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100° anniversario della nascita di Filippo Beltrami, Albino Calletti, Gianni Citterio, Pippo Coppo

image La Sezione ANPI di Omegna e il Comitato Provinciale VCO dell’ANPI, con l’Associazione Casa della Resistenza, l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli "V. Moscatelli" e l’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea nel Novarese e nel Verbano Cusio Ossola "P. Fornara" organizzano, nel centesimo anniversario della nascita di Filippo M. Beltrami, Albino Calletti, Gianni Citterio, Pippo Coppo, Vincenzo Moscatelli e in occasione del 65° anniversario della prima "calata in Omegna" dei Partigiani, un incontro pubblico.
Il titolo del convegno è "CENT’ANNI", e si terrà al Forum di Omegna, Parco Maulini 1, Domenica 30 novembre 2008, alle ore 10. Coordinato dal dott. Francesco Omodeo Zorini, Presidente dell’Istituto Storico di Novara, sono previsti interventi di M. Begozzi, F. Colombara, Z. Giannoni, L. Morganti e B. Ziglioli.
Concluderà RAIMONDO RICCI, Vice Presidente Nazionale Vicario dell’ANPI.
Mercoledì 3 dicembre alle ore 14,30 sarà poi inaugurata nel Salone della Scuola Materna Statale "A. Bialetti" di via Fossalone una targa in ricordo del sacrificio del piccolo Luciano Masciadri, ferito il 30 novembre 1943 da un milite fascista e deceduto il 3 dicembre, nel 65° anniversario della morte.

Se i giudici si danno l’aumento da soli: grazie ad un emendamento del senatore PDL Zanetta.

image Riportiamo un articolo di oggi, (cliccate qui per visualizzarlo) pubblicato dal Corriere della Sera a firma di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella (gli autori del libro sulla "casta" per capirci) dove parlano di un "interessante" emandamento firmato anche dal nostro parlamentare locale del PDL Valter Zanetta, dove "vengono abolite le norme introdotte nell’ultima finanziaria del governo Prodi che vietavano alle pubbliche amministrazioni, senza eccezioni, di stipulare contratti contenenti la clausola del ricorso all’arbitrato in caso di disaccordo. Pena, l’intervento della Corte dei conti e pesanti sanzioni".
Il caso degli arbitrati: un emendamento del Pdl fa tornare la «giustizia parallela» dove lo Stato perde
Più «amanti» per tutti. Ricordate come il giudice Aldo Quartulli definì gli arbitrati, che consentono ai magistrati amministrativi di guadagnare soldi extra? «Le sentenze sono la moglie, gli incarichi l’amante». Bene: dopo essere stati più volte aboliti e ripristinati, stanno per tornare alla grande. Grazie a un emendamento che andrà in discussione proprio martedì. Il cuore dell’emendamento, firmato da tre senatori del Pdl, Massimo Baldini, Valter Zanetta e Luigi Grillo (il presidente della commissione Lavori pubblici del Senato rinviato a giudizio per concorso in aggiotaggio per i suoi rapporti con Giampiero Fiorani) è racchiuso in una sola riga: «Sono abrogati i commi 19, 20, 21 e 22 dell’articolo 3 della legge 24 dicembre 2007, n. 244». Arabo, per i non addetti ai lavori. Ma l’obiettivo è chiaro: vengono abolite le norme introdotte nell’ultima finanziaria del governo Prodi che vietavano alle pubbliche amministrazioni, senza eccezioni, di stipulare contratti contenenti la clausola del ricorso all’arbitrato in caso di disaccordo. Pena, l’intervento della Corte dei conti e pesanti sanzioni.
Riassumiamo? Gli arbitrati (aboliti dal governo Ciampi, ripristinati da Berlusconi, ri-aboliti da Dini e via così…) sono una specie di corsia preferenziale parallela alle cause civili. Se l’ente pubblico che ha commissionato un lavoro e chi quel lavoro lo ha eseguito vanno a litigare sui soldi, possono chiedere che a stabilire le ragioni e i torti non sia la lentissima giustizia civile ma una specie di giurì. Un arbitro lo nomina un litigante, uno quell’altro e i due insieme nominano il presidente. Niente di male, apparentemente. Se non fosse per due nodi. Primo: gli «arbitri» sono spesso giudici chiamati a decidere «privatamente » su cose che a volte toccano lo stesso Comune, la stessa Provincia, la stessa Regione o lo stesso Ministero su cui possono essere delegati a decidere nelle vesti di membri dei Tar o del Consiglio di Stato. Secondo nodo: stando ai dati del presidente dell’Autorità per la vigilanza dei lavori pubblici Luigi Giampaolino, lo Stato (guarda coincidenza…) perde sempre. O quasi sempre: in 279 arbitrati in due anni tra il luglio 2005 e il giugno 2007, ha vinto appena 15 volte. Sconfitto nel 94,6% dei casi, ha dovuto pagare alle imprese private 715 milioni di euro. Pari al costo del Passante di Mestre.

Va da sé che, oltre ai privati, hanno esultato gli arbitri. Che si sono messi in tasca, euro più euro meno, una cinquantina di milioni. Una cosa «indecorosa», diceva un tempo Franco Frattini invocando «l’incompatibilità totale fra lavoro istituzionale dei giudici e altri incarichi ». «Inaccettabile», concorda il Csm che da anni non consente ai giudici civili e penali di accettare arbitrati. «Indecente», insiste Antonio Di Pietro, che più di tutti ha spinto, da ministro delle Infrastrutture, per mettere fine all’andazzo. Macché: di proroga in proroga, è rimasto tutto come prima. E il divieto assoluto di ricorrere all’arbitrato non è mai entrato, di fatto, in vigore. Peggio: l’emendamento Grillo- Baldini-Zanetta non si limita a ripristinare gli arbitrati. Va oltre. E stabilisce una specie di percorso automatico: o l’ente pubblico e l’impresa privata che vanno in lite si accordano entro un mese oppure, senza più le procedure di prima, si va dritti alla composizione arbitrale. E dato che in questi casi lo Stato perde quasi sempre, va da sé che questo potrebbe spingere perfino le amministrazioni più riluttanti, per non subire oltre il danno la beffa di dover pagare avvocati e spese processuali, a rassegnarsi alla «proposta di accordo bonario». Cioè alle richieste delle imprese. Coscienti di spazzare via tre lustri di tentativi di moralizzazione avviati da Carlo Azeglio Ciampi, gli autori dell’emendamento hanno sciolto nella pozione uno zuccherino: il dimezzamento dei compensi minimi e massimi dovuti agli arbitri. Evviva! Fermi tutti: salvo la possibilità di aumentare del 25% le parcelle «in merito alla eccezionale complessità delle questioni trattate, alla specifiche competenze utilizzate e all’effettivo lavoro svolto». E chi decide l’aumento? Gli arbitri stessi.

Non bastasse, la sconcertante manovra per rilanciare gli arbitrati mai aboliti arriva nella scia di altri due episodi, diciamo così, controversi, che riguardano gli stessi magistrati amministrativi, da sempre cooptati a decine in questo e quel governo, di sinistra o di destra, come capi di gabinetto o responsabili degli uffici legislativi. Incarichi che ricoprono continuando a progredire nella carriera giudiziaria come fossero quotidianamente presenti e cumulando i due stipendi. Il primo è la decisione di spostare la definizione delle norme che dovrebbero regolare gli incarichi pubblici. Abolito il tetto massimo di 289 mila euro fissato da Prodi, tetto che arginava alcuni stipendi stratosferici, il governo si era impegnato a fissare le nuove regole entro il 31 ottobre. Macché: tutto rinviato. Nel frattempo non solo tutto resta come prima, ma alcune società pubbliche come il Poligrafico, la Fincantieri o l’Anas hanno rimosso dai loro siti l’elenco delle consulenze e il loro importo, vale a dire uno dei fiori all’occhiello rivendicato sia dal vecchio governo di sinistra sia da Renato Brunetta. Ma la seconda «eccentricità» è forse ancora più curiosa. Riguarda un concorso. Erano in palio 29 posti di «referendario» (traduzione: giudice) nei Tar.

Presidente della Commissione: Pasquale De Lise, «aggiunto» del Consiglio di Stato e autore di una celebre battuta sugli arbitrati suoi: «Il guadagno legittimo di qualche soldo». Partecipanti: 415 candidati. Ammessi agli orali, svoltisi in queste settimane: 30. E chi c’è, tra questi promossi? Una è Paola Palmarini, docente alla Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze di cui tempo fa era rettore il marito, Vincenzo Fortunato, capo di gabinetto di Giulio Tremonti nonché membro del Consiglio di Presidenza, cioè dell’organo di autogoverno delegato a nominare le commissioni d’esame. Un’altra è Anna Corrado, moglie di Salvatore Mezzacapo, giudice dei Tar e lui stesso membro dell’organo di autogoverno che sceglie le commissioni. Il terzo è Enrico Mattei fratello del magistrato del Tar Fabio Mattei, ammesso agli orali (dopo essere stato inizialmente scartato), grazie a una sentenza del Tar Lombardia firmata da Pier Maria Piacentini, il quale non molto tempo prima aveva avuto dal già citato organo di autogoverno l’autorizzazione ad assumere un incarico molto ben remunerato «di studio e approfondimento dei problemi concernenti concessioni di valorizzazione dei beni demaniali». Incarico «conferito dal Direttore dell’Agenzia del Demanio ». Cioè dalle Finanze.

Sergio Rizzo
Gian Antonio Stella
17 novembre 2008

A Verbania il convegno nazionale “PEER & VIDEO EDUCATION”

image Con il titolo "PEER & VIDEO EDUCATION: adolescenti, prevenzione e comunicazione multimediale" si svolge a Verbania dal 13 al 15 novembre 2008 un convegno nazionale promosso da Comune di Verbania, ASL VCO, Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, Associazioni Contorno Viola e Alternativa A
Per informazioni: e-mail: convegno@peer-education.it web: www.peer-education.it
PERCHÉ QUESTO CONVEGNO
Le nuove forme di comunicazione multimediale costituiscono parte integrante del linguaggio delle giovani generazioni e perciò richiedono una costante ridefinizione dell’azione educativa per sviluppare efficaci attività di prevenzione dei comportamenti a rischio, favorire la socializzazione nei gruppi e promuovere la partecipazione e la cittadinanza attiva.
LA SCELTA DEL LINGUAGGIO
Queste riflessioni hanno spinto il gruppo di lavoro attivo nel territorio del Verbano-Cusio-Ossola, a distanza di cinque anni dal convegno nazionale Peer-education. Adolescenti protagonisti di quale prevenzione? a riproporre un’occasione di riflessione e di scambio sulle implicazioni e gli sviluppi dell’educazione fra pari. Un percorso fondato sul costante confronto tra giovani e adulti che si è arricchito recentemente di nuove competenze comunicative. Tali ingredienti sembrano delineare, nel contesto dell’educazione fra pari, la proposizione di modelli di intervento che prevedono una nuova modalità educativa che si potrebbe definire come VIDEO EDUCATION, un’integrazione fra peer education e nuove forme di comunicazione multimediale. TRE SESSIONI DI LAVORO
Il convegno, progettato e animato con l’intervento attivo dei giovani e dei peer educator, è articolato in due sessioni plenarie (giovedì pomeriggio e sabato mattina) e in tre workshop paralleli previsti nella giornata di venerdì, collegati e interconnessi tra loro tramite la tecnologia multimediale; è rivolto ai giovani cui sono dedicati attività e spazi specifici, agli operatori del mondo della scuola, della sanità, del volontariato, dei servizi sociali ed educativi, agli esperti di tematiche adolescenziali e della comunicazione e agli amministratori impegnati sui temi della cittadinanza attiva e sviluppo del capitale sociale.
Il convegno vuole mettere a fuoco le aree tematiche:

– Bullismo e cyber-bullismo;
– Comportamenti a rischio e Nuove dipendenze;
– Cittadinanza attiva e sviluppo del capitale sociale.
PRODUZIONI VIDEO

Il confronto e la riflessione critica sui temi indicati si svilupperà, in particolare, attraverso lo strumento video creando un’opportunità per mettere in campo le migliori produzioni realizzate in questi ambiti a livello nazionale.
l’elemento centrale dell’evento sono i laboratori workshop che propongono non solo la riflessione e il confronto tra i diversi contributi, esperienze e produzioni ma anche un’occasione di sperimentazione delle nuove forme di comunicazione multimediale.Nel corso del convegno saranno selezionate le migliori produzioni video presentate dalle diverse realtà sulle tre tematiche.

E’ possibile trasmettere alla segreteria del convegno produzioni video relative ai temi del Bullismo e cyber-bullismo, Comportamenti a rischio e nuove dipendenze, Cittadinanza attiva e sviluppo del capitale sociale, accedendo al sito www.peer-education.it.
Qualora l’opera superi i cinque minuti, è richiesta una versione trailer ridotta, della durata massima di due minuti.
I video pervenuti alla segreteria del convegno concorrono all’assegnazione del premio Provincia del Verbano-Cusio-Ossola sulle migliori produzioni realizzate in ambito prevenzione, con partecipazione attiva degli adolescenti. Le versioni trailer verranno trasmesse al pubblico per il periodo del convegno in appositi spazi adiacenti alle sessioni di lavoro.

SPAZIO ATELIER E POSTER
All’interno del Palazzetto dello Sport, nella giornata del venerdì, sarà riservato uno spazio dedicato alla presentazione di progetti da parte dei partecipanti al convegno.

PARTECIPAZIONE AL CONVEGNO
La partecipazione al convegno è gratuita. All’atto della registrazione è comunque gradito un contributo di € 50 a favore dell’organizzazione di volontariato Contorno Viola per la fornitura del kit del convegno che comprende, oltre al materiale di cancelleria, un cofanetto con le migliori produzioni video locali sui temi trattati e una pubblicazione sul bullismo.

l’organizzazione è lieta di offrire ai partecipanti al convegno il lunch del venerdì.

ECM
Questo evento è stato accreditato in Educazione Continua in Medicina dal Ministero della Salute per le seguenti figure professionali: medici, psicologi, infermieri, assistenti sanitari, ostetriche ed educatori professionali. Inoltre, il MIUR ha concesso l’esonero dal servizio per i docenti che parteciperanno al convegno.
Al termine del convegno verrà rilasciato a tutti gli intervenuti l’attestato di partecipazione ai lavori.

La riforma solo rimandata, non definitivamente bloccata.

Per l’assessore alla Pubblica Istruzione, Lilliana Graziobelli, non è giustificato il senso di scampato pericolo per gli effetti negativi della riforma Gelmini.
“Il ridimensionamento scolastico ed i tagli alle scuole di montagna – dice l’assessore – non sono definitivamente scongiurati, ma solo rinviati di un anno. Tra dodici mesi saremo punto e a capo. E in ogni caso, l’incertezza che questa riforma ha scatenato nella scuola pubblica la si percepisce già adesso”.
In Provincia è infatti arrivata una lettera, firmata dai dirigenti di undici istituti superiori del Verbano Cusio Ossola, in cui si chiede di “sospendere tutte le attività di orientamento per gli alunni di terza media verso la scuola superiore”. Motivo della richiesta “la fase di transizione che sta attraversando la scuola secondaria superiore nell’incertezza degli assetti che essa assumerà dall’anno scolastico 2009/10”.
l’assessore Graziobelli sospetta che il rinvio di un anno della parte più negativa della riforma scolastica sia solo un modo per lasciar calmare le acque e poi riproporre le misure più impopolari: “Nella primavera dell’anno prossimo ci sarà un’importante tornata elettorale amministrativa che coinvolgerà centinaia di province e comuni. I tagli alla scuola, messi momentaneamente nel cassetto grazie alla protesta di operatori, famiglie, studenti, parlamentari ed enti locali, potrebbero tornare alla ribalta a settembre, ad urne chiuse”.
Domani, mercoledì 12 novembre alle 12:00, l’assessore Graziobelli incontra i presidi delle scuole superiori del Verbano Cusio Ossola per fare il punto sull’attività di orientamento. Obiettivo dell’assessore giungere a un documento condiviso da spedire agli organi competenti per sollecitare indirizzi precisi.
Ufficio Stampa, Provincia del Verbano Cusio Ossola

Un sito del VCO sulla mobilitazione nelle scuole.

image Si chiama "Scuolapertutti.net" (per vederlo clicca qui), ed è un sito che si propone di facilitare la comunicazione tra i comitati di studenti, insegnanti e genitori sorti in difesa della scuola pubblica nel Verbano Cusio Ossola.
L’uso di Internet rende più fluidi i processi di coordinamento e permette di confrontare e valutare idee e proposte in tempo reale. "Scuolapertutti.net" intende aprire una finestra informativa locale sul movimento civile in difesa della scuola e dell’Università italiana, senza tralasciare il contesto nazionale.
Accanto alle news e ai documenti prodotti dai Comitati e ad una rassegna stampa locale e nazionale, il sito ha attivato un forum per promuovere il dibattito e lo scambio di opinioni. Per favorire il coordinamento sarà inoltre attivata al più presto una newsletter.
Ogni Comitato o organizzazione che invierà dei documenti vedrà comparire le sue informazioni negli spazi comuni e avrà a disposizione un piccolo archivio personale.

Scuola: dal Governo il primo dietrofront!

image Le battaglie di queste settimane contro la riforma Gelmini della scuola, fatte dai cittadini, dagli studenti, dagli insegnanti e dalle forze politiche come il Partito Democratico producono i primi effetti.
E’ di oggi, infatti, la notizia che un emendamento presentato dal relatore di maggioranza al Senato farà slittare alcune delle scelte annunciate qualche settimana fa.
Insomma, un primo chiaro passo indietro del Governo Berlusconi.
Nel merito è rinviata la chiusura delle scuole con meno di 50 alunni e l’obbligo per le Regioni di presentare il piano di ridimensionamento entro il 30 novembre 2008 ed il conseguente commissariamento per quelle inadempienti.
Tutto è per ora rinviato al 2010, ma solo con l’accordo degli enti locali.
Dopo l’opposizione compatta al ridimensionamento della scuola e le manifestazioni, civili e partecipate, di gran parte della società italiana, il governo ha fatto un chiaro passo indietro. Speriamo non l’unico.
Infatti, rimangono in piedi le preoccupazioni sulle scuole primarie con i tagli al tempo pieno e resta in piedi il progetto del maestro unico alle elementari con 10 mila posti in meno nel 2009, ed in più i tagli dei fondi all’università.
Ora è necessario riaprire un confronto a tutto campo, e speriamo che il governo lo faccia, per discutere la riorganizzazione dei servizi scolastici fermo restando il carattere irrinunciabile del diritto allo studio.
Per questo rimane in piedi l’impegno e la mobilitazione del Partito Democratico su questo tema così delicato per il futuro del nostro paese.
Esecutivo PD VCO – PD Ufficio Stampa