spesso non ha risonanza e resta inascoltata.
Salvaguardia delle rete sanitaria e assistenziale sul territorio, evitando da un lato che si creino spaccature e contrapposizioni e dall’altro che paghino la crisi soprattutto le persone fragili e già fortemente in difficoltà
In merito ci permettiamo di sottolineare la necessità di venire incontro prioritariamente alle esigenze delle famiglie con malati psichici, disabili, anziani non autosufficienti, persone soggette a dipendenze gravi.

ALLE COMUNITÀ ECCLESIALI CHIEDIAMO

Una adesione che manifesti la volontà di non restare alla finestra, ma di partecipare attivamente alla ricerca di soluzioni condivise.
Di esprimere un orientamento comune ispirato alla scelta evangelica in favore delle persone più deboli
La disponibilità a farsi carico in prima persona dei sacrifici che la situazione richiede, con il coraggio di fare rinunce anche economiche per il bene comune (ad es. desideriamo rilanciare in termini “forti” la “decima” a favore di più poveri, suggerendo – a tutti coloro che possono – di destinare una percentuale del loro reddito mensile alle persone in difficoltà).

I Vicari territoriali del VCO: don Roberto Salsa (Verbano), don Brunello Floriani (Cusio), don Luigi Preioni (Ossola)
Il Direttore della Caritas Diocesana don Dino Campiotti
I rappresentanti zonali della Caritas: Pier Mario Locatelli (Verbano), Antonio Larné (Cusio), Carlo Squizzi (Ossola)

Nelle comunità ecclesiali del VCO da domenica 24 luglio a domenica 31 luglio 2011 verranno raccolte firme a sostegno di questo appello.

Sanità e ruolo dei medici: se ne parla a Verbania.

Domani, martedì 19 luglio, alle ore 21.15 dibattito su : “il ruolo dei medici di famiglia per migliorare l’organizzazione della sanità“, relatore dr. Flavio Ravasio, partecipano Aldo Reschigna cons. regionale e Bruno Lo Duca comitato salute vco.
Tutto questo alla Festa democratica di Verbania in corso sino al 24 luglio presso l’area della “casa del Popolo” a Trobaso.

COTA: IL PUNTO NASCITE DI DOMODOSSOLA PERICOLOSO COME LA THYSSEN!

Roberto Cota uguale a Jean Claude (per sorridere.. si può?)

Le ultime dichiarazioni di Roberto Cota (POTETE VEDERE L’ARTICOLO ALL’INTERNO DELLA RASSEGNA STAMPA NELL’AREA DOCUMENTI)  sul punto nascita di Domodossola dimostrano ancora una volta l’inesistenza di una politica sanitaria della Giunta regionale, incapace di gestire i numerosi conflitti che si aprono sul
territorio anche perché assume provvedimenti senza alcun confronto preventivo con le comunità locali.
E’ allucinante che martedì scorso il direttore generale della sanità ing. Monferino (ma a questo punto viene da chiedersi a quale titolo si presenta ai confronti) abbia ricevuto su iniziativa di un consigliere regionale della Lega nord gli amministratori ossolani e il comitato mamme di Domodossola e abbia autorizzato l’asl ad assumere in deroga quattro medici per la riapertura del servizio nella cittadina, nonché ad aumentare il numero delle ambulanze medicalizzate – da 3 a 4 – per metterne una in pianta stabile sotto l’ospedale di Domodossola per trasferire le partorienti all’ospedale di Verbania, quando finora ha sostenuto la diminuzione delle ambulanze medicalizzate.
Due giorni dopo il presidente Cota, a un dibattito del Pdl, dichiara che il punto nascita di Domodossola è pericoloso come la Thyssen e va chiuso.
E’ ora che la politica sanitaria in questa regione venga affrontata con serietà, non cambiando opinione ogni due giorni.
Cota si convinca che ci vuole coerenza di comportamento. Lo dimostrano i fatti, non è in grado di gestire la sanità.
La risposta a Cota è nella grande manifestazione delle mamme tenutasi ieri sera a Domodossola, che in qualche momento ha fatto riemergere una contrapposizione tra la cittadina e Verbania. Un conflitto che, se si riaprisse, sarebbe pericoloso perché divide un territorio che deve restare unito e farsi promotore di una proposta che non penalizzi alcuna realtà, ma che valorizzi l’intera comunità del VCO.
Del resto le ultime esternazioni del presidente Cota dimostrano come l’obiettivo della protesta non può che essere la politica sanitaria della Giunta e i comportamenti totalmente ambigui e contraddittori del suo presidente.
Aldo Reschigna
Ufficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico

OSPEDALE UNICO PLURISEDE: SCELTA CHIARA, DIFFICILE, OBBLIGATA. UNIRE E NON DIVIDERE!

Claudio Zanotti

Pubblichiamo gli interventi di Claudio Zanotti e Aldo Reschigna sulla questione sanità.
OSPEDALE UNICO PLURISEDE: SCELTA CHIARA, DIFFICILE, OBBLIGATA
Un ospedale “cardine” provinciale costruito sui due nosocomi esistenti, in grado di assicurare cure “ad alta intensità” e di elevata qualità sia a Domodossola sia a Verbania. Questo il senso del Consiglio Comunale “aperto” sulla Sanità.
La seduta “aperta” di Consiglio Comunale sulla sanità, voluta dai Gruppi di Minoranza e tenutasi lunedì 11, è stata un’occasione utile per iniziare a fare chiarezza sulle numerose e gravi questioni che nel breve volgere di qualche settimana hanno saturato e ingolfato il dibattito politico nell’intera provincia. I lettori di VB70 che volessero rinfrescarsi la memoria sui non hanno altro da fare che cliccare qui: http://www.verbaniasettanta.it/?cat=14.
Il dibattito in Consiglio è ruotato intorno a questo interrogativo: è ancora attuale il modello di “ospedale unico plurisede” che dalla fine del 2006 Regione e Asl si sono impegnate a realizzare gradualmente nelle due strutture del “Castelli” e del “San Biagio”? Interrogativo non peregrino. Se infatti questo modello viene accantonato, il destino dei due ospedali pubblici del Vco è segnato, esattamente nei termini da noi richiamato nello scorso numero (cfr.: http://www.verbaniasettanta.it/?p=3199) e ripresi quasi verbum de verbo dal consigliere e medico Sergio Cozzi durante la seduta di Consiglio: il “San Biagio” diventa ospedale pubblico provinciale (ospedale “cardine” di fascia B), il “Castelli” diventa ospedale pubblico “di prossimità” (fascia C), con specializzazione in oncologia medica e radioterapia.
Il Commissario Straordinario dell’Asl ha sostenuto che il modello di ospedale unico plurisede è ancora attuale. Se è davvero così, la strada da percorrere è chiara, difficile e obbligata. Chiara, perché avremo nel Vco un solo ospedale pubblico “cardine” di fascia C, articolato su due sedi; difficile, perché ci vorranno molti soldi per sistemare adeguatamente le due strutture e molta determinazione per integrare davvero due ospedali che sino ad oggi hanno viaggiato separatamente, nonostante la dicitura di “ospedale unico plurisede”; obbligata, perché non esisterà alternativa o “piano B” che non sia quella avere due ospedali separati, uno “cardine” e uno “di prossimità”.
La prima condizione perché questo disegno si realizzi è il rafforzamento della potenzialità chirurgica del “Castelli”, oggi fragilissima sotto il profilo impiantistico, logistico ed organizzativo. In questo senso va la richiesta del Gruppo Consiliare del Pd di realizzare al “Castelli” l’annunciato nuovo servizio di Emodinamica: solo così sarà possibile mantenere al “Castelli” un vero e proprio Dea e dare continuità – rafforzandola – alla vocazione chirurgica dell’ospedale. C’è poi una seconda condizione, che coinvolge entrambi gli ospedali e consiste nel costruire un ospedale unico plurisede ad alta intensità di cura, in grado cioè di assicurare prestazioni di qualità elevata per il tipo di ospedale (“provinciale” e di fascia B) in entrambe le sedi operative del “San Biagio” e del “Castelli”.
In altre parole: se è inevitabile che alcune prestazioni debbano vedere un’esclusività di erogazione specialistica in uno solo dei sue presidi (si pensi – a mo’ di esempio – a Neurologia e stoke unit a Domo e a Oncologia e Radioterapia a Verbania), le altre più significative prestazioni medico-chirurgiche devono poter essere erogate e fruite con i medesimi standard qualitativi al “San Biagio” e al “Castelli”. Ed è per questa ragione che sono indispensabili sia a Domo sia a Verbania i Dea, le sale operatorie moderne e funzionali, le Rianimazioni/Utic.
Poiché queste sono le condizioni minime e indispensabili perchè non vada vanificato il progetto di ospedale unico plurisede, a questo obiettivo devono essere subordinate altre esigenze o altre ambizioni, siano esse di “status” territoriale o di business sanitario privato.
Claudio Zanotti

SANITA’: UNIRE E NON DIVIDERE, COINVOLGENDO TUTTI I SINDACI.
Solo stamattina (ieri12.07.2011 ndr) ho saputo dell’incontro organizzato dal consigliere regionale Marinello con il direttore generale della sanità piemontese l’ing.Monferrino ed alcuni sindaci ossolani.
Non voglio assolutamente mancare di rispetto nei confronti dei Sindaci ossolani ma non parteciperò all’incontro e non solo perché ne ho avuto conferma solo stamane.
La ragione vera della mia mancata partecipazione sta nel fatto che non accetto che un tema così importante, quello quale della riorganizzazione della sanità nel VCO come in tutta la regione, venga affrontato senza coerenza e non assumendosi fino in fondo la responsabilità delle scelte e dei comportamenti.
Chi è oggi maggioranza in regione deve assumersi la responsabilità nel bene e nel male delle decisioni politiche che in Regione vengono assunte sulla sanità come su altro.
Chi è oggi maggioranza in Regione non può organizzare incontri solo con alcuni sindaci, perchè così facendo indebolisce un territorio e perché accentua le divisioni che stanno ritornando in modo prepotente.
Chi è oggi in maggioranza in regione deve assumersi la responsabilità di dire che quanto sta facendo il commissario straordinario dell’asl, di “fede leghista” come lui stesso si è autodefinito, è niente di più e niente di meno ciò che la Regione Piemonte vuole; e qualunque cosa verrà detta non cambierà lo scenario dei prossimi mesi.
Per queste ragioni io credo che tutto il Vco deve prendere consapevolezza delle scelte sbagliate che si stanno portando avanti, deve costruire un proprio progetto e poi tutti assieme deve rivendicare attenzione da parte della Giunta Regionale.
Un progetto che deve avere due punti comuni: i DEA nei due ospedali ed i posti letto di rianimazione nei due ospedali e poi tutto il resto distribuito in un’operazione di forte specializzazione dei due ospedali che garantisca qualità e sicurezza e tutela delle persone.
Un progetto che non guardi solo agli ospedali ma anche alla tutela, minacciata, dei servizi territoriali e dell’emergenza territoriale.
Aldo Reschigna
Capogruppo PD in Consiglio regionale

A.A.A. CERCASI PIANO SOCIO-SANITARIO. RIPARTIAMO DALL’OSPEDALE UNICO PLURISEDE. EVITIAMO LA GUERRA TRA TERRITORI

<<Gli ospedali sono aziende, la Sanità produce Pil…>>: queste sono le parole che il presidente Cota ha pronunciato all’indomani della conferenza stampa con la quale a dicembre ha esposto le linee guida del “futuro” piano sanitario.
Futuro, non a caso, perché di piano per ora non se ne vede traccia. Nel frattempo assistiamo – afferma il segretario provinciale PD Antonella Trapani – a chiusura per ferie dei reparti del nostro territorio, allo smantellamento del progetto dell’Ospedale unico plurisede, all’indebolimento della sperimentazione del COQ per non parlare delle conseguenze indirette: allungamento liste di attesa per esami, spostamento di visite specialistiche prenotate da tempo, inserimenti in strutture di assistenza sospese.
Siamo consapevoli che c’era ancora molto da fare per rendere efficiente ed efficace il progetto di sanità pubblica sul nostro territorio promosso dalla precedente amministrazione regionale di centrosinistra, ma non ci saremmo certo prefigurati lo smantellamento di un’esperienza condivisa con i territori.
Un progetto strutturato che teneva conto della morfologia e di quella tanto decantata e bistrattata montanità. Oggi ci sentiamo con molti operai le cui fabbriche si sono trasferite dove la produzione è più conveniente, gli utenti della sanità stanno per essere licenziati perchè <<la sanità produce Pil>>.
Per il Partito Democratico – continua Antonella Trapani – la sanità e l’assistenza sociale sono un servizio primario da fornire al cittadino non una fonte di reddito per il bilancio della regione. E’ il contrario, chi amministra ha l’onere di investire per dare servizi ai cittadini.
Abbiamo sentito molte dichiarazioni del Direttore regionale della sanità Monferino di situazioni di grande spreco: concentrazioni di doppioni di reparti a distanza inferiori a quelle tra Domodossola, Verbania e Omegna e le valli collegate, scusater l’ironia, da larghe e dritte strade.
Per questo siamo allarmati dalla possibilità che i nostri presidi pubblici diventino un pasto per privati e speculatori e che chiudano i già risicati servizi che abbiamo.
Per questo aspettiamo che al più presto i veritci regionali presentino un piano per il VCO.

PD Ufficio Stampa