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Rafforzare l’Ossola vuol dire rafforzare il VCO

Ho partecipato alla riunione indetta dalla Comunità montana dal titolo “Una valle per 38 campanili”, ma ho trovato meno partecipazione rispetto a quello che mi aspettavo.
Questo fatto non deve però farci pensare che l’argomento sia trascurabile o poco sentito dalla “società civile”. Tutt’altro! Sono certo che gli ossolani si aspettano qualcosa da NOI, “classe dirigente” di questa landa quasi desolata: scelte coraggiose, scelte capaci di dare al nostro territorio una nuova prospettiva, una speranza per il futuro.
La “società civile” ha capito una cosa fondamentale: dobbiamo essere noi stessi, noi Ossolani, artefici del nostro futuro. Da soli dobbiamo essere in grado di trovare una vocazione territoriale che ci ridia speranza. Nessuno ci regalerà nulla ed è chiaro a tutti ormai che quello di cui abbiamo necessità dobbiamo conquistarlo da soli.
Non è questione di essere CONTRO qualcuno, ma di smettere di farci del male tra noi e di essere consapevoli che rafforzando l’Ossola rafforzeremmo tutto il VCO.
Già, il VCO… In molti abbiamo creduto anni fa’ che l’ambito ottimale per rivendicare la specificità montana, unica in Piemonte, del nostro territorio fosse proprio la Provincia del VCO. Non voglio  entrare nel merito delle motivazioni, ma una cosa è certa: il tentativo di rafforzare il VCO con l’ottenimento dell’autonomia purtroppo è fallito. Il tempo è scaduto.
Piaccia oppure no, le province come oggi le conosciamo hanno il destino segnato e ci troviamo alle prese con una riorganizzazione istituzionale che rischia di vederci scomparire politicamente, con la concreta possibilità che l’Ossola e le sue genti contino in futuro ancora meno di quanto abbiano contato fino ad oggi. Pure le comunità montane hanno i giorni contati; additate dai più come il vero centro di spreco e vergogna nazionale, nonostante lo sforzo di auto-riforma compiuto in tutto il Piemonte durante la scorsa legislatura regionale (per quanto ci riguarda, lo ricordo, ha significato lo scioglimento di 5 enti in uno solo), nonostante l’azzeramento delle indennità di carica agli amministratori, la volontà nazional-regionale è chiara nell’indicare che si chiudano prima possibile.
I Comuni, vessati negli ultimi anni da tagli insopportabili – tagli che hanno visto trattare alla stessa stregua i comuni più virtuosi e quelli più spreconi – hanno l’acqua alla gola e sono in seria difficoltà nell’erogare i servizi fondamentali, con gli amministratori che per mancanza di fondi e/o per rispettare improbabili patti di stabilità sono ridotti ad avere ben poca possibilità di incidere nelle scelte sugli investimenti.
La normativa uscita dalle leggi finanziarie dello scorso anno, ma anche la carta delle autonomie ancora in discussione, indica ai comuni una strada chiara: unioni dei comuni per l’ottimizzazione dei costi nell’erogazione dei servizi. Ai comuni viene lasciata la scelta su come e con chi formare queste unioni, ma con un ostacolo ben preciso: ogni comune può partecipare ad una sola unione.
In Ossola gli unici due comuni che non dovranno sottostare all’obbligo normativo di aggregarsi in  unioni sono Domodossola e Villadossola, in quanto comuni al di sopra dei 5000 abitanti.
Le prospettive a questo punto sono due:
Primo scenario – Domo e Villa possono continuare tranquillamente la loro vita amministrativa restando alla finestra. In questo caso con tutta probabilità i comuni delle valli si aggregheranno su ambiti coincidenti con le vecchie comunità montane; si creeranno così 5 o 6 unioni di valle che nel rispetto della normativa erogheranno i servizi. Queste unioni si potranno convenzionare tra loro per l’erogazione di servizi per i quali servono ambiti di maggiori dimensioni, come ad esempio per i servizi sociali.
Secondo scenario – Domo e Villa si rendono disponibili ad entrare in un unione dei comuni che abbia come ambito l’intero territorio ossolano. I servizi sociali verrebbero gestiti attraverso questo ente (con un ambito coincidente con quello dell’attuale consorzio CISS, che funziona egregiamente) e si creerebbe un’agenzia di sviluppo e promozione del territorio  ossolano in grado di rappresentare con un unica voce le nostre istanze.
I servizi fondamentali che devono essere erogati su ambiti di minore dimensione vedrebbero i comuni convenzionarsi tra di loro a seconda del servizio da erogare, ma all’interno della medesima unione. Sono due scenari solo apparentemente simili: nel primo vi sarebbe un sostanziale arretramento istituzionale ad una condizione già sperimentata (5 comunità montane) e che ha prodotto apprezzabili risultati fin tanto che c’erano risorse; già, risorse… quelle che oggi non ci sono più.
Soltanto le vallate economicamente più fortunate ne trarrebbero qualche illusorio vantaggio, continuando a gestire in proprio ristorni frontalieri ed entrate proprie diverse. Vantaggio illusorio però, perché la chiusura su se stesse produrrebbe nel medio e lungo periodo risultati disastrosi. Un atteggiamento che definiremo, per puro esercizio, da peste bubbonica: io non ce l’ho, quindi mi chiudo in casa, aspetto che passi e quando sarà finita uscirò a vedere chi è sopravvissuto.
Il secondo scenario prevede invece molta lungimiranza: mettendo insieme le forze saremmo in grado di aiutare anche quelle parti di territorio oggi più in difficoltà, ed in prospettiva portare vantaggi concreti a tutto il territorio. Soltanto la coesione dell’Ossola ci consentirebbe infatti di avere la forza ed il peso politico necessari ad affrontare le sfide del prossimo futuro: nelle relazioni istituzionali con la Regione e/o con il futuro assetto provinciale, nel tentativo di mantenere sul territorio i proventi derivanti dalla produzione di energia da idroelettrico, nelle battaglie per la conservazione dei servizi – ospedale, trasporti, tribunale, ecc…
Ripiegata su se stessa ogni valle cercherebbe di sopravvivere come può, andando a ricercare risorse dove possibile, con la debolezza di essere rappresentativa di un numero esiguo di persone distribuite su un territorio vastissimo. Le Valli dell’Ossola UNITE avrebbero la forza di mettere a valore due delle maggiori risorse delle quali dispongono: l’acqua e l’ambiente.
Da un lato saremmo più forti nel portare avanti una politica di sfruttamento delle risorse idriche sulle medie e grandi derivazioni che imponga uno stretto legame tra concessioni allo sfruttamento e permanenza sul territorio (o nuovi insediamenti) delle attività produttive. Villadossola di tutto questo ne sa qualcosa, perché quando si permise al Gruppo Leali, acquirente della Sisma, di vendere nel 1993 al gruppo Beltrame le centrali della Val d’Isorno destinate alla produzione di energia idroelettrica a supporto dello stabilimento di Villadossola, si gettarono le basi per la situazione che oggi ci troviamo a gestire: la chiusura dello stabilimento.
Dall’altro lato con adeguate politiche di sviluppo e promozione e con le risorse derivanti dallo sfruttamento PUBBLICO delle risorse idriche su piccole e medie derivazioni e in generale su quelle non legate ad attività produttive (concorrendo attraverso la società pubblica Superossola Srl ai bandi per i rinnovi delle concessioni in scadenza), saremmo in grado di proporre un’offerta turistica che non avrà nulla da invidiare alle mete oggi maggiormente conosciute sull’arco alpino, in un mercato che a livello mondiale sta soffrendo la crisi in misura minore rispetto ad altri settori.
In confronto al Trentino o alla vicina Valle D’Aosta ci muoveremmo con 30 anni di ritardo, questo è vero. Ma è vero anche che il mercato del turismo è in continua evoluzione ed alla continua ricerca di nuove mete, di nuovi territori da scoprire, di nuove offerte da mettere a disposizione sul mercato globale del turismo. Avremmo la possibilità di trarre spunto dalle esperienze consolidate sugli altri territori montani, prendendo il meglio delle esperienze anche in termini di preservazione dell’ambiente e rendere produttive quelle che oggi sono tali solo sulla carta: le nostre vallate, le nostre montagne.
Questo territorio è vissuto fino ieri principalmente con l’economia generata dall’occupazione nell’industria o nel settore pubblico (Enel, ASL, enti vari). Oggi delle poche industrie rimaste attive alcune hanno i dipendenti in cassa integrazione, l’Enel ha automatizzato gli impianti con una drastica riduzione degli occupati, comuni e Asl non possono più assumere, l’ospedale ce lo stanno smontando pezzo per pezzo, il tribunale se lo stanno portando via e molti altri servizi se ne sono già andati da un po’.
La nostra è la Provincia con la popolazione residente più anziana di tutta la Regione; tra 10, 15 o 20 anni (più tardi possibile!) fisiologicamente se ne sarà andata la maggior parte di coloro che oggi sono in pensione e che stanno sostenendo con il loro reddito anche i ragazzi più giovani: se per allora non avremo trovato una nuova vocazione per il nostro amato territorio, non ci resterà altra scelta che emigrare tutti quanti.
Turismo su vasta scala e valorizzazione dell’ambiente, migliore sfruttamento delle risorse idriche, rivalutazione dello scalo internazionale, sostegno concreto all’industria e politiche adeguate a favorire nuovi insediamenti produttivi, monetizzazione della nostra posizione geografica strategica.
Su questi punti si gioca il nostro futuro. Villadossola tutto questo l’ha capito, e ha capito che nemmeno per Lei, da sola, ci sono grandi prospettive.
Per tale motivo in questo percorso Villadossola ha deciso la sua strada: solo apparentemente quella più impervia, in realtà l’unica che ci può condurre tutti insieme nel nostro futuro: con l’Ossola, nel VCO, dentro al Piemonte, nel sistema Italia, in Europa.

Intervento del sindaco di Villadossola Marzio Bartolucci

Marzio Bartolucci

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Complimenti a Perugini che rinuncia all’incarico provinciale

La recente nomina di Francesco Pesce ad assessore nella rinnovata giunta Omegnese (in bocca al lupo!) e la sua conseguente rinuncia all’incarico di consigliere provinciale ha determinato la nomina di Marcello Perugini  presso il consiglio provinciale in quanto primo escluso della lista PD nelle elezioni del 2009.
Tuttavia Perugini, essendo già assessore e vice-sindaco nella giunta comunale di Villadossola, ha deciso di rinunciare all’incarico provinciale (peraltro compatibile dal punto di vista istituzionale) preferendo dedicarsi completamente alla causa Villadossolese, evitando quindi di ricoprire più incarichi contemporaneamente.
In un momento di grande disaffezione verso la politica, caratterizzato troppo spesso da comportamenti egoistici e discutibili da parte dei vari politici di turno, ci piace sottolineare questo bel gesto dell’assessore Perugini, un gesto altruistico e coerente con lo statuto del PD.
Speriamo che comportamenti come il suo (e come quello dell’Assessore Pesce) possano servire da esempio nel nostro panorama politico, diventando in futuro la regola, non l’eccezione.

Partito Democratico, circolo di Villadossola

Biomasse a Villadossola

Interessante e importante incontro a Villadossola sul tema “centrali a biomasse” organizzato dal Comune e ripreso in diretta da Tele VCO con la trasmissione “il sasso nello stagno”. Interessante per la partecipazione non solo di esponenti politici e amministrativi, ma anche di tecnici ed esperti qualificati; importante per la grande partecipazione popolare (sala strapiena alla Fabbrica) e per il metodo proposto dall’ Amministrazione del secondo centro ossolano: trasparenza, informazione, disponibilità a coinvolgere nelle scelte i cittadini, i comitati, i vari portatori di interessi.
Marzio Bartolucci, Sindaco PD di Villadossola conclude così la serata: “in una situazione di grave crisi occupazionale, abbiamo l’obbligo morale di prendere in considerazione tutte le proposte industriali che ci vengono presentate, ma anche di valutarle in tutti i loro aspetti connessi alla salute, alle compatibilità ambientali, alla effettiva ricaduta economica di determinate scelte”. Nel merito, praticamente tutti gli intervenuti (da Alberto Poggio del Politecnico di Torino, al Prof.Valerio dell’Istituto Tumori di Genova, dai rappresentanti della Provincia – ing. Proverbio e assessore Pizzi – a quelli di comitati e associazioni) hanno evidenziato la grande cautela che deve essere usata prima di autorizzare impianti che “bruciano” residui legnosi o oli vegetali. I progetti presentati risultano “fuori scala”, non hanno la possibilità di utilizzare una “filiera corta”, risultano economicamente “drogati” dalle agevolazioni dei certificati verdi, difficilmente possono dimostrare di “migliorare” la qualità ambientale dell’aria.
E’ stato evidenziato che un impianto a biomasse, per essere considerato efficiente da un punto di vista energetico, deve essere di tipo cogenerativo e sfruttare quindi sia la produzione di energia elettrica, che quella termica attraverso la cessione del vapore ad altri impianti industriali o a edifici civili (teleriscaldamento); se, ipoteticamente, tutti gli edifici di Villadossola fossero teleriscaldati, servirebbero non più di 4 MW di potenza, mentre i progetti ipotizzati ne prevedono una ventina.Anche le potenzialità di reperire in loco il materiale (legname) sono, al momento, praticamente nulle e costose. Dunque: bocciatura delle proposte così come sono state presentate.
Non sono però escluse a priori valutazioni diverse se più ponderate e compatibili. Ci permettiamo di aggiungere alcune indicazioni: bisogna dare attuazione agli studi predisposti negli scorsi anni dalla Provincia, dalla Regione e dall’IPLA circa la messa in funzione della “filiera del legno” che – solo in un secondo momento – potrebbe consentire utilizzi energetici di scarti della lavorazione del legno; servono però investimenti dell’ordine di una decina di milioni di euro. Bisogna verificare la fattibilità di impianti per la produzione di “biogas” dalla raccolta differenziata dell’umido, integrata – anche in questo caso – da scarti vegetali. Un progetto di questo tipo era stato inserito nel Piano Integrato Provinciale, ma non ha avuto poi alcun seguito. Alla Provincia, al Coub rifiuti, alle Comunità Montane, alle società di servizi di proprietà dei Comuni ci permettiamo di chiedere di lavorare in queste direzioni: le ricadute sarebbero sicuramente positive sia per l’ambiente che per l’occupazione, molto di più della realizzazione degli impianti attualmente ipotizzati.
Gianni Desanti, responsabile Commissione Ambiente del PD VCO

Sanità: campagna manifesti PD.Pericoli in vista!

image Per vedere i manifesti del PD affissi sul tema in questi giorni nel VCO cliccate qui.
Sanità: purtroppo avevamo ragione. Pericoli in vista! Se ne discuta subito in consiglio provinciale. Si convochi subito la conferenza dei Sindaci. Interpellanza e campagna di manifesti del PD.
È questo il titolo del comunicato stampa inviato lunedì 29.11 dal PD del VCO. Ecco il testo.
Avevamo scritto nelle settimane scorse di confusione, di pericoli, di probabili scelte, con le nuove linee guida in campo sanitario della giunta regionale di Cota, che rischiavano di penalizzare il nostro territorio, con il possibile declassamento dei nostri ospedali ed il conseguente rischio di perdita dei Dea, o di uno di essi.
Preoccupazioni lanciate dai sindaci Marzio Bartolucci di Villadossola e di Baveno Massimo Zoppi, dal capogruppo in regione Aldo Reschigna, dal PD, persino dall’onorevole Zacchera (che di Cota è alleato) e prima di tutti dall’ordine dei medici del Vco.
Lega Nord e PDL ci hanno risposto: state alimentando polemiche pretestuose. State tranquilli non succederà nulla e la sanità del VCO non sarà colpita. Nemmeno pochi giorni dopo lo stesso consigliere regionale leghista De Magistris, in un dibattito televisivo venerdì scorso, non è stato in grado di chiarire se gli ospedali di Verbania e Domodossola saranno, anche in futuro, dotati di DEA o di Pronto Soccorso. Il centro destra locale, attraverso i propri amministratori, a partire dal consigliere regionale Marinello, appare più concentrato ad umiliare il Sindaco di Verbania (impedendogli di convocare la Conferenza dei Sindaci) che a chiarire se le preoccupazioni dei cittadini, dei Comitati Salute, dei Sindaci del VCO siano, o meno, annoverabili tra gli “inutili allarmismi”
Per questo il PD ha presentato oggi un’interpellanza in Provincia, per portare al più presto in consiglio provinciale questo tema e per sollecitare il presidente Massimo Nobili, assolutamente e colpevolmente immobile e silenzioso su questo problema.
Ricordando, sommessamente, allo stesso Presidente che esiste anche il peccato di omissione che commetterebbe se non agisse – con tutta l’autorevolezza della sua carica – a tutela dell’“ospedale unico plurisede” del Verbano Cusio Ossola con entrambi i Dea del “Castelli” e del “San Biagio”, nosocomio le cui caratteristiche sono pienamente compatibili con quelle che le linee guida regionali attribuiscono agli ospedali provinciali “a media intensità assistenziale” (ospedali di fascia “B”).
Chiediamo inoltre che sia convocata al più presto la conferenza dei Sindaci.
Parallelamente abbiamo lanciato una campagna di manifesti sul tema, affissi in tutti i comuni della nostra provincia in cui esprimiamo questo pericolo.
Qui di seguito il testo dell’interpellanza presentata da tutto il gruppo consigliere del PD in provincia.

PD Ufficio stampa

INTERPELLANZA

Signor Presidente,

con la presente interpellanza le chiediamo di portare anche in seno al consiglio provinciale il dibattito sulla sanità del Verbano Cusio Ossola

tale questione si è riaperta a causa delle nuove linee guida della giunta Cota: che sono difficilmente interpretabili persino dai consiglieri regionali della Lega Nord se è vero, come è vero, che lo stesso consigliere De Magistris, in un dibattito televisivo, non è stato in grado di chiarire se gli ospedali di Verbania e Domodossola saranno, anche in futuro, dotati di DEA o di Pronto Soccorso.

Il centro destra locale, attraverso i propri amministratori, appare più concentrato ad umiliare il Sindaco di Verbania (impedendogli di convocare la Conferenza dei Sindaci) che a chiarire se le preoccupazioni dei cittadini, dei Comitati Salute, dei Sindaci del VCO siano, o meno, annoverabili tra gli “inutili allarmismi”

Dei 50 milioni di € destinati all’edilizia sanitaria piemontese pare che nemmeno un centesimo sia previsto per il VCO: affermare che la seconda ala del San Biagio non sarà realizzata pensiamo non possa essere interpretato come “inutile allarmismo”.

Signor Presidente,

le funzioni che competono alla sua carica amministrativa non la indurranno a commettere peccati in opere ( questi riguardano la Giunta Regionale) e neppure in parole (questi riguardano i consiglieri regionali della Lega Nord di questo territorio): le ricordiamo, sommessamente che esiste anche il peccato di omissione, che lei commetterebbe se non agisse – con tutta l’autorevolezza della sua carica – a tutela dell’ “ospedale unico plurisede” del Verbano Cusio Ossola con entrambi i Dea del “Castelli” e del “San Biagio”, nosocomio le cui caratteristiche sono pienamente compatibili con quelle che le linee guida regionali attribuiscono agli ospedali provinciali “a media intensità assistenziale” (ospedali di fascia “B”) .

Porta a Porta … non in tv.. ma nelle case dei cittadini

image Dopo i gazebo organizzati tra sabato e domenica scorsi (se pur penalizzati dal maltempo) prosegue la mobilitazione nazionale del Partito Democratico anche nel VCO.
Il prossimo week end (il 27 e il 28 novembre) si svolgerà il "Porta a porta" per consegnare il nostro materiale nelle case dei cittadini del VCO, e che vedrà impegnati tutti i circoli PD che, con i loro militanti, faranno il "giro" dei quartieri e dei principali comuni del nostro territorio.
Omegna, Domodossola, Gravellona Toce, Verbania, Mergozzo, Valle Antrona, Baveno, Piedimulera, Varzo, Stresa, Cannobio, Crevoladossola, Villadossola sono i principali comuni interessati.
inoltre sono previsti anche alcuni gazebo: sabato 27.11 dalle ore 09.30 in Piazza Dante a Baveno e a Domodossola sempre al mattino davanti al Municipio; a Vogogna venerdi 26 con un gazebo a partire dal mattino presto in occasione del mercato settimanale, sempre in zona chiesa
Distribuireno materiale contro le scelte del governo Berlusconi perché "la pazienza è finita", e di presentazione delle proposte del PD in materia di sanità, lavoro, contrasto alla precarietà, scuola, famiglie, infrastrutture, pari opportunità, costi della politica, ambiente, evasione fiscale, nuovo patto sociale.

Circolo di Vogogna-Premosello Verbale di riunione del 11-11-2010

Circolo di Vogogna-Premosello Verbale di riunione del 11-11-2010

1.    Presentazione conto economico e proposta di acquisto gazebo
Il coordinatore comunica che, al momento, è presente un saldo di cassa pari a € 596,00 dato dal 50% delle quote di tesseramento e dal ricavo della cena elettorale. Si decide di acquistare un gazebo pieghevole.

2.    Comunicazioni del coordinatore su riunione coordinatori
Il coordinatore ha informato sull’istituzione di un coordinamento di zona, sulla disponibilità da parte della segretaria provinciale di partecipare alle riunioni dei Circoli. Tema emerso dall’incontro: i Circoli come promotori di iniziative; a tal fine si chiede di individuare un’INIZIATIVA da portare avanti nella prossima primavera. Si terrà a breve un seminario sulle centrali a bio massa. Verrà organizzata per sabato 11 dicembre una manifestazione di protesta a Roma. Il 27 novembre Ichino e Damiano saranno a Villadossola a parlare sui temi del LAVORO.
Verranno organizzati degli incontri politici formativi.

3.    Discussione circa elezioni circoli ed assemblea provinciale e comunicazione componenti della segreteria provinciale
Vengono comunicati i risultati delle elezioni dei Circoli, i nominativi dei coordinatori e i componenti della Segreteria provinciale.

4.    Salvaguardia ospedale di Domodossola. Raccolta firme
Il Circolo PD di Domodossola ha presentato una raccolta di firme per la salvaguardia dell’ospedale S.Biagio e in particolare per la realizzazione della seconda ala. Si decide di collaborare alla raccolta di firme.

5.    Mobilitazione nazionale del 20-21 e 27-28. Informazioni e verifica disponibilità
Si decide di sistemare un gazebo in Piazza Chiesa domenica 21 novembre, nel pomeriggio; la consegna porta a porta del materiale verrà gestita suddividendosi le zone e iniziandola già nelle serate precedenti il week end del 27-28 novembre.

6.    Parere circa l’elaborazione di un ordine del giorno da presentare in consiglio comunale sullo stato del fiume Toce
Il coordinamento del Circolo decide di preparare un Comunicato Stampa sullo stato del fiume Toce, avvalendosi della collaborazione del sig. Maruzzi Orlando, che da tempo segue con attenzione il problema. Verranno fatte delle fotografie da allegare al Comunicato perché possa essere il più  incisivo possibile.

7.    Proposta di legge Pd sull’acqua che si discuterà in riunione amministratori pd Martedi prossimo. Ultimo numero deputati pd news. Presentazione al coordinamento
Il coordinatore ha illustrato a grandi linee la proposta di legge, invitando chi fosse interessato a prenderne visione. Ha poi illustrato le varie comunicazioni che arrivano regolarmente via e-mail premurandosi di stamparle e distribuirle agli amici sprovvisti di connessione Internet.

8.    Varie ed eventuali
Al termine dell’incontro vi è stata una discussione sul disservizio relativo alla distribuzione dei pannoloni presso l’Asl, tema che tocca da vicino persone già di per sé in difficoltà.

l’incontro termina alle ore 22,30