Archivi tag: Travaglini

LA REGIONE SALVA LA DOMOSSOLA ISELLE

image Borioli: “Pagheremo il servizio di tasca nostra”
La Regione Piemonte pagherà i servizi sulla linea ferrovia Domodossola-Iselle. Lo annuncia l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Daniele Borioli, a seguito dell’annuncio, da parte di Trenitalia, della volontà di dismettere il servizio, perché non inserito nel contratto di servizio: “Quando nel 1998 furono trasferite le deleghe alle Regioni sul trasporto ferroviario regionale e si fece il conto dei chilometri da assegnare al Piemonte, quelli della Domodossola-Iselle furono dimenticati e quindi non furono assegnate al Piemonte la risorse per pagare quei servizi. Oggi la situazione non è cambiata –spiega Borioli – ma, visto lo stato non ci ha ancora assegnato i finanziamenti aggiuntivi, abbiamo deciso di garantire comunque le cinque coppie di treni che svolgono attualmente il servizio con risorse che la Regione Piemonte ha individuato all’interno dei suoi bilanci”. “A prescindere dal mio giudizio su chi allora fece i conteggi – prosegue Borioli – mi pare un atto di grande responsabilità da parte della Regione. Per il 2009 abbiamo stanziato 10 milioni di euro per il potenziamento e il miglioramento del servizio ferroviario regionale: una parte di quei soldi servirà per salvare una linea, la Domodossola-Iselle, che seppur minore, garantisce ogni giorno la mobilità di centinaia di pendolari transfrontalieri”.

"La scelta della Giunta Regionale di intervenire economicamente per il mantenimento dei collegamenti ferroviari sulla Domodossola – Iselle, è ancora una volta un fatto positivo per il VCO". È quanto affermano i consigleri regionali Marco Travaglini e Aldo Reschigna.
" Nel passato, al momento del passaggio del trasporto ferroviario locale, tutti si sono dimenticati della linea e la scelta della ferrovie di interrompere il servizio rischiava di creare difficoltà pesanti soprattutto per i pendolari.
La scelta responsabile dell’assessore Borioli, scelta che abbiamo sollecitato, è segno di attenzione nei confronti del nostro territorio.
Il fatto che poi il 30 di gennaio con l’asssessore Borioli e la Comunità Montana Valle Ossola ci troveremo a discutere sui molti altri temi del trasporto ferroviario è testimonianza della attenzione con cui l’amministrazione regionale segue, sia pur in un momento di ristrettezza per il proprio bilancio, questi temi".

Approvato il piano triennale regionale per la scuola

image Il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato il piano triennale 2009-2011 per il diritto allo studio e la libera scelta educativa.
Oltre a definire le priorità di finanziamento e al programmazione delle attività in materia di diritto allo studio, il piano garantisce certezza di finanziamenti per il periodo che "copre", mettendo in rilievo l’importanza di una programmazione di lungo periodo che assicuri – ed è molto importante – la continuità delle attività più efficaci e più coinvolgenti per i giovani studenti. 
Il provvedimento, oltre che necessario, era atteso perché le risorse che la legge 28 del 2007 destina a Province, Comuni, scuole e famiglie, possano essere erogate. Serviranno a finanziare interventi per assicurare il diritto allo studio a studenti con difficoltà socioculturali, a stranieri, a bambini e ragazzi con esigenze educative speciali, per  i libri di testo, e altro ancora. Si tratta, in particolare in questo momento di crisi economica e sociale, di un sostegno concreto alle famiglie con un ISEE fino a 32 mila euro perché possano sostenere le spese per trasporti, mense, libri, attività scolastiche e, se scelgono la scuola paritaria, per le spese di frequenza. Il budget per il 2009 è di 111 milioni: 81 di spesa corrente e 30 di investimenti.Grande attenzione, ovviamente, alla scuola pubblica ma conferma delle risorse ( circa 21 milioni) anche alle scuole paritarie. Con questo piano triennale, nei fatti, si garantisce l’accesso ad una offerta formativa diffusa e qualificata, fin dalla scuola dell’infanzia, valorizzando al massimo la centralità del sistema pubblico dell’istruzione. A breve tutte le famiglie riceveranno un vademecum informativo sui tempi e le modalità con cui richiedere alla Regione il sostegno alle spese scolastiche. E’il risultato positivo di un lavoro politico serio, teso ad assicurare l’applicazione effettiva di una legge di sistema che, abrogando la precedente legge del centrodestra sul buono scuola, destina al sistema dell’istruzione piemontese risorse molto significative.

Marco Travaglini, consigliere regionale Pd

Approvata dal Consiglio Regionale la nuova legge sull’artigianato. Più forza all’economia

image È un provvedimento importante perchéanzitutto riconosce all’artigianato la stessa dignità e ruolo nella economia piemontese al pari di tutte le altre attività economiche.
È un provvedimento che la Giunta Regionale ha saputo condividere con le organizzazioni degli artigiani e che nella discussione sia in Commissione che in Consiglio Regionale ha subito ulteriori lievi modifiche che hanno colto alcune delle osservazioni fatte dalle organizzazioni artigiane.
Questa legge viene approvata in un momento di gravi difficoltà delle imprese artigiane ed è accompagnata da una serie di ultriori provvedimenti che hanno lo scopo di sostenere il settore, come il sostegno al credito attraverso i consorzi di garanzia fidi ed i maggiori stanziamenti nel Bilancio regionale a favore degli artigiani che vedono nel 2009 raddoppiare le risorse rispetto all’anno precedente. Le linee su cui si muove la legge sono le seguenti:
1) Snellimento e semplificazione con l’introduzione della comunicazione unica per l’iscrizione all’albo delle imprese artigiane, consentendo l’acquisizione della qualifica artigiana fin dalla presentazione della dichiarazione di inizio attività;
2) Governance: il concorso dei diversi livelli di governo e delle organizzazioni di rappresentanza della categoria nella fase di programmazione delle politiche a favore del settore; è importante perchéle politiche a favore dell’artigianato saranno oggetto di forte condivisione tra la Regione e le associazioni dell’artigianato;
3) la valorizzazione ed il sostegno alla qualità ed alla eccellenza artigiana .
Nella nostra regione le imprese artigiane sono quasi 130.000 , un numero impressionante che testimonia la vivacità del settore.
Con la legge sull’artigianato la regione vuole dare forza e sostegno ad un pezzo importante dell’economia del Piemonte e del VCO. Aldo Reschigna, Marco Travaglini
Consiglieri regionali

Cosa ci dice lo studio sui cambiamenti climatici nella montagna piemontese

image La Regione , recentemente, ha commissionato alla Società meteorologica subalpina uno studio sui cambiamenti climatici nella montagna piemontese e sull’impatto che essi hanno avuto ed avranno sul territorio montano.
La ricerca, realizzata con il coordinamento scientifico di Luca Mercalli, si sofferma sull’analisi dei dati su clima e atmosfera, neve e ghiacciai, ecosistemi terrestri e biodiversità, ma anche sull’acqua, l’agricoltura, l’economia e la salute umana nelle aree montane.
Parlarne ora che è nevicato abbondantemente e che ci si avvia ad una stagione invernale  "regolare" può sembrare fuori luogo ma non bisogna mai scordare quanto sia indispensabile disporre di un quadro di riferimento e dati il più possibile attendibili sulle prospettive future. Da una parte è utile conoscere la prospettiva della copertura nevosa nei prossimi anni per ragionare sullo sviluppo turistico nelle stazioni invernali ma  ci interessa ancor più capire l’impatto dei cambiamenti climatici sugli eventi eccezionali per programmare gli investimenti e gli interventi per la prevenzione dei rischi idrogeologici. I dati sulle temperature dal 1900 ad oggi indicano che il riscaldamento sulla regione alpina è stato maggiore di quello globale, con un aumento di 1.2 ° C. Sulle Alpi piemontesi l’aumento di temperatura è stato inoltre più sensibile in estate che in inverno. Per quanto riguarda invece le precipitazioni, in Piemonte negli ultimi novanta anni si è registrata nel complesso una moderata tendenza alla diminuzione delle piogge, ma i segnali sono piuttosto deboli e irregolari. Lo studio ipotizza che tra qualche decennio gli inverni rigidi scompariranno quasi del tutto ed aumenteranno considerevolmente le estati molto calde. Non è un caso che, dal 1850 al 2000, i ghiacciai alpini hanno perso la metà della loro superficie complessiva. Va notato che sulle nostre montagne, nel periodo 1990-2007,  si è anche assistito ad un anticipo di circa quindici giorni della fusione primaverile rispetto al periodo 1961-1989. Sulle zone di bassa montagna (quote inferiori a 1500 metri) si prevede una diminuzione del 35% della durata dell’innevamento per ogni grado di aumento della temperatura. Le ondate di calore aumenteranno e saranno intense nei prossimi decenni; le valli montane del Piemonte potrebbero quindi beneficiare di una maggiore frequentazione estiva anche se, a dire il vero, si tratta di una ben magra consolazione.

Marco Travaglini, consigliere regionale PD

SEI AZIONI DI GOVERNO PER LA MONTAGNA

image Dopo tanto clamore attorno alle comunità montane, soprattutto sul piano nazionale, ora sembra che stia calando nuovamente un sipario di silenzio sui problemi e le aspettative delle "terre alte". Eppure servirebbero delle scelte – soprattutto a livello nazionale – per promuovere almeno sei azioni. Eccole, in sintesi..
1) Sostegno all’agricoltura di montagna e alle pluriattività rurali. l’agricoltore montano svolge una funzione di carattere generale, perché la sua attività preserva l’ambiente e tutela la tenuta idrogeologica dei versanti. Esso deve perciò essere sostenuto sia con norme che ne agevolino la pluriattività aziendale sia con la sburocratizzazione di molte procedure connesse alla loro attività. In tale contesto idonee misure devono essere previste per le cooperative di produzione agricola e di lavoro agricolo-forestale che abbiano sede e che esercitino prevalentemente le loro attività nei comuni montani.2) Eliminazione dei vincoli burocratici per l’impiego delle risorse naturali montane. Troppo spesso imprese che intendono lavorare in montagna e sfruttarne in maniera sostenibile le sue risorse incappano in assurde trafile burocratiche che aumentano a dismisura costi e tempi per avviare imprese e investimenti. Occorre un disboscamento normativo e legislativo e la definizione di procedure e tempi certi e fissati per il rilascio delle autorizzazioni connesse con le attività produttive ed edilizie.
3) Incentivazione del turismo montano. Occorre semplificare i livelli amministrativi di promozione del turismo montano, destinare risorse a sostegno dell’ammodernamento delle strutture ricettive, dei rifugi e della sentieristica. Il Piemonte si sta muovendo bene con il piano strategico per il turismo montano ed una serie di leggi – a partire da quella della sicurezza sulle piste da sci ed a sostegno all’innevamento programmato – in grado di rafforzare l’offerta.
4) Valorizzazione del patrimonio forestale e dei terreni incolti a fini produttivi. Il nostro è un paese “ricco di boschi poveri” e per questo è costretto ad importare dall’estero il legname per la propria industria del legno. Occorre ribaltare il concetto, anzitutto impiegando al meglio i fondi già stanziati dal governo per il Piano Nazionale della Forestazione, e da qui avviare una fortissima valorizzazione del nostro patrimonio forestale anche ai fini dell’applicazione del protocollo di Kyoto, valorizzando al contempo i terreni montani incolti sottraendoli alla loro parcellizzazione per farli diventare produttivi sotto il profilo economico. La legge forestale che sta per essere varata in Piemonte va in questa direzione.
5) Protezione civile e dissesto idrogeologico. Occorre sostenere e potenziare le attività di protezione civile nel territorio montano, anche attraverso la formazione e la messa in rete del mondo del volontariato, e realizzare a livello statale un “piano straordinario di manutenzione ordinaria dei versanti montani” per prevenire le cause di dissesto idrogeologico che comportano danni e costi all’intera collettività nazionale.
6) Riforma del Fondo Nazionale per la Montagna. Le risorse finanziarie che lo Stato destina alla montagna – sempre più esigue –  seguono un percorso centralista ormai inadeguato. Occorre riformare questo meccanismo, legando l’alimentazione del Fondo alle disponibilità fiscali derivanti dallo sfruttamento delle risorse montane e applicando criteri federalisti di ripartizione degli stanziamenti, introducendo criteri di premialità per le amministrazioni in grado di realizzare progetti innovativi, efficienti e di qualità.
Marco Travaglini, consigliere regionale PD

APPROVATA LA NUOVA LEGGE REGIONALE SUL LAVORO

image Il Consiglio regionale ha approvato la legge che affronta i temi legati ad occupazione, qualità, sicurezza e regolarità del lavoro.
Una legge molto attesa e quanto mai puntuale che riunisce in un unico testo le disposizioni legislative regionali in materia di politiche del lavoro e di servizi per l’impiego. I
l riassetto complessivo della normativa sul lavoro era tra i principali punti del programma di governo del centrosinistra, poiché era necessario rivedere una legislazione ormai ‘invecchiata’.
Un “tesoretto” di 52 milioni d’euro l’anno sarà impiegato per sostenere la buona occupazione. Il nuovo provvedimento legislativo facilita la gestione di norme complesse, semplificandole e aggiornandole, e assume una rilevanza ancora maggiore in un momento di crisi come quello attuale che ripropone il tema del lavoro in modo drammatico. Con questa legge s’intende promuovere l’occupazione, la sua qualità e stabilità, la sicurezza del lavoro e sul luogo di lavoro, valorizzando il ruolo degli enti locali e riconoscendo l’importanza del metodo della concertazione con le parti sociali. Tutto ciò perseguendo la lotta al lavoro nero, come pre-requisito per combattere ogni forma di sfruttamento, promuovendo la responsabilità sociale delle imprese.
Gli obiettivi? Consentire a tutti l’accesso al mercato del lavoro in condizioni di regolarità, promuovere condizioni lavorative continuative e stabili, contrastando la precarizzazione del lavoro, promuovere azioni per incrementare l’occupazione, attraverso misure di sostegno ai datori di lavoro privati che creino occupazione stabile.
Ed ancora:ridurre le disuguaglianze, incoraggiando l’inserimento, il reinserimento e la permanenza nel lavoro delle persone a rischio d’esclusione sociale e in particolare dei soggetti svantaggiati, sostenere l’autoimpiego, tramite lo sviluppo dell’imprenditorialità e la valorizzazione della professionalità delle persone e fare di tutto per ridurre i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori ,rafforzando la prevenzione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Marco Travaglini, consigliere regionale Pd