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Stipendi più alti per gli operatori sanitari nelle aree montane? Le risorse previste nella legge regionale appaiono assolutamente insufficienti

Stipendi più alti per gli operatori sanitari nelle aree montane? Siamo d’accordo, è una nostra proposta. Ma le risorse previste nella legge regionale appaiono assolutamente insufficienti. Quanti sono i medici e gli infermieri interessati dal provvedimento?

La proposta di legge regionale, che prevederebbe l’aumento di 800 euro lordi al mese per lo stipendio dei medici e di 350 degli infermieri, in servizio “nelle aree marginali montane del Piemonte”, è stata depositata nelle scorse settimane
La proposta per stipendi più alti agli operatori sanitari che agiscono nelle zone di montagna mi vede d’accordo, essendo anche una proposta che avevo più volte formulato come Sindaco negli ultimi anni.
Una proposta per rendere più attrattivo il lavoro nelle zone di montagna e di confine come la nostra e ridurre, se possibile, il fenomeno del frontalierato verso la Svizzera.
I problemi, grandi, di questa legge però sono due.
Il primo è che gli aumenti proposti, soprattutto per gli infermieri, sono minimi e non influirebbero più di tanto su scelte di vita lavorative oltre confine.
Il secondo è che per finanziare questa legge la copertura economica complessiva, valida nel triennio 2023-2025, è di poco più di sei milioni di euro.
Basta fare due conti per capire che, con questi fondi, potranno al massimo beneficiarne123 medici e 206 infermieri circa.
Le ASL che ricadono nelle aree marginali, come previsto nella legge, ritengo che abbiano un numero totale di medici e di infermieri di gran lunga superiore ai 123 medici e ai 206 infermieri coperti dall’attuale stanziamento.
Il rischio evidente è che questa somma, divisa per il numero reale di personale presente, darà luogo ad aumenti nettamene inferiori a quelli scritti e annunciati nella legge, con incrementi minimi e che non raggiungeranno nessuno degli scopo previsti.
Chiediamo quindi al consigliere regionale Preioni, all’assessore alla sanità Icardi, al Presidente Cirio di fornirci il numero reale dei medici e degli infermieri interessati.
Senza questi numeri, la legge rischia di avere un sapore da campagna elettorale, perché invece servono tante risorse che il Governo nazionale di destra, tra l’altro, sta invece tagliando sulla sanità.
Aspettiamo una risposta concreta su quanti sono i medici e gli infermieri interessati dal provvedimento, sperando che non si faccia propaganda sulla loro pelle e di quella dei cittadini che pretendono, anche nel VCO, una salute di qualità.

Silvia Marchionini
Sindaco di Verbania

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CIRIO E PREIONI CI HANNO FREGATO!

? CI HANNO FREGATO!
Hanno promesso un nuovo Ospedale
Hanno illuso l’Ossola
Hanno umiliato il Cusio e il Verbano
Vogliono tenerci divisi per costruire nuovi ospedali in tutto il Piemonte tranne qui
Il VCO ha bisogno di una sanità di qualità con un NUOVO E UNICO OSPEDALE
Cirio e Preioni: basta bugie, rispettate il VCO

Comunicato https://www.partitodemocraticovco.it/2023/06/20/sanita-preioni-abbandonato-da-cirio-e-icardi-in-consiglio-regionale/


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Sanità: Preioni abbandonato da Cirio e Icardi in Consiglio Regionale

Sulla sanità Preioni lasciato solo dal Presidente Cirio e dall’assessore Icardi che non hanno partecipato al voto. Il Consiglio Regionale sancisce la proposta dei due ospedali. Al VCO serve invece un nuovo e moderno ospedale.

Dopo quattro anni di immobilismo assoluto, con la caduta libera della qualità dei servizi sanitari nel VCO, il percorso deciso è quello dell’ipotetica demolizione e ricostruzione dei due presidi attuali, votata a maggioranza dal Consiglio Regionale.
Un voto al quale non hanno partecipato il Presidente del Piemonte Cirio (assordante il suo silenzio) e l’assessore regionale Icardi, a dimostrazione che non vogliono assumersi questa scelta e lasciano da solo con il cerino in mano il capogruppo leghista Alberto Preioni.
Una proposta, quella votata dei due ospedali, senza che sia minimamente chiaro (non c’è infatti uno straccio di documento in proposito) quali reparti si manterranno, oltre ai 150 posti letto per presidio genericamente indicati.
Saranno mantenuti due veri Dea con tutti i reparti che devono avere per poter funzionare? O sarà mantenuto il modello dell’ospedale unico plurisede con mezzo Dea a Verbania e mezzo a Domodossola, come sta avvenendo da anni, con tutte le difficoltà ben note? Nessuno lo sa.
Per questo ribadiamo che la scelta della destra di Cirio e Preioni, di abbandonare la strada della costruzione di un nuovo e moderno ospedale (richiesto a gran voce dalla maggioranza dei Sindaci, operatori sanitari, categorie economiche, sociali e sindacali ecc.), affiancato da una forte presenza della medicina territoriale e delle Case della Salute, per noi è un clamoroso errore.
I servizi disastrosi (nonostante il generoso impegno di chi ci lavora), le visite per cui si aspettano mesi se non anni, l’impiego massiccio e sempre più forte dei medici gettonisti sono l’allarme che ormai da anni suona forte e chiaro.

Alice De Ambrogi
Segretaria Provinciale PD e Segreteria Provinciale

 

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Sanità. Dallo studio commissionato dalla Regione Piemonte la conferma (scritta) che la miglior scelta è la costruzione di un nuovo Ospedale per il VCO!

Sanità. Dallo studio commissionato dalla Regione Piemonte la conferma (scritta) che la miglior scelta è la costruzione di un nuovo Ospedale per il VCO!

La Regione Piemonte ha commissionato uno studio sul sistema sanitario nel VCO. Ora è on line sul sito della Regione.
Da un semplice lettura dei dati, e dalle indicazioni scritte, si conferma l’utilità della scelta dell’ospedale nuovo come miglior risposta ai problemi del nostro territorio.
Ed è scritto nero su bianco nello stesso studio a pagina 55 che testualmente recita: “La soluzione A, vede la realizzazione di un unico presidio e risulta essere, per le ragioni esposte nell’analisi, la soluzione tecnica più adatta e sostenibile”.
E, invece, la Giunta del Presidente Cirio, dell’assessore alla sanità Icardi e del consigliere regionale Preioni che cosa farà in Consiglio Regionale la settima prossima: proporrà la scelta dei due ospedali, contraddicendo ciò che è scritto nell’analisi tecnica dello studio appena commissionato da loro. Una follia!
E poi con quali soldi saranno costruiti e mantenuti i due ospedali? Per ora promessi ma non certi.
Quali reparti ospiteranno? Nessuno lo sa.
Con quale Dea? Non se ne parla.
Con quali tempi? Si prevedono almeno otto anni.
E come saranno eventualmente realizzati? E prevista la demolizione dei due ospedali e la loro ricostruzione. Ma allora perché dire no a un nuovo ospedale?
Quello che mi chiedo è come un consigliere regionale possa votare qualcosa di così illogico. Sancirebbe la fine della sanità pubblica nel VCO.

Silvia Marchionini
Sindaco di Verbania

Link documento https://www.regione.piemonte.it/web/sites/default/files/media/documenti/2023-05/7-riordino_rete_asl_vco_e_dimensionamento_nh.pdf

https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sanita/organizzazione-strutture-sanitarie/studi-riorganizzativi-2023

 

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Basta scherzare sulla sanità del VCO! Solo annunci e nessun fatto dopo quattro anni di governo regionale del centro destra.

Sono ormai quattro anni che in regione Piemonte si parla della sanità del VCO senza aver mai deciso nulla; quelle poche idee e ben confuse che girano nella testa degli attuali rappresentanti di centro destra, Icardi, Cirio, Preioni ecc. sono addirittura in netto contrasto con le decisioni degli amministratori locali.

A ben vedere l’unico obiettivo perpetrato nel tempo, e con abilità, è stata quella di seminare ulteriore divisione politica e sociale nel nostro territorio su di un tema, quello dell’ospedale unico, che resta la soluzione ad oggi ribadita dalla maggioranza dei Sindaci della provincia azzurra.

Dopo anni di chiacchiere inutili e proclami ad orologeria, spesso in vista di qualche appuntamento elettorale, non esiste agli atti un serio atto deliberativo circa l’assetto ospedaliero della nostra provincia e il finanziamento di nuovi lavori al Castelli e al San Biagio non è all’evidenza, e in aperto contrasto con le determinazioni dei Sindaci della conferenza in seno all’Asl VCO. Finanziamenti annunciati a parole e senza uno straccio di progetto per capire quali reparti ci sarebbero nei due ospedali, quali numeri di posti letto, quale personale, quali servizi garantiti e con il grande problema di due DEA già oggi in gravi difficoltà per mancanza di spazi e personale.

Eppure, il bisogno di una sanità di qualità è lampante e necessaria sia per la popolazione residente, sempre più anziana secondo le statistiche, che per i turisti e riteniamo che l’unica soluzione utile sia una nuova struttura ospedaliera posta in posizione baricentrica per servire agevolmente tutto il territorio provinciale, così come richiesto dalla stragrande parte degli operatori sanitari, associazioni, categorie economiche, sociali e sindacali.

Riteniamo risibili le affermazioni diffuse dal capogruppo consiliare della Lega in regione Preioni secondo cui il Partito Democratico «a seguito del protocollo votato a suo tempo dai consigli comunali di Verbania, Omegna e Domodossola, i due ospedali li aveva di fatto messi in vendita». Ma quale messa in vendita?

Bisogna guardare al futuro e attrarre personale e professionalità nuove e semmai migliori per garantire non solo i servizi necessari, ma anche puntare verso una qualche forma di eccellenza.

E invece? Invece accade che la mancanza di una strategia condivisa ci ha portato ad avere due mezzi ospedali, oltre al presidio di Omegna, non competitivi rispetto alle necessità di molti pazienti, che restano obbligati e rivolgersi a Borgomanero, Novara, Varese e Milano.

Beninteso, al personale sanitario va il massimo riconoscimento di impegno e professionalità; tuttavia, il problema è organizzativo e gli stessi dipendenti sono vittime di una gestione priva di visione prospettica per il territorio.

Concorsi per medici e primari che vanno deserti sono un segnale sconcertante per tutti e palesano come i nostri attuali nosocomi non sono attrattivi per i nuovi professionisti, spesso freschi di studi universitari e post-universitari, che hanno legittima ambizione di mettere a frutto le proprie competenze e fare carriera.

A fronte di ciò la Regione Piemonte avrebbe dovuto adoperarsi per panificare un assetto ospedaliero nuovo e in grado di affrontare le sfide del domani, ma purtroppo così non è stato e si è aperta la stagione dei medici gettonisti. Risultato: l’Asl Vco presenta un disavanzo di 40 milioni di euro e i servizi sono peggiorati. Ogni cittadino che ha avuto a che fare con questi servizi lo sa, a partire dalle prenotazioni di esami che richiedono ormai tempi smisurati.

Le voci di dissenso rispetto a questo operare ci sono e non si sono mai placate, e il Sindaco di Verbania si è sempre battuto, coerentemente, per chiedere il ripristino dei servizi all’ospedale verbanese; forse è il caso che queste voci si elevino ancor di più per evitare che vengano assunte, magari a suon di maggioranza, decisioni scellerate in danno della salute dei cittadini del Verbano Cusio Ossola.

La politica regionale ha il dovere di decidere, ma usando buon senso e rispettando i diritti dei cittadini

Roberto Gentina
Capogruppo Consiliare del Partito Democratico

Marco Magni
Segretario di Circolo del Partito Democratico

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Ospedali del VCO: il PD chiede un Consiglio regionale aperto

In commissione Sanità lunedì a Torino il Pd ha chiesto di procedere con audizioni al presidente dell’ordine dei medici del Vco e ad alcuni sindaci. I democratici chiedono di ascoltare voci del territorio per approfondire la questione su cui il Consiglio regionale è chiamato a esprimersi in merito alla riorganizzazione sanitaria nel Verbano Cusio Ossola.
Una delibera di giunta dà preferenza all’opzione di ristrutturazione degli ospedali di Verbania e Domodossola, ma la maggioranza dei sindaci il 1° luglio di un anno fa aveva votato per la costruzione di uno nuovo, dove concentrare risorse umane e tecnologiche. In commissione Sanità la Lega ha detto no. I democratici ci hanno riprovato l’altro ieri nella riunione dei capigruppo.
Hanno chiesto un Consiglio regionale aperto, in cui possano prendere la parola portatori d’interesse della piccola provincia dalla specificità montana. «Il capogruppo della Lega Alberto Preioni sta valutando cosa risponderci» riporta Domenico Rossi, consigliere e segretario regionale del Pd. «Si vedrà» dichiara laconico l’ossolano Preioni, primo promotore dell’opzione fatta propria dalla giunta regionale, nella consapevolezza che una quadra su una collocazione davvero condivisa del nuovo e unico ospedale non si trova.
I sindaci dei centri più grandi (a eccezione di Cannobio) restano ancora dell’idea, come gli addetti ai lavori, che quella dell’ospedale unico è la sola strada per garantire ai cittadini una sanità locale che non costringa a rivolgersi altrove, soprattutto perché non si ha personale sufficiente per i due ospedali.
Intanto Gianni Morandi, presidente della Conferenza degli 81 sindaci dell’Asl Vco, l’ha presa male. «Sono sempre moderato nei toni, ma la risposta che ho avuto dalla direzione generale dell’Asl è un insulto: a me, ai colleghi e ai cittadini che rappresento». Tre giorni fa alla direttrice Chiara Serpieri ha inoltrato quella che definiva «la madre di tutte le domande» in merito alla decisione regionale. «Chiedevo lumi sulla possibilità di deroga alla normativa tuttora in vigore, senza la quale nel Vco non possono esserci due Dea» ricorda Morandi. La risposta dell’Asl ribadisce che la scelta finale spetta al Consiglio regionale e se l’assemblea si esprimerà per la demolizione e la ricostruzione di San Biagio e Castelli, il presidente del Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi negozieranno con il ministero per ottenere la deroga.
«Mettiamo che venga concessa, l’Asl sarebbe in grado di assicurare a ciascuno dei due ospedali tutti i reparti necessari per un vero Dea?
» chiede Morandi. La risposta dell’Asl è stata: si valuterà come adeguare l’organizzazione in base a legislazione vigente, sostenibilità economica e gestionale.
«E’ così fumosa – dichiara Morandi – da risultare irrispettosa anche per il presidente Cirio che aveva chiesto di darci riscontro con chiarezza. Tra le righe si legge ciò che è evidente. Non si facciano illusioni i sostenitori della riproposizione dell’ospedale plurisede: uno dei due forse avrà un Dea di primo livello, l’altro poco più di un pronto soccorso».
– © RIPRODUZIONE RISERVATA  -La Stampa VCO
19 maggio 2023

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